Il ministero della Salute ha emanato la circolare di aggiornamento in base al parere del Cts sui vaccini anti Covid-19, in particolare AstraZeneca. Il documento, a firma del direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza, aggiorna le raccomandazioni relative all'utilizzo del vaccino anglo-svedese, già modificate tre volte dall'inizio dell'anno.

«Tradurremo in maniera perentoria le indicazioni del Comitato tecnico scientifico», assicura il ministro della Salute Roberto Speranza che firmerà l'ordinanza nelle prossime ore.

D'ora in poi, infatti, AstraZeneca verrà somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni. Per persone che hanno ricevuto la prima dose del vaccino «a vettore virale» e sono al di sotto dei 60 anni di età, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRna, e quindi con una dose diversa dalla prima, Pfizer o Moderna, da somministrare a una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose. 

I dubbi in merito alla decisione presa dal Cts sono molteplici, ma proviamo a chiarire alcune questioni. 

Ritardi nella campagna vaccinale

Su tutto il territorio nazionale, stando all'ultimo aggiornamento del ministero, sono state somministrate 41.310.662 prime dosi di vaccini, pari al 49 per cento della popolazione vaccinabile. 

A conferma che gli effetti di questo cambio di marcia sulla campagna vaccinale in corso sono inevitabili è il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l'emergenza, che spiega, appunto, che un impatto ci sarà. Tuttavia, il generale si dice convinto che tra luglio e agosto verrà normalizzato. 

Seconda dose con un vaccino diverso 

Il vaccino AstraZeneca, così come quello statunitense Johnson & Johnson, sono «a vettore virale», mentre Pfizer e Moderna sono vaccini mRna. Nonostante J&J sia identico ad AstraZeneca, invece, resta valida solo la "raccomandazione" a utilizzarlo per gli over 60, poiché i casi di trombosi sono meno frequenti. 

Per tutti gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose del vaccino anglosvedese, però, il Cts ha stabilito che dovrà essere somministrata la seconda dose con Pfizer o Moderna, attuando un programma di vaccinazione "mista". Di conseguenza, anche gli over 60 che hanno ricevuto, in base all'attuale campagna vaccinale, Pfizer o Moderna, potrebbero viceversa ricevere il vaccino AstraZeneca per il richiamo o la terza dose.

Diversi paesi europei (Spagna, Germania, Francia, Svezia, Norvegia e Danimarca), in realtà, stanno già utilizzando programmi di vaccinazione di questo tipo dopo aver cambiato le raccomandazioni per il vaccino di AstraZeneca a causa del verificarsi di trombi come raro effetto collaterale. 

È sicuro? Gli studi 

Vaccinare con due farmaci diversi sembrerebbe aumentare la risposta anticorpale degli individui, rispetto, non solo al Covid-19, ma anche contro le varianti

Secondo uno studio britannico sui vaccini combinati, pubblicato su Lancet, le persone che sono state vaccinate con due tipi di vaccini diversi hanno sviluppato al termine del ciclo vaccinale sintomi lievi, a differenza di coloro i quali avevano ricevuto due dosi dello stesso vaccino, che, al contrario, in alcuni casi avevamo mostrato effetti collaterali più acuti. Lo studio è stato condotto su 830 adulti di età superiore ai 50 anni, vaccinati in modo casuale prima con il vaccino Pfizer o, viceversa, con AstraZeneca, e poi l'altro.

Un altro studio simile (tuttavia non ancora valutato dagli esperti), condotto in Spagna, ha rilevato che la maggior parte degli effetti collaterali erano lievi o moderati e di breve durata, in caso di vaccinazioni miste. La ricerca spagnola, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, mostra inoltre che le persone che hanno ricevuto due dosi con due vaccini diversi hanno avuto una risposta anticorpale maggiore dopo aver ricevuto il richiamo con Pfizer, con una dose iniziale di AstraZeneca.

La risposta anticorpale al richiamo Pfizer è sembrata essere dunque più forte rispetto a quella riscontrata dopo aver ricevuto due dosi del vaccino AstraZeneca. Tuttavia, non ci sono ancora dati certi sull'efficacia delle somministrazioni miste, ma presto anche gli studiosi inglesi avranno i risultati su questo tipo di sperimentazione analoga.

La scelta di Liguria e Piemonte

La Liguria e il Piemonte hanno comunque deciso per lo stop alla somministrazione del vaccino Johnson&Johnson agli under 60: tutte le persone under 60 che avevano in programma la somministrazione del vaccino Johnson, manterranno l'appuntamento, ma saranno vaccinate con un prodotto mRNA.

La Lombardia prende le distanze

La Lombardia, contrariamente a quanto deciso dal governo e già messo in atto da diverse regioni, ha deciso di continuare sulla linea del precedente piano di vaccinazione «in attesa di una nota ufficiale di ministero della salute e di Aifa, competenti a rilasciare un parere scientifico, e allo scopo di tutelare quanto più possibile la salute dei cittadini e garantire i loro diritti», si legge in una nota. La decisione presa dalla direzione generale welfare è infatti, almeno per ora, di sospendere cautelativamente i richiami eterologhi (quindi con un vaccino diverso) per tutti i cittadini under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Mentre per chi ha più di 60 anni non ci saranno cambiamenti. 

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