Alle 10:25 della mattina del 2 agosto 1980, nella sala d'attesa di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna esplose una valigetta. Fu una strage che costò la vita a 85 persone, tra cui sette bambini, e ferì oltre 200 uomini e donne. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito l’importanza di arrivare alla verità: «La matrice neofascista della strage è stata accertata in sede giudiziaria e passi ulteriori sono stati compiuti per svelare coperture e mandanti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere».

Ogni anno Bologna commemora l'attentato e oggi sfila un corteo dalla sede del comune, Palazzo d’Accursio, fino alla stazione. Assieme ai familiari delle vittime e al sindaco Matteo Lepore,  quest’anno ha partecipato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Il presidente della Repubblica ha recapitato il suo messaggio: «L’ordigno risuona ancora con violenza nel profondo della coscienza del paese. Fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana». Mattarella ha rivolto il suo pensiero anzitutto ai familiari «costretti a patire il dolore più grande, che hanno saputo trasformare in impegno civile». Il sindaco ha annunciato che il comune da settembre sarà la sede dell’associazione dei parenti delle vittime.

Un impasto di fascismo

L’esplosivo utilizzato secondo i periti era di tipo militare. Per questa strage sono stati condannati, come esecutori, prima Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, successivamente Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini e, infine, Paolo Bellini, esponenti dei Nuclei armati rivoluzionari e del terrorismo nero. I mandanti sono rimasti in parte ignoti.

Quella alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, così come quella dell'Italicus, del Rapido 904, di Ustica, della Uno Bianca e «fino al corpo Marco Biagi», ha detto Bianchi, sono stragi «messe insieme da un infame impasto di fascismo, non neo fascismo ma proprio fascismo, terrorismo, criminalità e istituzioni deviate che volevano minare nella profondità la nostra democrazia». Per il ministro la «troppo lunga scia di sangue che ha attraversato Bologna e ha lasciato tante vittime e piaghe nel nostro popolo» era diretta «a colpire la Bologna antifascista e democratica» che però si è dimostrata «diga contro il dilagare di tendenze eversive che volevano colpire la nostra democrazia».

Lepore ha parlato dei collegamenti con le logge massoniche: «Io credo che dovrebbe essere patrimonio di tutto il comune quello che dice una sentenza di un tribunale della Repubblica italiana e cioè che i vertici della loggia massonica P2 finanziarono, ordirono, insieme a tutte le realtà dell'estremismo di destra fascista, la strage alla stazione».

Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha chiesto una legge per le vittime del terrorismo: «Siamo al fianco dei familiari delle vittime. Per chiedere sia fatta fino in fondo giustizia. Perché sia approvata nella prossima legislatura la legge per le vittime del terrorismo».

I bambini

I bambini uccisi dalla strage avevano fra i 3 ed i 14 anni, e sono stati ricordati alla vigilia della commemorazione con una manifestazione dedicata a loro al parco di Villa Torchi, accanto al cippo con soprascritti i loro nomi. «Tra queste altalene che dondolano e queste cicale, c'è  uno dei monumenti più importanti della nostra città, qui noi abbiamo i nomi di bambini e bambine che hanno perso la loro vita un giorno d'estate, il 2 agosto 1980», ha detto Lepore, in apertura del suo intervento alla cerimonia. Nel parco, sono stati piantati anche sette nuovi alberi, dedicati alle piccole vittime. Su ognuno un cartellino giallo e un pensiero. 

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