Agli immigrati «i pacchi degli sfigati». In questo modo la sindaca leghista di San Germano Vercellese, Michela Rosetta, e il consigliere comunale, nonché ex assessore, Giorgio Carando, decidevano a chi far arrivare i pacchi alimentari per acquistati dal comune con i fondi del governo per l'emergenza Covid, destinati ai cittadini che si trovavano in difficoltà. Le intercettazioni e le indagini in corso hanno portato il gip del tribunale di Vercelli a porre agli arresti domiciliari entrambi i politici accusati, a vario titolo di, peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d'ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.

La sindaca «dell’odio razziale»

Le accuse nei confronti della sindaca e di altri funzionari pubblici sono quelle di avere selezionato i destinatari degli aiuti e l’entità degli aiuti stessi non sulla base di reali necessità dei richiedenti, ma su motivazioni personali e politiche. La prima cittadina leghista è anche accusata di aver discriminato una donna musulmana che aveva chiesto che nei pacchi alimentari non le fossero inviati prodotti che lei e la sua famiglia non potevano consumare per motivi religiosi. Una richiesta che aveva fatto finire la famiglia in fondo alla lista delle famiglie da aiutare, fino a non farle più ricevere i pacchi. Questo episodio ha portato il tribunale a contestare a Rosetta l'aggravante della discriminazione e odio razziale. 

Il precedente

Non è la prima volta che la leghista finisce nell’occhio del ciclone per il suo atteggiamento razzista. I giudici del Tar un anno fa avevano annullato un suo provvedimento, che aveva detto vietato la presenza dei profughi nel suo centro abitato, promettendo di multare quei cittadini che avessero deciso di affittare le proprie abitazioni agli stranieri senza prima comunicarlo all'amministrazione cittadina. La delibera prevedeva sanzioni amministrative dai 150 euro ai 5 mila.

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