Nel Movimento dei Signor No lui si fa largo a colpi di sì. Sì all'Alta Velocità, sì alle grandi opere, sì alle autostrade, sì al cemento. Avrebbe forse voluto dire sì anche al Ponte sullo Stretto Giancarlo Cancelleri, quarantacinquenne geometra ed ex magazziniere nisseno (di Caltanissetta), da un anno esatto vice ministro 5 Stelle ai Trasporti e alle infrastrutture.

Ma prudentemente ha puntato su un altro sì. Sì incondizionato al tunnel sottomarino tra Reggio Calabria e Messina, l'alternativa al Ponte. Per Cancelleri il tunnel è propedeutico a un altro sì convinto: quello all'Alta velocità in Sicilia.

Siccome l'Alta velocità ora si ferma a Salerno, Cancelleri dice sì anche al prolungamento di essa da Salerno a Reggio Calabria e poi via tunnel fino a Catania a sud e a Palermo a ovest. In totale più di 700 chilometri, un'opera gigantesca e costosissima.

Irrefrenabile, Cancelleri ha già stabilito a chi deve essere affidata la realizzazione dell'infrastruttura nominando a sorpresa durante un convegno un commissario ad hoc, Filippo Palazzo, responsabile degli investimenti di Rfi (Rete ferroviaria delle Fs) nel nodo di Palermo. Palazzo sarebe a un passo dalla pensione, ma come ha specificato Cancelleri al Quotidiano del Sud, è una risorsa preziosa di cui «non vogliamo disperdere il patrimonio».

Cancelleri mira in alto, alla poltrona di ministro dei Trasporti, ora occupata dall'incerta Paola De Micheli (Pd). Il suo attivismo è spasmodico, farsi fotografare ai tagli del nastro è un obbligo. Emblematica l'inaugurazione del viadotto Himera sull'autostrada Palermo-Catania, crollato il 10 aprile 2015 e rimasto così per 5 anni interi, fino a giugno, quando Cancelleri ha imposto all'Anas di darsi una mossa.

L'Anas di Massimo Simonini, un dirigente che dalla terza fila è stato catapultato al vertice dell'azienda proprio dai 5 Stelle, si è messo in riga anche a costo di dare fondo alla cassa (con i soldi dei contribuenti). Invece di imporre penali per il tempo perso alle ditte neghittose ha pagato ad esse lauti incentivi milionari perché accelerassero i lavori mentre Cancelleri rifiniva l'operazione facendole sorvegliare sui cantieri da un uomo fidato, Angelo Cambiano, suo segretario al ministero.

I lavori sono stati completati in un baleno: meno di 2 mesi. La festosa inaugurazione è avvenuta nel bel mezzo dell'estate, la mattina di venerdì 31 luglio. Il presidente di centrodestra della Regione, Nello Musumeci, però non si è fatto vedere e in un video su Facebook ha calcolato che era passata la bellezza di 1.900 giorni dal crollo. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al taglio del nastro c'era, ma non si è unito al giubilo: «Niente da festeggiare -ha detto- si accertino piuttosto le responsabilità sui ritardi».

L'Anas è sempre in perfetta sintonia con Cancelleri. Altro esempio: il viadotto Scorciavacche sulla statale Catanese 121, altro scandalo insieme all'Himera, inaugurato dall'Anas alla vigilia di Natale 2014 e caduto prima della fine dello stesso anno.

In questo caso i lavori si erano impantanati perché era andata in crisi (concordato preventivo in continuità) la cooperativa ravennate CMC, socia di maggioranza del Consorzio Bolognetta che in qualità di contraente generale avrebbe dovuto completare la statale Catanese e la statale 640-Strada degli Scrittori tra Agrigento e Caltanissetta (Consorzio Empedocle).

Cancelleri si è tuffato sulla faccenda, spendendosi in riunioni a volte bisettimanali alle quali in qualche caso si è ritrovato a discutere con mezza famiglia: la sorella Azzurra, anche lei in politica con i 5 Stelle, eletta per due volte alla Camera dei Deputati in Sicilia e quindi opportunamente coinvolta per faccende di collegio. E il marito di lei, l'architetto Santino Lo Porto, consulente del Tesoro per l'erogazione dei fondi, in forza al ministero con un contratto di collaborazione di 65 mila euro l'anno su cui la Corte dei Conti ha chiesto  un chiarimento ufficiale.

Nonostante l'impegno della famiglia Cancelleri i lavori su quelle strade languono e secondo quanto dichiara l'Anas a Domani, sul tratto Palermo-Agrigento sono arrivati solo al 65 per cento del totale.

In compenso la cooperativa Cmc è stata premiata: grazie all'intervento di Cancelleri l'Anas le ha riconosciuto le riserve sui lavori (il contenzioso) per un importo di oltre 30 milioni di euro che le hanno consentito di non finire fallita.

Agli addetti ai lavori l'operazione è sembrata bislacca perché per definizione un contraente generale prende i lavori chiavi in mano, assumendosi il rischio di impresa e il contenzioso è escluso.

Grazie ai buoni uffici di Cancelleri l'Anas ha lautamente pagato anche per l'autostrada Ragusa Catania; in questo caso il beneficiario è stato l'imprenditore autostradale siculo-torinese Vito Bonsignore, ex politico Dc e poi Forza Italia.

Bonsignore per mettere le mani sulla concessione della Ragusa-Catania aveva preparato un progetto che non stava in piedi tanto che per rientrare dell'investimento avrebbe dovuto imporre agli automobilisti siciliani pedaggi tre volte più cari della media italiana (20,95 centesimi a chilometro contro 7,96 centesimi).

Ovvio che con Bonsignore i lavori non sarebbero mai partiti. Ci ha pensato Cancelleri a dare la svolta convincendo l'Anas a sostituirsi a Bonsignore comprando il suo progetto farlocco anche a costo di sfidare l'Autorità anticorruzione (Anac) che in un documento ufficiale aveva espresso contrarietà sull'operazione. Spesa 37 milioni di euro, soldi pubblici. Domani ha cercato il vice ministro per conoscere la sua versione dei fatti, ma inutilmente.

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