L’uomo è stato fermato dagli agenti del commissariato di Otranto nei pressi della stazione ferroviaria,mentre a piedi cercava di raggiungere un mezzo cercando di allontanarsi dal Salento
Avrebbe ammesso le proprie responsabilità Salvatore Carfora, fermato questa mattina ad Otranto per l'omicidio di Sonia Di Maggio, di 29 anni, la sua ex fidanzata, uccisa la sera del 2 febbraio a Minervino di Lecce, con oltre venti coltellate, mentre camminava per la strada con il nuovo compagno. L’uomo,di Torre Annunziata (Napoli), ha precedenti penali.
Il 39enne è uscito dalla sede del commissariato di Otranto in una volante seduto accanto a dei poliziotti. Si starebbero recando sul luogo dove l'uomo avrebbe detto di essersi disfatto dell'arma del delitto. Poco dopo la sua uscita, nel commissariato sono entrati i genitori di Sonia, arrivati questa mattina in Salento da Rimini.
Al momento del fermo, Carfora aveva ancora gli indumenti e lo zainetto che indossava al momento del delitto. L’uomo è stato fermato dagli agenti del commissariato di Otranto nei pressi della stazione ferroviaria,mentre a piedi cercava di raggiungere un mezzo cercando di allontanarsi dal Salento. Era da poco uscito dal carcere dove era finito per aver ferito a coltellate un parcheggiatore abusivo durante una lite.
Il racconto del fidanzato
Il fidanzato della donna uccisa, ha raccontato a Mattino Norba le dinamiche dell’omicidio: «Stavamo andando al supermercato io e lei da soli, poi è sbucato lui, l'ha presa dal collo e ha cominciato ad accoltellarla, e ha continuato dandole più di una ventina di coltellate. Lei ha cercato di liberarsi e io nel frattempo stavo cercando aiuto e non c'era nessuno, poi mi sono messo ad urlare ed è arrivato qualcuno. Ma lui era già scappato e lei stava a terra».
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