La Corte Costituzionale ha dichiarato "incostituzionale" la legge regionale del Veneto sul cosiddetto «controllo di vicinato». Secondo la Consulta la norma «viola la competenza esclusiva dello stato in materia di ordine pubblico e sicurezza». La Corte Costituzionale ha poi aggiunto che «spetta soltanto allo stato legiferare in materia di sicurezza primaria, che consiste nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, primariamente affidata alle forze di polizia. Alle regioni è invece consentito prevedere interventi a sostegno della cosiddetta sicurezza secondaria, in particolare mediante azioni volte a rafforzare nel contesto sociale una cultura della legalità, nonché a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità». 

La legge regionale del Veneto inquadrava forme di controllo del territorio da parte dei cittadini in ausilio alle forze di polizia rispetto ai loro compiti di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. La Corte Costituzionale ha comunque precisato che «nulla vieta alla legge statale di disciplinare direttamente il fenomeno del 'controllo di vicinato', già oggetto del resto di numerosi protocolli di intesa tra prefetture e comuni, in varie di parti del territorio nazionale».

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