Il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della guardia di finanza, in collaborazione con la polizia postale, ha oscurato oltre 5.500 siti illegali di live streaming e 350 canali Telegram, presenti in 19 paesi, che trasmettevano illegalmente contenuti protetti in tutto il mondo. I militari hanno inoltre sequestrato beni, riconducibili all’organizzazione criminale, per un valore totale di oltre dieci milioni di euro. I servizi garantivano la visione di partite di calcio e altri prodotti riconducibili alle principali pay tv. I pagamenti degli abbonamenti ai siti illegali avvenivano anche tramite criptovalute. 15 dei 23 indagati, pur entrando in possesso di ingenti somme dalla propria attività illecita, percepivano il reddito di cittadinanza. 

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