Secondo l'Unicef, c'è stato un allarmante aumento negli attacchi sulle scuole e ai centri di formazione nel nord-ovest e sud-ovest del Camerun. Dalla ripresa dell'anno scolastico, meno di un mese fa, ci sono state molteplici segnalazioni di rapimenti, molestie e uccisioni che hanno colpito studenti e insegnanti. Almeno sei studenti e 11 insegnanti sono stati rapiti, i locali scolastici sono stati incendiati e un numero imprecisato di studenti e personale scolastico è stato umiliato e molestato in varie scuole. Gli ultimi rapporti seguono la notizia che a Kumba, nella regione sudoccidentale, nove giovanissimi studenti sono stati uccisi, alcuni addirittura di 9 anni, e molti altri sono rimasti feriti in un attacco contro una scuola il 24 ottobre.

La direttrice regionale dell'Unicef per l'Africa occidentale e centrale, Marie-Pierre Poirier ha giudicato gli attacchi alle scuole «inaccettabili» e ha poi aggiunto:  «Le scuole sono luoghi di apprendimento in cui i bambini dovrebbero sentirsi al sicuro e protetti. Invitiamo tutte le parti a proteggere tutti i bambini, a scuola o nelle loro comunità e a sostenere i principi della Dichiarazione sulle scuole sicure, che chiede di fermare gli attacchi alle scuole, alle strutture didattiche e al personale». Secondo i dati verificati dall'Unicef, nel 2019 ci sono stati 35 attacchi alle scuole nelle regioni instabili del Camerun. Quest'anno invece se ne sono registrati 17, una diminuzione che potrebbe essere attribuita alla chiusura delle scuole legata al Covid-19 tra marzo e giugno.

Poirier ha poi concluso dicendo: «Oltre un milione di bambini non frequentano la scuola in Camerun. Si prevede che questo numero aumenterà, poiché i genitori e le comunità hanno paura di mandare i loro figli a scuola per evitare che vengano attaccati durante il loro tragitto o mentre sono a scuola. I bambini del Camerun meritano di meglio. Ogni occasione mancata di imparare oggi, impedirà ai bambini di realizzare il loro pieno potenziale e di diventare cittadini attivi e produttivi del futuro».

© Riproduzione riservata