I punti cruciali

A Bruxelles fervono i lavori in vista del vertice dei capi di stato e di governo che si terrà lunedì e martedì. Oggi si incontra il Coreper (i rappresentanti permanenti dei governi in Ue) per rivedere la bozza che i leader avranno sul tavolo nel Consiglio del 30 e 31. L’ipotesi in campo è quella di sbloccare l’embargo di petrolio russo tenuto in ostaggio finora da Viktor Orbán, contemplando alcune eccezioni per convincere così i recalcitranti. 

Uno scenario di compromesso è quello di spacchettare le importazioni di petrolio, distinguendo gli arrivi via oleodotto, che resterebbero possibili, e l’import tramite le petroliere, che verrebbe messo al bando. Una soluzione al ribasso, in un contesto più in generale ostico: la presidente della Commissione europea ha annunciato l’embargo di petrolio – ancora inattuato – ormai circa tre settimane fa.

Nel frattempo in Ucraina la guerra va avanti, e le forze russe spingono sul Donbass. Il governatore della regione di Lugansk riferisce di una escalation in corso. Gli ucraini provano a difendere Sieverodonetsk, ma l’attacco russo si intensifica. Kiev persiste nella richiesta all’occidente di più armi.

La situazione diplomatica

La telefonata del presidente francese e del cancelliere tedesco a Vladimir Putin consegna una apertura sul tema dello sblocco del porto di Odessa e delle esportazioni di cereali, ma entrambi i fronti fanno le loro rivendicazioni: i leader europei invitano a un confronto diretto tra Putin e Zelensky, come lo stesso presidente ucraino ha chiesto, e chiedono la liberazione dei combattenti dell’Azovstal; il Cremlino dal canto suo ammonisce gli occidentali sull’invio di armi. Mosca testa nuovi missili, l’occidente invia armi, e in tutto questo l’Ue non ha ancora deciso l’embargo del petrolio russo. Il Regno Unito interpreta la apparente apertura sul fronte alimentare proprio come un gioco di prestigio per evitare ulteriori sanzioni.

La Crimea e Kiev

Alla vigilia del Consiglio europeo, si registrano alcuni passaggi significativi. Il presidente ucraino ha escluso che l’Ucraina possa recuperare tutti i territori persi dal 2014, il che comprende la Crimea. «Non penso che possiamo recuperare tutto il nostro territorio con mezzi militari, se decidessimo di farlo perderemmo centinaia di migliaia di persone». Dal lato russo, l’ambasciatore nel Regno Unito, Andrey Kelin, sostiene che la presa di Kiev non sia mai stata un obiettivo.

Al momento l’offensiva russa si concentra nel Donbass. Il fiume di Siverskyi Donets, il più lungo nell’est dell’Ucraina, è considerato strategico, anche dagli ucraini come loro linea difensiva. Il ministero della difesa russo ha annunciato che Mosca ha il pieno controllo della città di Lyman, nell’est dell’Ucraina, cruciale per la sua collocazione e anche come snodo ferroviario. Ciò prepara un’ulteriore avanzata, secondo l’analisi del ministero della difesa britannico: «Nei prossimi giorni le unità russe nell’area si concentreranno sul tentare di forzare l’attraversamento del fiume. Per ora il loro principale sforzo resta nell’area di Sieverodonetsk ma una testa di ponte vicino a Lyman darebbe loro un vantaggio nella prossima fase dell’offensiva, quando Mosca cercherà di prendere le città oggi presidiate dagli ucraini nel Donetsk Oblast, Sloviansk e Kramatorsk».

I civili cacciati dagli ospedali

Mentre l’ambasciatore russo nel Regno Unito definisce «fabbricazioni» le accuse di crimini di guerra a Bucha, dall’Ucraina arriva l’accusa a Mosca di respingere, in Crimea, i civili che hanno bisogno di cure in ospedale per mantenere i posti per i propri soldati feriti.

Secondo il bollettino stilato dalle forze militari di Kiev, sarebbero circa trentamila i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione. Stando a quanto riferisce l’agenzia Tass, il presidente Putin ha appena firmato una legge che elimina il vincolo massimo di anzianità per poter entrare nell’esercito.

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