Suonano come un campanello d'allarme le parole pronunciate oggi dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che ospite a La7 ha detto «Il calcio è una industria molto importante ma non è che non deve rispettare le regole». Poi alla domanda se si concluderà il campionato, ha aggiunto: «Che ce la si può fare sì, che si arrivi fino in fondo non lo so. È una situazione particolare, di questo deve essere consapevole anche la Lega di Serie A e pensare già ad un piano B o piano C».

Il ministro è quindi tornato a difendere la bontà del protocollo varato dopo mesi di duro lavoro da dalla Figc, dalle Leghe, con l'avallo di Comitato tecnico-scientifico e del ministero della Salute. «Io difendo la linea del protocollo che funziona, se viene rispettato. Poi se qualcuno non lo rispetta...», ha dichiarato riferendosi alle polemiche delle ultime settimane relative a Juventus-Napoli, dove la squadra partenopea non si è presentata allo Juventus Stadium per via di un’ordine dell’Asl regionale campana che impediva la partenza di chi avesse avuto contatti con un positivo. Sul tema il ministro ha detto «Il Napoli ha fatto ricorso, vediamo cosa accadrà. Il protocollo è stato approvato e condiviso da tutte le squadre. Dagli atti del giudice sportivo mi sembra di capire che il Napoli avesse deciso ben prima di non partire, se fosse così...».

La polemica con Cristiano Ronaldo

Spadafora è poi tornato anche sulla polemica a distanza con Cristiano Ronaldo: «I grandi campioni si sentono al di sopra di tutto, quando ha lasciato l'Italia per andare in Portogallo ha violato il protocollo ed è un dato oggettivo. Non a caso è stato aperto un fascicolo dalla procura della repubblica, su segnalazione della Asl e di conseguenza anche dalla procura sportiva». il ministro ha poi aggiunto: «Il messaggio che dovrebbero dare i campioni è rispettare le regole, io ho detto quello che pensavo su Ronaldo anche se ha milioni di follower sui social». La polemica era sorta dopo che il giocatore della Juventus era rientrato in Italia dopo essere risultato positivo in Portogallo dove si trovava con la sua nazionale per preparare le partite della Nation’s League. 

Il pericolo olandese

Nel frattempo un altro caso spinoso si profila all'orizzonte. Si tratta della partita di Europa League fra il Napoli e l'Az Alkmaar. Mentre nel club azzurro tutti i tamponi effettuati ieri hanno dato esito negativo (ne resta solo uno ancora da analizzare), nella formazione olandese sono saliti a 13 i casi di positività al Covid. L'AZ ha reso noto che si presenterà a Napoli con soli 17 giocatori disponibili, spiegando che la partita in programma giovedì sera alle 18.55 «secondo la Uefa» si giocherà «a meno che le autorità locali non lo proibiscano».

La formazione olandese ha quindi precisato che «nel pomeriggio sono state rilevate otto nuove infezioni al Covid-19 all'interno del gruppo di giocatori». Sulla vicenda è intervenuto il responsabile tamponi Covid-19 del Napoli, il professor Vincenzo Mirone, che a Radio Punto Nuovo ha detto: «All'Alkmaar ci sono anche più positivi e metteremmo a rischio i nostri giocatori, è evidente ci sia preoccupazione. La Uefa deve intervenire». L'assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, ha infine annunciato un possibile intervento della Asl che potrebbe addirittura bloccare l'arrivo della delegazione olandese in città. Borriello inoltre dichiarato di ritenere che la partita «non va giocata».

La Serie A nel caos

Il Covid-19 continua quindi a minacciare il calcio italiano. Ormai quasi tutte le squadre hanno al loro interno casi di giocatori o membri dello staff positivi. Il protocollo varato per il momento sembra reggere, basta guardare ai casi di Udinese-Parma e Genoa-Verona.

L’unica eccezione sinora è stata la partita Juventus-Napoli. 

Ma è chiaro che la curva dei contagi in continua crescita a livello nazionale non promette niente di buono e potrebbe presto costringere il governo a misure più drastiche di quelle già inserite nell'ultimo Dpcm.

Non solo calcio

Anche il mondo del nuoto si ritrova alle prese con il Covid-19. Un vero e proprio focolaio è scoppiato tra gli atleti azzurri nel corso del collegiale in svolgimento a Livigno. All'indomani della positività riscontrata da Simone Sabbioni e Alice Mizzau, aggregati alla selezione di San Marino, il giro di tamponi a cui si sono sottoposti gli altri nuotatori italiani ha registrato dieci nuovi casi, tra cui anche Gabriele Detti e Simona Quadarella. Tutti gli atleti sono asintomatici. «L'allenamento collegiale è ovviamente stato sospeso - fa sapere la Federnuoto - e, in accordo con la Asl locale, tutti i convocati resteranno in isolamento e quarantena presso la struttura».

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