Oggi su Domani è il podcast serale del quotidiano Domani. Una pillola di pochi minuti per darvi subito un assaggio della prossima edizione, che sarà disponibile in edicola il giorno dopo e già dopo cena per gli abbonati digitali. Per ascoltare le altre puntate, man mano che verranno pubblicate, potete cliccare qui. Trovate questo podcast anche su Spotify Spreaker, Google, Apple podcast. Potete ascoltare “Oggi su Domani” anche su Alexa e con l’assistente vocale di Google.

Oggi su Domani: Diaz

I nostri lettori lo avranno capito, già da molti giorni: questo giornale in occasione del ventesimo anniversario del G8 di Genova sta provando ad animare un dibattito sul tema e anche a ri-animare la memoria collettiva su quel 2001 che ha rappresentato a suo modo una svolta. E che per molti, è stata una ferita. Don’t clean up this blood, non lavate via questo sangue, era il sottotitolo che Daniele Vicari diede al suo film dedicato alla Diaz. Ora su Domani ripercorre Diaz, i fatti e la narrazione dei fatti, che lui ha contribuito a fare da regista. Racconta anche tutte le difficoltà di trasformare la storia in fiction: la indisponibilità dell’Italia a ospitare le riprese, il sequestro dei mezzi di scena. E poi le polemiche, che durano tuttora. Ma il cinema, dice Vicari, è servito a mostrare a tutti il nocciolo della questione. Il 21 luglio a Piazza San Cosimato a Roma verrà riproposto il film, Diaz. La serata è ideata da Piccolo America e Confronti in collaborazione con Amnesty, Antigone, e con questo giornale, Domani. Quindi cari lettori, se siete a Roma, siete ovviamente invitati.

Con la filosofa Giorgia Serughetti in questa edizione torniamo a parlare anche della frontiera politica che passa sopra i diritti lgbt. La storia breve è questa: il ddl Zan aveva i numeri per essere approvato al Senato e ora non li ha più, perché una delle forze che lo hanno votato alla Camera, Italia Viva, ha deciso di ritirare il suo appoggio. La storia lunga richiederebbe di ricordare, perlomeno, che nel primo passaggio parlamentare fu lo stesso partito, con la deputata Lucia Annibali, a firmare l’emendamento che introduce all’articolo 1 le definizioni di “sesso”, “genere”, “orientamento sessuale” e “identità di genere”, come motivi di discriminazione e violenza. Proprio i termini che ora Renzi punta ad abolire per cercare un accordo ampio a destra.

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