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In questa edizione potete leggere tra le righe che cosa ci aspetta, in termini anche di abitudini di vita, perché trovate da una parte il collega Davide Maria De Luca che vi traduce in parole chiare cosa ha appena deciso il governo per la gestione della situazione sanitaria e dall’altra abbiamo anche la giurista Vitalba Azzolini che ci preannuncia che autunno ci aspetta. 

Cominciamo dall’immediato. Prima di pensare all’autunno, intanto De Luca ci dice che l’estate libera è già finita, con le restrizioni previste nel nuovo decreto. Tra le misure c’è l’estensione dell’utilizzo del cosiddetto green pass. A partire dal 5 agosto sarà necessario esibirlo anche per cenare all’interno di un ristorante o di un bar, per partecipare a eventi pubblici al chiuso, per andare al cinema e a teatro, per frequentare palestre, piscine, convegni e così via. Non servirà invece per consumare bevande al bancone di un bar e per utilizzare i trasporti pubblici. Si potranno quindi prendere treni e aerei, almeno su tratte nazionali, senza esserne in possesso. Per facilitare la somministrazione dei tamponi, necessari per ottenere il green pass se non si è vaccinati, il decreto stabilisce che il loro prezzo al pubblico dovrà essere calmierato.

E in autunno cosa succederà? Tra le previsioni di Vitalba Azzolini, che vi invito a leggere, ce n’è una in cima a tutte. E cioè, il “solito caos fra regioni”.

Vi porto In Ungheria, dove cade il divieto di referendum dovuto all’emergenza pandemica e allo stesso tempo si scalda lo scontro tra il premier e i suoi oppositori in vista delle elezioni politiche di aprile. Il risultato è una sfilza di quesiti referendari presentati da entrambi gli schieramenti. Viktor Orbán è abituato a questo tipo di consultazioni, che nel suo caso sono più simili a plebisciti per compattare la base su temi identitari. Il primo caso esemplare fu il referendum anti migranti. L’ultima uscita è un referendum che è vagamente riferito alla legge anti lgbt ma in realtà è strutturato come un sondaggio d’opinione sul cambio di sesso. Le iniziative referendarie del premier ungherese sono così surreali che l’opposizione le considera «referendum fake». Ma stavolta passa al contrattacco. Le elezioni politiche si terranno in aprile, e in una inedita operazione-compattezza i partiti e movimenti anti-Orbán hanno deciso di coalizzarsi. In autunno faranno le primarie, poi affronteranno il premier con una voce sola. Anche al campo avverso al premier fa comodo quindi compattare la base attorno a grandi temi. E allora ecco gli altri, referendum: vanno da «Vuoi che il governo smetta di rubare? E che la finisca di intercettarci?» a una sfilza di temi come la procura europea, il vaccino cinese, l’università, cinese, e questioni sociali come il sussidio di disoccupazione.

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