La risposta europea al discorso di Vladimir Putin si traduce in una iniziativa concreta: nuove sanzioni, nel quadro della stessa strategia utilizzata finora. Sia la presidente della Commissione europea, che il suo vice, l’alto rappresentante Ue Josep Borrell, hanno tracciato questa strada, che porterà alla definizione del nuovo pacchetto entro questa settimana. Peccato che il premier ungherese intanto minacci di sabotare l’iniziativa: Viktor Orbán lancia pure la «consultazione» sulle sanzioni.

Colpire tecnologia e individui

A quale tipo di sanzioni sta lavorando Bruxelles, lo fa intendere Borrell nel suo intervento da New York. «Studiamo un nuovo pacchetto che colpirà nuove aree dell’economia russa, in particolare – per essere un po’ più concreto – quelle tecnologiche. E ci sarà una nuova lista di persone sottoposte a sanzioni». Non posso già dirvi quali persone, quale settore, quale ammontare – ha fatto presente l’alto rappresentante ai cronisti – ma ciò che è chiaro è che «qualche ora dopo il discorso di Putin, il punto per noi era di mandare un potente messaggio politico».

Il ruolo dei governi

Per mandare questo segnale, dopo il discorso belligerante di Putin, i ministri degli Esteri dei vari stati membri si sono riuniti per un vertice straordinario proprio a New York. Qui hanno convenuto di lavorare al pacchetto di sanzioni, e – per dirla con Borrell – hanno «preso le misure di cosa fosse in gioco, di capire bene le conseguenze» dopo che il Cremlino ha «annunciato un’altra escalation nella guerra contro l’Ucraina». Al vertice era presente anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Uno dei punti politici è se tutti i governi dell’Ue daranno il loro appoggio alle nuove sanzioni, così da garantire un sostegno unanime. Su questo l’alto rappresentante si è detto positivo: «Io sono certo, che saremo in grado di trovare un accordo unanime per il nuovo pacchetto». Il premier ungherese farà comunque pesare un suo voto a favore, e infatti diffonde segnali di voler rivedere le sanzioni entro fine anno. In giornata è arrivato dall’Ungheria persino l’annuncio di un referendum sulle sanzioni.

Von der Leyen e Borrell

L’Unione europea conferma il suo supporto a Kiev, disconosce i «referenda» russi, e segue la linea delle sanzioni, che sono state annunciate non solo dall’alto rappresentante, ma anche dalla presidente della Commissione europea. «Le sanzioni sono state estremamente di successo», ha risposto Ursula von der Leyen nella sua intervista alla Cnn di questa settimana. In questa conversazione con Christiane Amanpour ha appunto annunciato che sono necessarie nuove sanzioni; «le dichiarazioni di Putin richiedono nuove sanzioni da parte nostra», sono le parole della presidente

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