Scontro dai toni accesi alla Camera su Alfredo Cospito, l’anarchico al 41 bis che sta portando avanti lo sciopero della fame contro il carcere duro mentre si discute il disegno di legge di istituzione della Commissione Antimafia alla Camera. L’esponente di primo piano di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, braccio destro di Giorgia Meloni, lo ha accusato durante l’assemblea di Montecitorio di essere un «influencer della mafia», riportando di documenti che si troverebbero al ministero della Giustizia che raccontano i suoi scambi con un esponente della ‘ndrangheta e con uno del clan dei casalesi, entrambi a favore della sua battaglia.

Affermazioni che Donzelli ha ritorto contro il Pd, visto che nello stesso periodo, una delegazione di Dem è andata a fare visita a Cospito. Sia Lega, sia Forza Italia si sono dissociati.

Il dialogo

Donzelli ha raccontato in parlamento che il primo incontro con un esponente della malavita risale al 28 dicembre: «Il terrorista Cospito è un influencer che la mafia sta utilizzando per far cedere lo Stato sul 41 bis», ha esordito. E ancora: «Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere. È uno strumento della mafia, non solo perché lo dice Cospito».

Dai documenti che si trovano al ministero della Giustizia, ha raccontato ancora Donzelli, emerge che mentre passava da un ramo all'altro del penitenziario, avrebbe parlato con Francesco Presta «killer di rara freddezza, uno che ha messo in proprio una ‘ndrina, che si è messo da solo, un boss della ‘ndrangheta».

E Presta lo avrebbe esortato: «”Devi mantenere l'andamento, vai avanti”. E Cospito rispondeva: “Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma”. E lo ‘ndranghetista: “Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l'ergastolo ostativo”». Per Donzelli «questo è Cospito!».

Oltre all’incontro con Presta, ci sarebbe stato anche un altro incontro con un esponente dei Casalesi: «Il 12 gennaio 2023, sempre nella casa circondariale di Sassari, Cospito faceva altri incontri, mentre si spostava per andare a parlare, credo, con l'avvocato. Parlava con Francesco Di Maio, del clan dei Casalesi. Era il turno dei Casalesi di incoraggiare Cospito ad andare avanti, pochi giorni fa». Diceva il boss dei Casalesi: «Pezzetto dopo pezzetto, si arriverà al risultato, che sarebbe l'abolizione del 41-bis». Cospito avrebbe risposto: «Deve essere una lotta contro il regime 41-bis e contro l'ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me. Per me, noi al 41-bis siamo tutti uguali».

Questi, ha detto il parlamentare i colloqui tra i mafiosi e l’anarchico.

Le accuse al centrosinistra

L’esponente di Fratelli d’Italia ha unito i documenti all’incontro tra Cospito e una delegazione del Pd, tra cui l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Lo stesso giorno, il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani (Debora, capogruppo del Pd), Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora voglio sapere se questa sinistra sta dalla parte dello stato o dei terroristi con la mafia. Lo vogliamo sapere in quest'Aula oggi».

Affermazioni che hanno portato all’indignazione degli esponenti di centrosinistra. Peppe Provenzano ha replicato: «Donzelli si deve vergognare perché sta sporcando un momento di grande unità che questo parlamento ha il dovere di costruire sui temi della lotta alla mafia». Dopo le dichiarazioni di Donzelli, la seduta è stata sospesa. Lui non ha intenzione di scusarsi: «Le scuse? No. Andrò volentieri al giurì d'onore», ovvero l’organo che giudica il caso su richiesta di un deputato che si senta leso nella sua onorabilità da accuse che gli siano state mosse nel corso di una discussione. Nel pomeriggio è stato confermato che partirà.

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