Una suora missionaria italiana, suor Maria De Coppi, è stata uccisa in un attacco terroristico avvenuto a Chipene, in Mozambico. «I ribelli hanno assaltato la missione, dando fuoco a tutte le opere parrocchiali. Suor Maria, missionaria comboniana originaria di Vittorio Veneto è stata uccisa durante l'agguato. Tutti i sopravvissuti sono adesso in fuga verso Nacala», ha scritto su Facebook il Centro missionario Concordia di Pordenone. «Tutte le opere parrocchiali sono state distrutte». Due sacerdoti friulani, don Lorenzo Vignandel e don Lorenzo Fabbro, sono sopravvissuti all’attentato.

La suora, comboniana, era originaria di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso. Nel 1963 aveva raggiunto il Mozambico, dove aveva poi ottenuto la cittadinanza locale. «Ho vissuto in questo paese momenti belli e difficili», aveva detto in un’intervista all’ufficio missionario della diocesi di Vittorio Veneto. «Prima la colonizzazione, poi la guerra, quindi la pace e purtroppo il terrorismo».

L’altro attacco

In quell’occasione aveva raccontato di essere già stata coinvolta in un attacco nel quale erano morte 17 persone. «Stavamo viaggiando in un convoglio. I guerriglieri ci hanno sparato. Io sono uscita dall'auto e mi sono gettata a terra, sotto le pallottole. Ho pregato: “Signore salvami”. È arrivato un soldato, non sapevo se dell'esercito regolare o della guerriglia. Mi ha chiesto se ero ferita. Non lo so, gli ho risposto. Mi ha trascinato dietro una pianta e mi ha rassicurata, che era un regolare. Mi ha caricata sulle spalle e mi ha poi protetto, sistemandomi in un ruscello che non aveva acqua. Poi, quando è finita la sparatoria, mi ha ricaricata sulle spalle e mi ha portato fino all'auto».

Il cordoglio di Zaia

Questa volta la missionaria è stata colpita da un proiettile alla testa mentre cercava di raggiungere il dormitorio dove si trovavano le poche studentesse rimaste, come riferisce l'agenzia dei missionari Fides. Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo «immenso cordoglio»: «Il primo pensiero va alla sua famiglia, ai tanti che le hanno voluto bene, alle suore comboniane di cui faceva parte, alla comunità di Vittorio Veneto, da cui era partita tanti anni fa per seguire la sua vocazione missionaria. La meravigliosa vita di bontà e altruismo di suor Maria è finita con un terribile orrore, il che rende la sua figura ancora più grande, indimenticabile».

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