Nella storia degli Stati Uniti non si era mai visto: il Campidoglio è stato chiuso e messo in lockdown, mentre i sostenitori del presidente Donald Trump facevano irruzione. Alcuni di loro erano armati. Il dibattito che doveva ratificare la vittoria di Biden è stato sospeso, solo in serata (notte in Italia) la speaker alla Camera Nancy Pelosi ha annunciato l’intenzione di riprendere la seduta al Congresso: «Non ci facciamo dettare l’agenda da questi criminali».

Ma quello che è successo nel pomeriggio americano ha sconvolto il mondo. I manifestanti hanno abbattuto le barricate di metallo in fondo alla scalinata del Campidoglio. A quel punto sono stati fermati dalla polizia in tenuta antisommossa, anche con l’uso di spray al peperoncino: ma alcuni sono riusciti comunque a fare irruzione, vandalizzando della stessa Nancy Pelosi. 

Il vicepresidente Pence è stato fatto evacuare. Dopo di lui anche gli altri senatori e deputati.

Secondo Fox News, ci sono stati scontri con armi da fuoco all'ingresso della Camera dei rappresentanti tra membri della sicurezza e manifestanti pro Trump. Secondo la Cnn una donna sarebbe stata colpita al petto (o al collo) e sarebbe in condizioni critiche. Un ordigno esplosivo è stato trovato e fatto esplodere in sicurezza nel quartier generale del partito repubblicano a Washington. Agenti in tenuta antisommossa sono arrivati di fronte a Capitol Hill.

Prima dell’evacuazione, a senatori e deputati era stato ordinato di indossare maschere antigas. La Capitol Police, la forza di polizia di Washington addetta alla sicurezza del complesso di Capitol Hill, che ospita il Congresso, ha chiesto l’intervento di rinforzi, fino a quanto è intervenuta la guardia nazionale. 

Ted Lieu, membro del Congresso, ha chiesto al vicepresidente Pence di rimuovere Donald Trump dalla presidenza in base al 25esimo emendamento della Costituzione americana: è quello che prevede che vicepresidente e maggioranza del gabinetto trasmettano al Congresso un atto in cui dichiarano che il presidente non è in grado di svolgere il suo incarico.

Il Congresso degli Stati Uniti, in sessione congiunta e presieduto dal vice presidente Mike Pence, si era riunito per certificare la vittoria elettorale di Joe Biden. I repubblicani hanno presentato un’obiezione per il risultato in Arizona.

Contemporaneamente, decine di migliaia di sostenitori del presidente americano, Donald Trump, si erano radunati a Washington, in una manifestazione al di fuori della Casa bianca: «Questa non è la fine ma solo l’inizio», ha detto Trump. Solo dopo l’inizio degli scontri Trump ha chiesto ai manifestanti «di restare pacifici».

Il discorso di Biden

«Faccio appello a tutta questa gente e chiedo loro di andare via e di lasciare che la democrazia possa andare avanti» ha dichiarato il neo presidente eletto democratico Joe Biden in serata, per cercare di sedare le proteste. Ha chiesto anche all’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di «onorare il suo giuramento e difendere la costituzione» esigendo la fine dell’assedio a Capitol Hill perché «le parole di un presidente possono ispirare del bene, ma nel peggiore dei casi possono anche ispirare a qualcosa di negativo».

Cos’è successo prima

Dal pomeriggio, Trump era tornato a chiedere al suo vice, Mike Pence, di intervenire per evitare che il Congresso confermasse la nomina di Biden: «Spero nel suo supporto, altrimenti rimarrei molto deluso», aveva detto ai manifestanti. «Avremo un presidente illegittimo, non possiamo permetterlo».

I democratici hanno vinto le presidenziali del 3 novembre scorso, ma Trump non ha finora riconosciuto la vittoria di Biden. Anzi, lo ha accusato di avere commesso brogli nel corso delle elezioni. In un tweet ha chiesto a Pence di intervenire perché «è il tempo del coraggio».

La posizione di Pence

Pence si era già espresso in forte dissenso rispetto alle richieste dello staff di Trump. Aveva chiesto e ottenuto che un tribunale federale respingesse l’esposto di alcuni repubblicani che lo volevano obbligare a sovvertire l’esito delle elezioni. In una lettera consegnata a tutti i membri del Congresso ha scritto: «Il giuramento fatto di sostenere e difendere la Costituzione mi impedisce di rivendicare l'autorità unilaterale di determinare quali voti elettorali debbano essere contati e quali no».

«Mi assicurerò che a ogni contestazione presentata da deputati e senatori sarà data appropriata considerazione e che tutti i fatti a sostegno di queste obiezioni siano portate davanti al Congresso e al popolo americano», ha scritto ancora Pence. «Nel voto ci sono state irregolarità e c’è stato il disprezzo delle regole elettorali da parte di alcuni funzionari». Ha però detto anche che non può essere lui a bloccare la decisione del Congresso.

Durante il dibattito, il rappresentante della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, è intervenuto per dire che «gli elettori, i tribunali e gli Stati hanno già parlato». «Non possiamo ribaltare questo risultato: la Repubblica non si riprenderebbe più».

Mike Pence e Nancy Pelosi al congresso (AP)

«Romney Traditore»

Intanto, è diventato virale il video di una fan di Trump che molesta in aeroporto Mitt Romney l’ex candidato repubblicano alle presidenziali del 2012 che si è rifiutato di appoggiare la lotta del presidente americano contro i presunti brogli commessi dai democratici nel corso delle elezioni. Successivamente sul volo alcuni sostenitori di Trump hanno intonato cori contro Romney chiamandolo: «Traditore».

«Questo è il partito di Donald Trump»

Un altro avvertimento all’élite dei “grandi vecchi” repubblicani è stato lanciato dal figlio di Trump, Donald Trump Jr che ha annunciato l’espulsione di coloro che non si adegueranno alla linea dura del repubblicano. «Chi tra i repubblicani non sta lottando con Trump non ha ancora capito che il partito repubblicano non è più di questi personaggi, ma è il partito repubblicano di Donald Trump».

Il partito è stato sinora diviso tra chi ha lottato al fianco di Trump contro i presunti brogli e chi, come la vecchia guardia rappresentata da Romney e dall’ex presidente George W. Bush, ha riconosciuto la vittoria di Biden.

Gli arresti alle manifestazioni

Nel frattempo i supporter di Trump hanno organizzato nuove manifestazioni per dimostrare la loro solidarietà al presidente in carica. Alcuni dei manifestanti sono stati arrestati perché accusati di avere creato disordini ed essere in possesso di armi illegali.

Le proteste hanno visto la partecipazione di diversi gruppi estremisti tra cui i Proud Boys, il cui leader è stato arrestato il 5 gennaio dopo essere stato accusato di avere bruciato una bandiera del movimento anti razzista Black Lives Matter. 

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