Francesco Caio, manager con un lungo curriculum alle spalle, continua a collezionare buonuscite milionarie. Ieri, dopo appena un anno come amministratore delegato, ha detto addio alla partecipata dello stato Saipem con un assegno da 3,3 milioni di euro lordi e lasciando in eredità a chi verrà dopo di lui, una società con i conti in rosso.

Dopotutto la sua fama lo precede e arriva da lontano, esattamente dall’Inghilterra, dove aveva lasciato sul lastrico un’altra compagnia. Ma anche in Italia si era già distinto per le sue performance. Prima di Saipem, era infatti stato amministratore delegato e direttore generale di Poste italiane. Durante l’avventura alla guida della società era stato ripreso in un video, poi postato su YouTube, mentre veniva contestato da alcuni gli impiegati che lo accusavano di aver affondato l’azienda senza rinunciare al suo stipendio da un milione e 200mila euro. Niente di tutto questo, però, gli ha impedito di arrivare ai vertici di un’altra partecipata statale.

L’esperienza all’estero

Il super amministratore, in passato gradito sia all’ex premier Matteo Renzi, che lo ha nominato in Poste, sia al segretario del Pd Enrico Letta, che lo aveva voluto commissario all’Agenda digitale, è stato anche consulente del governo inglese ed è amico di Tony Blair.

La storia ci racconta che anche in Inghilterra ha dovuto abbandonare la società, in condizioni disastrose. Il quotidiano britannico Guardian nel 2006 raccontava: “Caio says ciao as group warns on profit again” (“Caio dice “ciao” mentre il gruppo lancia l’allarme sui profitti”). La società in questione era la Cable&Wireless, e «dopo tre anni al timone durante i quali ha lottato per creare una strategia coerente per l’azienda, Caio ha detto che se ne andrà», si legge nell’articolo. «Sottolineando che non è stato licenziato». La mossa era stata soprannominata «ciao Caio».

L’addio a Poste

Nel 2017 l’addio alle Poste. Il consiglio d’amministrazione ad aprile di quell’anno ha reso noto di aver dato il via libera alla buonuscita dell’ex amministratore delegato. Caio sarà pagato 1.578.633,77 euro a titolo di indennità, oltre alle competenze di fine rapporto. Si aggiungono infatti 425.958,23 euro a titolo di patto di non concorrenza della durata di 12 mesi e altri 80mila euro per rinunce specifiche sottoscritte dal manager.

Dopo il ciao dalle poste in pochi devono averlo rimpianto. La Corte dei conti aveva infatti chiesto alla società di «porre attenzione all’incremento del costo del personale dirigente».

Dopo aver analizzato i conti del 2015 i magistrati contabili aveva evidenziato come gli stessi fossero cresciuti in due anni da 150 a 180 milioni (con una crescita del 20 per cento). I profitti invece erano drasticamente calati. Celebre il video degli impiegati che oltre agli improperi gli urlavano: «Avete affondato l’azienda. Da un miliardo di utili a 200 milioni. Ci vuole vendere? Ci vuole fare fallire?». Dopo due anni Caio aveva deciso, sempre autonomamente, di andarsene. Ufficiosamente era circolato l’indiscrezione che fosse «alla ricerca di nuove sfide».

I conti

Nel maggio 2018 è arrivato alla presidenza di Saipem, società partecipata da Eni e Cassa depositi e prestiti che si occupa di infrastrutture oil&gas. Era l’epoca del passaggio dal governo guidato da Paolo Gentiloni (Pd) al Conte I sostenuto dalla maggioranza gialloverde. Nel 2021 è diventato anche amministratore delegato e il copione si è ripetuto, uguale al passato.

Il Covid fa peggiorare i conti di molte compagnie, ma mentre nel 2021 molte di queste si riprendono, Saipem crolla. A gennaio 2022 la società ha fatto segnare 2,46 miliardi di perdite, più del doppio di quelle registrate nel 2020, ed è così che è arriva un altro “profit warning”. Eni e Cdp hanno avviato una sorta di commissariamento con l’ingresso di Alessandro Puliti, manager Eni, nel ruolo di direttore generale con ampie deleghe operative e gestionali.

A luglio si è concluso l’aumento di capitale necessario dopo le perdite, sottoscritto per la quota del 44 per cento dai due principali azionisti, mentre poco meno di un terzo delle nuove azioni (il 29,6 per cento) non ha trovato acquirenti ed è stato quindi sottoscritto da un folto numero di istituti di credito.

Da quel momento, come diceva Francesco Guccini, «ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione». Caio lascia, Puliti diventa nuovo amministratore delegato. La buonuscita da Saipem include 650mila euro a titolo di preavviso, 1,95 milioni quale incentivo all’esodo e 700mila euro a titolo di patto di non concorrenza e non sollecitazione.

L’importo complessivo sarà erogato entro un mese dalla cessazione del rapporto di lavoro. Che si conclude senza contrasti. Anzi in una nota Saipem fa sapere che «le due parti si dichiarano soddisfatte della chiusura del rapporto di lavoro e non ci saranno altre rivendicazioni», ad eccezione «di quelle concernenti condotte o fatti commessi con dolo o colpa grave».

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