Tempo pieno, la scuola di Domani

Tempo pieno è la rubrica di Domani dedicata alla scuola. In questo spazio vorremmo alimentare un dibattito qualificato sulla scuola e sul mondo dell’educazione in generale. Uno spazio stabile sul sito che ogni lunedì approda anche sulle pagine del giornale. Il nostro impegno è rivolto alle lettrici e ai lettori perché diventino quella larga comunità educante che si ritrova intorno a un giornale: consapevoli di come la scuola si è trasformata, di come si può trasformare e di come non si sta trasformando.
I NUMERI

Valditara annuncia “assunzioni record”, ma la scuola riapre grazie a 250mila precari

Il ministro ha annunciato trionfalmente l’immissione in ruolo di oltre 54mila insegnanti, di cui 6mila per l’insegnamento della religione cattolica. Non c’è alcun record e la precarietà resta una costante strutturale della scuola. Un esercito di supplenti si prepara anche quest’anno ad affrontare la trafila per ottenere un posto. Mentre mancano 40.000 collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi

IL PERCORSO “4+2+1”

Dai professionali alla laurea veloce: l’istruzione classista “a misura” di mercato

La proposta “rivoluzionaria” del ministro prevede quattro anni di scuola superiore tecnica, due di Its Academy e un solo anno universitario per ottenere una laurea triennale. Ma il rischio è di un’università con una corsia preferenziale per il mercato, con un titolo “scontato” e un sapere a consumo rapido

UN’ASSICURAZIONE SANITARIA DI CATEGORIA

La “mutua” per insegnanti è una tendenza rischiosa

Nel recente decreto-legge sulle Pa c’è la possibilità di inserire la fornitura di un’assicurazione sanitaria privata nel contratto collettivo del personale della scuola. Si incomincia dagli insegnanti, ma poi come fermarsi di fronte alla richiesta di altre categorie? La via verso il ritorno alle mutue appare spianata, nella totale dimenticanza che proprio i limiti delle mutue hanno portato all’istituzione del Ssn

SEGREGAZIONE SCOLASTICA

La formula delle scuole di Milano contro la “fuga bianca” dalle periferie

La rete vuole potenziare le scuole più fragili, intercettando e portando alla luce, anche grazie ai “docenti ponte”, le specifiche difficoltà degli istituti. L’obiettivo è far ottenere alle scuole una maggiore eterogeneità nella composizione delle classi, favorendo la scelta delle scuole di prossimità da parte delle famiglie

ALL’UNIVERSITÀ DI MODENA E REGGIO

Laureati a metà: 400 educatori cancellati con un click

Il titolo conseguito tra il 2017 e il 2019 non è più abilitante per lavorare nei servizi per l’infanzia a causa di nuovi criteri introdotti da due decreti successivi. «Ci siamo fidati, abbiamo studiato, lavorato, adesso ci ritroviamo con una laurea mutilata», dice una delle educatrice coinvolte. Secondo le stime più recenti, la “zona grigia” dei laureati penalizzati potrebbe arrivare a 31.000 persone in tutta Italia

L’OSSESSIONE Di VALDITARA

Il ministro e i giovani scansafatiche, anche le imprese lo smentiscono

«Secondo rilevazioni demoscopiche il lavoro non è fra le priorità dei giovani». «Il numero dei Neet è in continua crescita». Sono le parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara in un’intervista a Libero: per lui è tutta colpa della “cultura del ‘68”. Non solo numerose analisi si incaricano di smentirlo, ma è lo stesso mondo delle imprese a non pensarla così

QUANDO LA SCUOLA CHIUDE

L’estate dei due “rubinetti”: i mesi in cui si formano le disuguaglianze

Nei mesi estivi c’è chi deve studiare per recuperare e chi può fare altre esperienze. A far parte della prima categoria sono soprattutto gli studenti che provengono da un contesto socio economico svantaggiato. Come garantire un’estate che sia un’esperienza di arricchimento e di crescita per tutti?

contro libertà d’insegnamento

Riscrivere i libri di storia, l’ultima crociata di destra

L’attacco della deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli al manuale di Laterza “Trame del tempo” fa parte del processo di demolizione della scuola pubblica

comunità educanti

D’estate l’autogestione dei genitori. «Lo stato non riesce? Facciamo noi»

Per supplire alla carenze del sistema d’istruzione e offrire supporto alle famiglie, sempre più istituti si trasformano in centri d’aggregazione anche in orario extra scolastico

Cultura

Insegnare la matematica, è la scuola che crea il divario di genere

Un nuovo studio condotto in Francia dimostra che il divario tra ragazze e ragazzi in matematica emerge sin dai primi mesi di scuola elementare. Migliorare la formazione iniziale degli insegnanti è una delle leve più potenti, ma non basta

STORIA DI UNA BATTAGLIA IDEOLOGICA

Dal Family day al “consenso informato”. L’obiettivo è la sorveglianza educativa

Il Ddl Valditara in discussione alla Camera vieta l’educazione sessuale nelle scuole primarie e subordina ogni attività su questi temi alla valutazione dei genitori nelle scuole secondarie. Così il governo realizza un programma reazionario, ideologico e anti-scientifico in nome della lotta al “gender” nelle scuole

in difesa degli istituti montani

Le scuole dei piccoli centri sono un valore per il Paese, lo dice anche il Consiglio di Stato

Nelle aree montane, gli istituti possono essere chiusi solo in casi eccezionali. Uncem: «La sentenza dimostra che per affrontare il calo degli studenti non si possono usare logiche vecchie e basate solo sui numeri»

Fatti

Noi la scuola, loro il bavaglio: ecco tutti i limiti del ddl Valditara

Gli obiettivi ideologici della libertà educativa promossa dal governo sembrano minare l’autonomia scolastica. In bilico la possibilità di instaurare percorsi di prevenzione alle violenze di genere di educazione sessuo-affettiva. L’antidoto? Continuare ad agire

Didattica identitaria

Il Po non basta più: tutta la geografia che non insegniamo

In un’Italia sempre più plurale, la geografia scolastica resta legata al modello dello stato-nazione. Ma il mondo è cambiato, e la mappa va aggiornata: serve un sapere capace di leggere fuori dai confini

L’ANALISI

La maturità di Valditara: l’ossessione per rispetto e regole, ma niente donne

Anche quest’anno il ministro si è esibito nella tradizionale scelta dei testi d’esame: comincia a suscitare qualche perplessità il modo in cui l’esame viene gestito dai politici di turno per mettersi in comunicazione con la nazione e diffondere i propri messaggi. Se dobbiamo individuare un segno di discontinuità rispetto al passato, è da rilevare nella marginalizzazione delle donne, relegate a una presenza neanche simbolica, quasi accidentale

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