In Italia è stato registrato il decesso di 502 persone, la cifra più alta da gennaio e un numero destinato a crescere ancora nei prossimi giorni, con i nuovi casi che continuano a crescere, anche se non così rapidamente come qualche giorno fa: ne sono stati identificati 20.396, un migliaio più dello scorso lunedì.

Il blocco di AstraZeneca

Proprio ora che ci sarebbe bisogno di accelerare la vaccinazione, lo stop alla somministrazione del vaccino AstraZeneca per un sospetto effetto collaterale precedentemente sconosciuto, minaccia di mandare in stallo gli sforzi non solo italiani, ma di tutta Europa.

La questione è ancora aperta e giovedì l’agenzia europea per i farmaci, l’Ema, comunicherà i risultati di una nuova revisione dei casi di reazioni avverse al vaccino che potrebbe riportare in pista AstraZeneca.

Nell’attesa di una risposta che si spera sia definitiva o quasi, le ragioni che hanno spinto i vari governi europei a decidere il blocco negli ultimi giorni sono diventate più chiare.

Rischio generale

Quello che ormai sembra essere stato escluso da tutti è che il vaccino AstraZeneca possa avere un impatto significativo e generale sull’aumento dei rischi per chi lo assume. In particolare, non sembra che causi un significativo aumento del rischio di formazione di coaguli nel sangue, i famosi trombi di cui si è parlato molto in questi giorni.

Secondo l’Ema, tra i cinque milioni di vaccinati con AstraZeneca nell’Unione europea, i casi di trombosi e coaguli sono stati in tutto 30, una cifra inferiore a quella attesa.

Dati simili arrivano dal Regno Unito, dove i vaccinati con AstraZeneca sono più di 11 milioni. Che il problema non fosse la trombosi in generale, ma una forma specifica e insolita di questa patologia era stato suggerito nei giorni scorsi dalle autorità sanitarie di Danimarca e Norvegia. Ma ieri le autorità sanitarie tedesche hanno precisato con molti dettagli cos’è stato che in questi giorni le ha preoccupate così tanto.

Per i tedeschi, il potenziale problema di AstraZeneca è la scoperta di un numero «notevole» di casi di trombosi del seno venoso cerebrale (Cvst), una patologia che consiste nella formazione di un coagulo di sangue nel punto di confluenza tra due grosse vene all’interno del cervello.

Una rara forma di trombosi

La frequenza di questo tipo di patologia è controversa, ma si ritiene che sia piuttosto rara. Il ministero della Salute tedesco, che ieri ha pubblicato un dettagliato documento di domande e risposte sulla sospensione di AstraZeneca, ha scritto che i suoi esperti si attendevano di riscontrare tra la popolazione vaccinata a due settimane dalla somministrazione un’incidenza di Cvst tra uno e 1,4 casi ogni milione di vaccinati.

Quando la settima scorsa diversi paesi hanno sospeso del tutto o in parte la somministrazione del vaccino, la Germania non li ha seguiti. Fino a venerdì scorso, infatti, in Germania erano stati segnalati solo 4 casi di Cvst tra le persone vaccinate con AstraZeneca, un numero in linea con le aspettative.

Lunedì, però, l’istituto ha ricevuto altre tre segnalazioni di Cvst tra chi ha ricevuto il vaccino AstraZeneca. Questo ha portato il totale dei casi a sette (di cui tre che hanno causato il decesso del paziente). Tradotto, significa un’incidenza pari a 4 casi ogni milione: tra il triplo e il quadruplo dei casi attesi.

Secondo i tecnici dell’Istituto, si tratta di un incremento «notevole» e meritevole di ulteriori indagini. Per questo, hanno votato all’unanimità di proporre al governo tedesco una sospensione temporanea del vaccino. Nella conclusione del suo documento, il ministero della Salute riassume la filosofia che il governo ha deciso di adottare in questa circostanza: «Le vaccinazioni sono una questione di fiducia, non di costrizione. Ogni persona vaccinata deve essere sicura che tutti i fatti relativi al vaccino sono comunicati in modo trasparente e completo e che nulla venga nascosto».

L’Ema: usare il vaccino

La posizione dell’agenzia europa per i farmaci è differente. Dalla settimana scorsa ha ripetuto più volte che l’utilità del vaccino è superiore a tutti i potenziali effetti collaterali, anche quelli emersi in questi giorni. In altre parole, sostiene l’Ema, nel mezzo di una pandemia micidiale il vaccino continua a salvare più vite di quante, potenzialmente, potrebbe metterne a rischio. L’agenzia ha inoltre ricordato che continuano a non esserci prove chiare che colleghino il vaccino ai casi Cvst.

In una conferenza stampa ieri pomeriggio, la direttrice dell’Ema Emer Cooke ha detto che l’agenzia sta esaminando i nuovi dati arrivati dalla Germania e che giovedì prossimo produrrà una nuova raccomandazione.

Pur utilizzando toni prudenti, Cooke ha lasciato intendere i suoi dubbi sulla decisione tedesca. Discutendo della possibilità che i casi di Cvst più che dal vaccino in sé possano essere causati da uno o più lotti contaminati o con difetti di produzione, un’ipotesi circolata molto tra i medici e sui media tedeschi, Cooke ha detto che si tratta di una «possibilità» anche se, arrivati a questo punto, sembra «piuttosto improbabile».

Quando le è stato chiesto esplicitamente se la Germania avesse fatto bene, Cooke è riuscita ad aggirare la domanda.

 

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