Dalla capitale del potere alla profonda provincia italiana. Da Roma a Terni, così vicine sulla cartina ma molto distanti in termini di immaginario di trame e affari. Eppure le connessioni del sistema Verdini arrivavano fin dentro la piccola regione, che da storica roccaforte rossa è passata nelle mani della destra, con la Lega che esprime l’attuale presidente della regione, Donatella Tesei.

Il capitolo umbro non è parte dell’indagine giudiziaria in corso a Roma. L’inchiesta della procura di Roma in cui sono indagati Tommaso e Denis Verdini e il socio Fabio Pileri affronta alcune grandi opere da realizzare in quel territorio, ma non disegna la ragnatela di rapporti che, invece, Domani è riuscito a ricostruire. Pileri del resto è di Terni. Ha mosso qui i suoi primi passi in politica e nell’imprenditoria. Partendo dalle sue relazioni in regione arriviamo molto in alto nella piramide del potere locale.

Il consolidamento dei rapporti avviene spesso, anche in provincia come a Roma, davanti a una tavola imbandita di golosità locali. Cene gourmet che possono diventare l’occasione di incontri d’affari. Avveniva a Pastation nel cuore della Capitale, ristorante dei Verdini. Ed è accaduto anche in cantinette di provincia. Una rete che non coinvolge solo ministri e sottosegretari, ma anche presidenti di Regione. Come Tesei, appunto, leghista alla guida dell’Umbria dal 2019 che in autunno potrebbe essere nuovamente la candidata di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, per guidare palazzo Cesaroni per i prossimi cinque anni.

Tutti a tavola da Fausto

Domani può rivelare di una serie di incontri a cui hanno partecipato la governatrice, l’ex ad di Anas Massimo Simonini, il re dei cementifici umbri Carlo Colaiacovo e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni Luigi Carlini. Loro a rotazione, presenze fisse, invece, erano Tommaso Verdini e Pileri. Il più delle volte erano presenti anche altri imprenditori locali dei lavori pubblici.

Gli incontri si svolgevano ad Arrone, cittadina poco distante da Terni, nella taverna di Fausto Bartolini, storico esponente del centrosinistra umbro in ottimi rapporti con Tesei. Qualcuno che ha frequentato quegli incontri le ha definite cene di potere per agevolare i rapporti tra la politica umbra di centrodestra, l’imprenditoria e Anas. Non è dato sapere quanto fossero incontri conviviali fini a sé stessi o quanto riunioni con scopi precisi. Di certo ci sono state, come conferma uno dei presenti più di rilievo e che a Terni comanda un pezzo del mondo bancario.

«Erano cene gourmet in cui si potevano assaggiare prelibatezze del territorio, tartufi, olio nuovo e i vini prodotti da Bartolini. Prodotti che non mangi tutti i giorni», racconta a Domani Luigi Carlini, professore di medicina legale all’Università di Perugia e presidente della Fondazione Carit, la Cassa di risparmio di Terni. Agli incontri gastronomici, che definisce «scampagnate», ci conferma di aver incontrato Tommaso Verdini e Fabio Pileri, «persona che sta sul territorio e che conosco da anni». Alle cene gourmet era presente anche la presidente della Regione Donatella Tesei. E pure l’ingegnere Massimo Simonini, ex ad di Anas. Indagato anche lui nell’inchiesta che coinvolge i Verdini, Simonini attualmente è commissario straordinario della Grosseto-Fano e della Statale Jonica, confermato dal ministro delle Infrastrutture Salvini anche dopo le notizie sul suo coinvolgimento nell’inchiesta della Guardia di Finanza. Proprio Simonini, lo scorso febbraio 2023, ha dato il via libera per la realizzazione della Guinza, infrastruttura sull’Appennino Umbro-Marchigiano incompiuta da decenni, su cui hanno competenza Regione Umbria, Marche e Anas.

Le cene

«Essendoci un’indagine in corso non posso rispondere a nulla, anche se non so di cosa parlate», ha risposto Simonini alle nostre domande sulle cene. Padrone di casa era Fausto Bartolini, uomo trasversale per tutte le stagioni. Abbiamo provato a contattarlo decine di volte, senza mai avere risposta. Esponente di spicco del Pd umbro, tra i padri fondatori dell’Ulivo, Bartolini è stato uno dei collaboratori di Enrico Micheli, ternano anche lui, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e ministro dei Lavori pubblici a cavallo degli anni Novanta e i primi Duemila, con i governi Prodi, D’Alema e Amato. Chi conosce bene Bartolini lo descrive come un abile tessitore di rapporti trasversali, tanto che dopo la vittoria della Lega alle regionali umbre del 2019 è diventato un fedelissimo degli assessori al Turismo Paola Agabiti (che ha recentemente aderito a Fratelli d’Italia) e quello alla Sanità, il leghista Luca Coletto. I buoni rapporti con la giunta Tesei gli hanno permesso di essere nominato, lui storico esponente del centrosinistra in Umbria, coordinatore della cabina di regia per la spesa sanitaria regionale.

«Si vanta in tutti gli ambienti mostrando le fotografie dell’udienza tra la presidente Tesei e papa Francesco. Dice di averla fatta ricevere dal sottosegretario di Stato vaticano Pietro Parolin», racconta una fonte. Che siano andati a far visita al papa è un fatto confermato da notizie pubbliche. Bartolini fa mostra sui suoi profili WhatsApp di una foto in udienza con il pontefice.

E di certo anche Tesei è stata da Francesco di recente, in un’udienza privata il 23 novembre con i 138 sindaci del cratere sismico. A lei abbiamo chiesto un commento, contattandola direttamente e cercando più volte il suo portavoce, ma non abbiamo avuto nessun tipo di riscontro né alle numerose telefonate né alla domande scritte inviate. Le avremmo voluto chiedere perché Tommaso Verdini avrebbe voluto incontrarla e se il tentativo del lobbista aveva a che fare con la Orte-Mestre, autostrada molto cara a Vito Bonsignore, imprenditore con un passato nel Pdl, indagato anche lui nell’inchiesta della Procura di Roma. Un affare milionario val bene una cena, soprattutto se gourmet.

Parliamo di un’opera da circa 7 miliardi di euro sulla quale il sistema Verdini ha puntato moltissimo. Soprattutto per volere di Bonsignore. Tanto che, con le perquisizioni effettuate dalla finanza a luglio 2022, nel computer di Simonini sono stati trovati documenti riservati interni ad Anas condivisi oltre che con Verdini anche con Bonsignore. Manco a dirlo riguardavano anche l’Orte-Mestre. Altro appalto per il quale Pileri e Verdini hanno tentato di interferire con Anas è relativo a un accordo quadro, lotto 8, relativo al «risanamento strutturale e impiantistico delle gallerie». Anche in questo caso, a dire di Pileri, il gruppo poteva contare su un dirigente apicale dell’azienda di stato, che all’epoca gestiva l’ufficio Area gestione rete della struttura territoriale Umbria.

Lobbismo in provincia

Non ci sono soltanto le cene umbre tra politica, imprese e i soci d’affari Verdini–Pileri. Attorno alle centrali del potere locale la società Inver ha costruito una serie di relazioni utili anche alle casse aziendali. Sfruttando ancora una volta il radicamento di Pileri sul territorio.

Qui comincia un’altra storia. Che ci porta di nuovo a Roma, nella capitale centro nevralgico del sistema Verdini, e ci conduce in via della Scrofa, nella sede legale di Inver e di una seconda società usata dai Verdini dopo le perquisizioni per mantenere al sicuro alcuni contratti. E ci porta anche a una terza azienda, questa volta di proprietà di Francesca Verdini, la compagna del ministro Salvini.

(continua)

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