I Cinque stelle hanno fatto precipitare la loro opposizione alla realizzazione di un termovalorizzatore in un emendamento al dl Aiuti. I Cinque stelle, da sempre contrari alla costruzione di un nuovo impianto a Roma, si erano già astenuti in Consiglio dei ministri quando era all’ordine del giorno il voto sul provvedimento che attribuisce al sindaco Roberto Gualtieri i poteri per scavalcare le competenze della Regione. 

Ora tornano a occuparsi del tema presentando un emendamento al decreto legge Aiuti: il termine per presentarne in commissione Bilancio alla Camera scade domani, e sembra che i grillini non vogliano farsi sfuggire l’occasione di intervenire sul testo. L’emendamento va nella direzione anticipata già nelle ultime settimane: per evitare che il nuovo impianto sia infatti un termovalorizzatore, chiama in causa le direttive europee e il piano per la gestione dei rifiuti steso dalla regione Lazio.

Il contenuto

L’emendamento esplicita che i poteri del commissario sono limitati al 31 dicembre 2026, come prevede la norma che istituisce la figura di commissario al Giubileo. La proposta di modifica sottolinea anche che i poteri speciali vanno esercitati nel rispetto degli obiettivi del Pnrr, in particolare della tassonomia.

Il riferimento è utile per chiamare in causa il principio del Do no significant harm contenuto nelle linee guida per la scelta dei progetti da finanziare con i soldi europei: il senso è quello di privilegiare i casi in cui l’ambiente non viene danneggiato. La regola è contenuta nelle direttive 008/98/CE, 2010/75/UE e 2003/87/CE. 

Nel testo viene evocato anche l’altro asse lungo cui si dipana la strategia Cinque stelle: il Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr) della regione Lazio che prevede la progressiva eliminazione degli inceneritori sul territorio e «la contestuale adozione di soluzioni tecnologiche e gestionali destinate esclusivamente alla riduzione, riciclo, recupero e valorizzazione dei rifiuti».

L’ultima aggiunta al testo che vorrebbero vedere i Cinque stelle è quella di limitare anche la realizzazione di nuovi impianti e le modifiche a quelli esistenti devono avere come obiettivo soltanto quello di migliorare le prestazioni ambientali. Sono infatti escluse tutte quelle che fanno riferimento alla variazione o al potenziamento dell’impianto che possano produrre effetti negativi su ambiente e salute umana. 

I tempi

La trattazione del decreto legge avverrà con una certa tranquillità visto che i partner giallorossi non hanno interesse a evidenziare il proprio disaccordo su un tema così delicato prima della fine del turno di elezioni amministrative. Molto probabilmente, dunque, la discussione in aula non arriverà prima del 21 giugno.

Per la prossima settimana non sono ancora previste convocazioni della commissione competente, ma il fatto che i Cinque stelle abbiano consegnato un emendamento identico alla loro posizione di partenza dimostra come le trattative con gli alleati del Pd per ora non abbiano raggiunto nessun compromesso. Uscita di scena anche Roberta Lombardi, che aveva segnalato disponibilità al dialogo con i democratici sulla questione: la linea intransigente dei grillini appare come una vittoria della linea più integralista. 

Nel pomeriggio l’assessora alla Transizione ecologica della regione Lazio è tornata sull’argomento e ha alzato il tiro: l’ipotesi termovalorizzatore «non guarda al futuro ma al passato. Il Movimento fa opposizione a una finta transizione ecologica, un tentativo che va fermato con decisione» e rivendica il valore del piano regionale che ha contribuito a stendere. «Noi come Regione abbiamo un piano vigente sui rifiuti, non siamo inadempienti, e il commissariamento si predispone o in emergenza -Roma lo è dal 2013, da quando hanno chiuso la mega discarica di Malagrotta- o quando sei inadempiente. Noi non lo siamo».

A rincarare la dose ha pensato anche Giuseppe Conte, che da Palermo ha spiegato che «il nostro contributo è stato già offerto in occasione del Consiglio dei ministri: adesso, in parlamento, nel dialogo con le altre forze politiche, offriamo la possibilità a tutti di una riformulazione di quella norma per migliorarla». Insomma, la linea resta quella meno dialogante per il momento: «Sí ai poteri ai poteri commissariali del sindaco di Roma ma per la realizzazione di impianti che siano compatibili con un futuro sostenibile»

Ieri, durante una riunione online della delegazione dem delle due commissioni competenti, la Finanze e la Ambiente, in cui è stato deciso di votare “no” a questa formulazione. Sarà anche complicato capire come si muoverà Fratelli d’Italia, unica altra forza, al di là di liste civiche presenti sul territorio ma non in parlamento, che si oppone alla realizzazione dell’impianto. E, una volta superata la commissione, i giallorossi dovranno capire come porsi in aula. 

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