Il presidente John Fitzgerald Kennedy non era certamente simpatico agli esponenti dell’estrema destra. Nel giorno della sua visita a Dallas, il 22 novembre 1963, quando venne assassinato da un proiettile sparato dall’ex marine Lee Harvey Oswald, l’organizzazione anticomunista John Birch Society diffuse dei volantini con il suo volto con la scritta “Ricercato per tradimento” e una lista di presunti crimini, tra cui quella di aver favorito l’infiltrazione dei comunisti in America.

A sessant’anni dalla sua morte, invece, il mito kennediano ha trovato ospitalità proprio nel movimento più cospirazionista che ci sia in circolazione. Stiamo parlando di QAnon, quella sorta di setta politica che vede il mondo come il teatro di uno scontro totale tra le forze del Bene, comandate dall’ex presidente Donald Trump, contro una congrega di pedofili satanisti guidati invece da Hillary Clinton oppure da George Soros. In questa visione del mondo, c’è anche posto per i Kennedy.

Ancora vivo

E non per uno qualsiasi, ma per John Fitzgerald Jr., figlio del presidente assassinato, scomparso misteriosamente in un incidente aereo nel 1999. Secondo alcuni aderenti, non sarebbe davvero morto, ma sarebbe pronto a tornare come candidato vice di Trump, anzi il 22 novembre 2021 ci fu un grande raduno di seguaci di questa teoria a Dallas a Dealey Plaza, il luogo dove Kennedy venne assassinato, perché suo figlio sarebbe tornato accompagnato da Donald Trump.

Qualcuno si spinse addirittura a ipotizzare che vicino a lui ci sarebbe stato il clamoroso ritorno di JFK, ancora in vita alla veneranda età di 104 anni. Come si è arrivati a forgiare questo legame? Il punto di partenza è proprio l’assassinio in sé, ritenuto da molte analisi come un momento di rottura nella fiducia dell’opinione pubblica nelle istituzioni del governo federale.

In un certo senso fu quello il punto di partenza di un nuovo stile cospirazionista che prese piede nel mondo progressista, dove JFK era l’agnello sacrificale riluttante a entrare nella guerra del Vietnam, mentre il membro dell’establishment Lyndon Johnson era più sensibile alle sirene del cosiddetto «complesso militare-industriale».

Fatti alternativi

Ovviamente la fantasia di scrittori e autori cinematografici fu attirata da quel momento, e di certo non aiutarono a mettere a tacere le teorie più disparate né la commissione Warren guidata dal giudice capo della Corte Suprema Earl Warren, che in poco meno di novecento pagine escluse altri coinvolgimenti oltre all’assassino, né la commissione della Camera dei Rappresentanti nel 1976 che nel giro di tre anni affermò che forse c’era qualcun altro coinvolto, senza però specificare chi, facendo fiorire i cospirazionismi in argomento, culminati con l’uscita del film di Olivero Stone uscito nel 1991 dal titolo JFK – Un caso ancora aperto, basato sul libro inchiesta del giornalista investigativo Jim Marrs e del procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison, che però anni dopo si sarebbe rivelato pieno di fallacie.

La cospirazione kennediana con il tempo si intrecciò con molte altre relative agli Ufo, allo sbarco sulla Luna e persino all’11 settembre, fino a diventare uno dei punti nodali della versione rovesciata del mondo secondo QAnon. I Kennedy avrebbero scoperto prima di tutti la congrega dietro al cosiddetto “Deep State”, e per questo sarebbero stati fatti scomparire.

Anche l’ultimo Kennedy sceso in politica, Robert Junior, candidato indipendente alle presidenziali del 2024, uno dei maggiori diffusori delle teorie antivacciniste, ha sposato queste ipotesi, distanziandosi però da QAnon, dicendo che anche loro “fanno parte della cospirazione di Big Pharma per allontanarlo dalla Casa Bianca”.

L’assassinio del 22 novembre 1963 insomma ha fatto prosperare quel mood che Kellyanne Conway, una delle principali collaboratrici di Donald Trump, ha sintetizzato con la costruzione di “fatti alternativi”. Un mondo nascosto che oggi è approdato principalmente sui lidi della destra estrema che un tempo riteneva il presidente Kennedy un “traditore”.

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