Sono passati poco meno di due anni da quando a Floridia, in provincia di Siracusa, è stata registrata la temperatura più alta della storia europea, con la colonnina che arrivò a toccare i 48,8 °C. Un record che secondo gli esperti potrebbe essere battuto nei prossimi giorni.

L'Italia infatti, insieme a Spagna, Francia Germania e Polonia, si appresta a vivere una nuova ondata di caldo persistente proveniente da sud, che farà salire le temperature ben oltre i 40°C in gran parte del nostro paese.

Nonostante parte del Nord in queste ultime ore abbia registrato un lieve calo temporaneo, causato dai numerosi temporali – anche piuttosto violenti – che hanno attraversato Alpi e Prealpi, il resto d'Italia sta già affrontando temperature più elevate della media.

«Registreremo temperature ben oltre i 40°C e quindi ci aspettiamo di battere diversi record storici», spiega Serena Giacomin, meteorologa Meteoexpert, climatologa e presidente dell'Italian climate network.

Secondo le immagini fornite dal satellite Copernicus Sentinel-3, che mostravano la temperatura della superficie terrestre (non quella atmosferica) in tutta Italia tra il 9 e il 10 luglio, è possibile notare chiaramente come in alcune città la temperatura al suolo avessero superato i 45°C a Roma, Napoli, Taranto e Foggia, mentre lungo le pendici orientali dell'Etna in Sicilia, molte temperature sono arrivate a oltre i 50°C.

«Luglio è il mese climaticamente più caldo dell'anno, quindi ci si aspettano in generale temperature più elevate. Quello che ci deve però aiutare a capire l'anomalia termica, è che avremo temperature di 8-10 gradi in più rispetto alle temperature tipiche del mese di luglio», continua Giacomin.

Secondo un recente bollettino rilasciato dall'Esa (Agenzia spaziale europea), l'ondata di caldo sta colpendo anche altre città in tutta Europa con temperature atmosferiche che hanno raggiunto i 44°C in alcune parti della Spagna, con Madrid e Siviglia che hanno visto temperature di 46°C e 47°C rispettivamente.

«Si tratta di temperature che non fanno parte dell'estate mediterranea, eccessivamente elevate e con elevati tassi di umidità che sappiamo essere un elemento importante per quanto riguarda l'impatto sulla salute», sottolinea Giacomin.

Infatti, secondo uno studio uscito proprio in questi giorni e pubblicato su Nature Medicine, si stima che le persone morte in Europa tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 a causa del caldo siano state 61.672, di cui 18.010 solo in Italia, che ha registrato 2,28ºC in più rispetto alla media storica, facendone il paese più colpito in termini di popolazione con 295 decessi dovuti al caldo per milione, ben al di sopra della media europea stimata in 114 decessi per milione.

L'ennesima estate da record

Le temperature estreme che stiamo vivendo in queste settimane in tutta Europa si inseriscono in un trend globale di temperature da record. Solo pochi giorni fa l'Organizzazione meteorologica mondiale ha dichiarato che il pianeta ha visto i giorni più caldi mai registrati nei primi giorni di luglio. Uno dopo l'altro.

Mentre secondo un recente rapporto del Copernicus Climate Change Service, giugno 2023 è stato di poco più di 0,5°C al di sopra della media 1991-2020, con temperature della superficie del mare senza precedenti e un'estensione record del ghiaccio marino antartico (con un valore del 17 per cento al di sotto della media).

Inoltre alcune zone del Canada, degli Stati Uniti, del Messico, dell'Asia e dell'Australia orientale sono state significativamente più calde del normale, mentre l'Australia occidentale, gli Stati Uniti occidentali e la Russia occidentale sono stati più freddi del normale. Estremi climatici che ben si inseriscono negli scenari realizzati dagli scienziati.

A causa della crisi climatica le ondate di calore sono aumentate di frequenza durata e intensità in quasi tutte le regioni del pianeta. Ciò che accadeva in media ogni 10 anni, oggi avviene con una frequenza di 3,5 anni in media.

In questo contesto l'Europa risulta essere una delle regioni a più rapido riscaldamento del mondo, con le ondate di calore del 2003, 2010, 2015, 2017, 2018 e 2019 che sono state rese più probabili e intense proprio dalle mutate condizioni climatiche.

Un aumento anomalo dunque, che sta avvenendo in concomitanza con l'inizio del El Nino, fenomeno climatico alla base di importanti variazioni significative della temperatura e delle precipitazioni globali, e che si prevede potrà esacerbare le anomalie che stiamo registrando in questi giorni, almeno fino alla fine dell’anno.

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