Primo scrutinio: una valanga di schede bianche. 672, quante ne sarebbero bastate per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. E invece niente. I grandi elettori ci stanno ancora pensando, i leader di partito e lo stesso premier si mettono ora a intessere dialoghi e confronti. “Meglio tardi che mai” titola Avvenire, che si sforza di vedere il lato positivo.

Come Il Giornale che registra il cambio di strategia del premier: “Draghi si sporca le mani”. Matteo Salvini annuncia, per l’ennesima volta, che presenterà la “rosa” del centrodestra, che già sappiamo conterrà il nome del giudice Carlo Nordio indicato da Giorgia Meloni.

Eppure anche a chi, come noi di Monte Cavallo, è avvezzo alle cronache di palazzo questa prima giornata è sembrata davvero molto negativa. Il nulla di fatto dopo settimane e settimane di ragionamenti è surreale.

Prendete i vari voti dispersi: votare Bruno Vespa, Alfonso Signorini, Giuseppe Cruciani o Amadeus non fa ridere. Non fa più ridere. Poteva funzionare in altri tempi. La goliardia dei peones ieri è apparsa molto fastidiosa e inopportuna: non è mai un gioco votare il capo dello stato. Tanto più ora con centinaia di morti al giorno nel nostro paese da quasi due anni per una pandemia, che ha distrutto uomini e cose.

Con una possibile guerra in Europa alle porte: Joe Biden che schiera le truppe, le Borse che crollano. Il mondo reale, fuori da Montecitorio, non ha nessuna voglia di ridere. Raccontano oggi i giornali che i delegati regionali sono scioccati dal clima che hanno trovato fra deputati e senatori.

Abituati, comunque, a combattere da amministratori con i pesanti problemi reali della gente sul territorio, hanno percepito a Roma nel palazzo un’atmosfera bizantina, auto referenziale, pesantemente involuta. C’è ancora tempo per riscattarsi. Ma poco tempo.

L’importanza di chiamarsi Elisabetta

Il destino vuole che una delle poche donne che nel periodo repubblicano abbia dormito al Quirinale, in una veste ufficiale di governante, sia stata la regina Elisabetta II, sovrana d’Inghilterra. La circostanza fa pensare ad una coincidenza: a stamattina le uniche ipotesi alternative a Mario Draghi dalla lettura incrociata dei vari retroscena dei quotidiani sono quelle di Pier Ferdinando Casini e di Elisabetta Casellati.

Mentre nei vari toto nomi dei quotidiani un’altra Elisabetta, la Belloni, resta una donna “quirinabile”. A questo punto balza agli occhi, per stare in area anglosassone, l’importanza di chiamarsi Elisabetta.

I grandi elettori sono oggi 1.009

Torneranno a essere 1.009 gli elettori oggi, come nelle previsioni, perché senza interrompere la sessione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, la Camera ha sostituito Vincenzo Fasano, morto alla vigilia del primo voto. Ne ha dato notizia su Twitter il deputato e capogruppo del Partito democratico in commissione Affari costituzionali Stefano Ceccanti: «Al posto di Enzo Fasano sarà proclamata Maria Rosa Sessa, detta Rossella, sempre di Forza Italia».

Dalla prima giornata abbiamo una valutazione realistica dei tempi che avranno questi giorni le votazioni: lo spoglio delle schede, dopo le tre “chiame”, inizia verso le 20-20.10, all’inizio dei telegiornali della sera, e si conclude dopo un’ora abbondante. Ieri poi Fico e Casellati sono andati veloci nella lettura perché la scheda bianca prende poco tempo. Diciamo che il nome del nuovo o della nuova presidente arriverà di sera, verso le 21.

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