Nelle prossime settimane qualcosa dovrà cambiare ai vertici dell’Inps. La fase di commissariamento affidata a Micaela Gelera non può durare in eterno. Sono già passati cinque mesi dal decreto di nomina, è necessario arrivare a un assetto definitivo. Per questo il governo, in primis l’uomo delle nomine di Meloni, ossia il sottosegretario Giovambattista Fazzolari, ha già una soluzione. Nel rimescolamento potrebbe prevalere il profilo di Valeria Vittimberga. In passato ha militato nel Fronte della gioventù, l'organizzazione giovanile del Msi, nella sezione di via Sommacampagna: ai tempi dell’università, altrettanto importante, a Roma, oltre a Colle Oppio, sede della nidiata dei Gabbiani nati sotto l'ala di Fabio Rampelli. Oggi Vittimberga è vicinissima a Fratelli d’Italia.

Nella sua carriera ha avuto una lunga trafila all’Inps. Dirigente di prima fascia, nel 2015 era direttrice del presidio unificato per il coordinamento della gestione e valorizzazione delle strutture sociali. Allo stesso tempo rivestiva la carica di direttore centrale approvvigionamenti. E in quest’ultimo ruolo che ha avuto due inciampi che ora potrebbero essere da ostacolo alla nomina, fortemente sponsorizzata da Fazzolari.

Sanzionata due volte

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Il 13 maggio 2015 l’ufficio procedimenti disciplinari dell’istituto di previdenza notifica a Vittimberga il primo esito: «Ritenuto che le giustificazioni addotte dalla dirigente non rimuovono gli addebiti contestati... determina di irrogare la sanzione disciplinare pecuniaria di 500 euro».

Il motivo è descritto negli atti nel fascicolo della papabile futura direttrice generale: ha commesso «molteplici irregolarità nell'ambito della procedura di gara relativa al contratto di acquisizione in economia di una soluzione di energy management per l’efficientamento energetico».

La sua difesa aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. Ma gli ispettori dell’Inps non hanno condiviso le obiezioni. Dunque hanno sanzionato Vittimberga.

Se questo primo procedimento si è concluso con la minima sanzione, lo stesso non si può dire con una secondo il cui esito era stato notificato un mese dopo la sanzione da 500 euro. Il 18 giugno 2015, infatti, l’ufficio Inps decide per la sospensione dal servizio senza retribuzione per sette giorni.

Qui le irregolarità riguardavano alcune scelte fatte da Vittimberga nell’ambito di una gara per «l’affidamento di servizi di supporto tecnico specialistico per la realizzazione di un portale previsto dal progetto europeo S.a.f.e». Anche in questo caso Vittimberga aveva chiesto l’archiviazione del caso, non accolta dal collegio disciplinare Inps.

«Sono incidenti che capitano spesso a chi si occupa della mia materia», dice a Domani la dirigente, che ha deciso di non ricorrere mai in appello, rendendo così definitive le sanzioni. «Ho scelto di non ricorrere perché non mi sembrava corretto mettermi in contraddizione nei confronti dell’istituto per il quale sento un forte senso di appartenenza», spiega.

Fedele alla linea

Nonostante questi due fatti, all’Inps il nome di Vittimberga è tra quelli in rampa di lancio non appena si aprirà il ballo delle nomine. La destinazione ipotizzata è la poltrona della direzione generale, avrebbe le leve del comando dell’Inps.

«Sono voci prive di fondamento, non sono in vista dei mutamenti immediati nella governance», tiene a precisare. Alla domanda se sia tuttora tesserata di Fratelli d’Italia, ammette implicitamente: «Il tesseramento non ha niente a che vedere con il fare politica». Quindi, aggiunge, «sono entrata con un concorso, ho fatto la carriera in maniera autonoma, la politica non c’entra nulla».

In realtà all’istituto nazionale di previdenza è approdata – come tanti altri – nel 2011. In quell’anno ci fu la fusione con l’Inpdap prevista dal decreto Salva-Italia del governo Monti. Sollecitata ulteriormente sulla vicinanza alla destra, si limita ad aggiungere: «La mia è stata una militanza di gioventù, ai tempi dell’università. Rientra tra le mie convinzioni che ogni cittadino può avere. Ma non ho mai fatto politica e non ho mai mescolato la politica con il lavoro».

Fatto sta che a Palazzo Chigi vanta uno sponsor come il potentissimo Fazzolari, che la vedrebbe bene in un ruolo di primo piano. Quella di direttrice generale, appunto. Una decisione presa bypassando il ministero del Lavoro, che preferirebbe evitare scossoni così vibranti ai vertici dell’istituto. L’incarico di direttore generale è stato conferito, nel 2022, a Vincenzo Caridi sotto la presidenza di Pasquale Tridico.

È trascorso poco più di un anno e il mandato del dg ha una durata di cinque anni. Caridi andrebbe in scadenza solo nel 2027. La sostituzione sarebbe l’ennesima forzatura della destra, che verrebbe addebitata a Calderone, che comunque non sembra convinta dal profilo di Vittimberga.

La partita è comunque più complessiva e quindi tutta da giocare per la prossima composizione dei vertici dell’Inps. Le voci di una ripresa delle ostilità si fanno insistenti. Per la presidenza circola il nome di Fabio Vitale, oggi direttore generale dell’Agea (l’agenzia - cassaforte dell’agricoltura), sostenuto dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Tra i due c’è un rapporto strettissimo, Vitale ha una lunga esperienza all’Inps e sogna il grande ritorno. La concorrenza è quella di Gabriele Fava, gradito alla Lega, giuslavorista vicino a Confindustria. Le sue quotazioni, tuttavia, sono in calo.

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