L’Agenzia delle dogane ha avviato il procedimento di sospensione dell’autorizzazione a operare in regime di deposito fiscale per il sito di Nola, in provincia di Napoli, della Ludoil, il colosso energetico dell’imprenditore Donato Ammaturo, dallo scorso maggio editore dell’Espresso, grazie all’acquisizione del 49 per cento delle quote vendutegli dall’amico Danilo Iervolino.

La società non sarebbe infatti in possesso del requisito previsto dalla norma perché le forniture di prodotto in esenzione da accisa non raggiungono «la soglia minima del 30 per cento del totale delle esportazioni di un biennio», si legge nella nota firmata dalla direttrice territoriale, Maria Alessandra Santillo.

Una decisione che inguaia il colosso energetico perché potrebbe avere un effetto a catena anche sul servizio di bunkeraggio nel porto di Civitavecchia. Insomma, uno sconvolgimento degli assetti aziendali. Conseguenze che erano state messe nero su bianco proprio dall’azienda nel corso dell’interlocuzione avviata da tempo con l’agenzia. Carteggi che hanno coinvolto anche l’ex potente direttore delle Dogane, Marcello Minenna, oggi indagato per corruzione in una inchiesta, su altre vicende, condotta dalla procura di Forlì.

L’inchiesta giornalistica

A metà luglio Domani aveva pubblicato la notizia riguardante i contatti tra l’ex direttore dell’agenzia dei monopoli oggi indagato in Emilia-Romagna e Ludoil, proprio attorno alla vicenda del deposito fiscale. Per la cronaca, il colosso imprenditoriale di Ammaturo ha assunto di recente un manager molto vicino a Massimo D’Alema. Si tratta di Rodolfo Errore, nominato amministratore delegato di Luce spa (la holding green del gruppo). Errore fino al 2021 è stato presidente di Sace, società assicurativa finanziaria controllata dal ministero dell’Economia.

Torniamo al deposito fiscale. Minenna era intervenuto a seguito di un provvedimento dell’Agenzia delle dogane, adottato nell’ottobre 2020, che disponeva «la sospensione con revoca dell’autorizzazione al deposito commerciale in regime di deposito fiscale a far data dal primo dicembre 2020». L’intervento “salva Ludoil" di Minenna arrivò il primo giorno da direttore ad interim della Campania e della Calabria. «Le ragioni esposte dal ricorrente risultano, a una prima lettura prognostica, non solo non evidentemente infondate ma anche articolate in modo tale da poter prevedere (…) un potenziale accoglimento delle stesse», scriveva l’economista vicino al M5s, e di recente diventato assessore in Calabria nel governo regionale di centrodestra.

L’allora direttore ad interim aggiungeva anche che la decisione assunta era volta a evitare «un danno irreparabile che sarebbe cagionato dall’interruzione della operatività della società ricorrente». La decisione così sospendeva in via cautelare i provvedimenti assunti indicando agli uffici «ogni attività istruttoria e ulteriore provvedimento all’esito della stessa e ai fini della definizione del ricorso». Seguivano riunione tecniche e una determina, a firma proprio di Minenna, che annullava gli atti impugnati e assegnava agli uffici il compito di una nuova istruttoria. Il tempo e i mesi sono trascorsi senza alcuna decisione, una vicenda che avevamo raccontato a metà luglio e che ora arriva a un punto di svolta.

Lo scorso 4 agosto, dunque, l’agenzia oggi guidata da Roberto Alesse ha avviato il procedimento di sospensione dell’autorizzazione perché l’azienda è carente di un requisito previsto dalla norma. Nell’allegato alla nota si legge: «Il verbale del del 27.07.2023, sottoscritto in contraddittorio con la Società Ludoil Energia, in virtù del quale trova conferma quanto espresso nella citata relazione del Reparto Contabilità Riscossione Settore Accise di questo Ufficio, riguardo la mancata congruità della garanzia prestata». In pratica negli ultimi due anni le estrazioni, per come previsto dalla normativa, non hanno raggiunto la quota del trenta per cento e quindi è stato avviato il procedimento di sospensione dell’autorizzazione a operare in regime di deposito fiscale.

E adesso? Grazie a una circolare dell’agenzia emessa lo scorso giugno, l’azienda può richiedere, entro e non oltre il termine di 20 giorni dalla notifica della presente comunicazione, «la prosecuzione transitoria dell’attività in regime di deposito fiscale previa prestazione della garanzia di fonte legislativa, pari a 6 milioni di euro, corrispondenti al totale dell’immesso in consumo nel mese di luglio 2023», si legge nell’allegato, firmato dal direttore ad interim, Carmine Laudiero.

L’azienda può presentare osservazioni scritte e documenti che saranno tenuti in considerazione dall’agenzia prima dell’emissione del provvedimento finale. Abbiamo chiesto una replica all’azienda, ma non abbiamo ottenuto risposta. Ludoil aveva chiarito in passato «di aver posto in essere tutte le attività necessarie al corretto svolgimento dell’iter burocratico, nel pieno rispetto della normativa vigente». Al momento non è bastato.

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