Il tribunale del riesame di Firenze lascia libero Salvatore Baiardo. I giudici si sono riservati la decisione, che arriverà nelle prossime settimane: per il momento l’amico dei Graviano, gli stragisti Filippo e Giuseppe, per i quali ha curato la latitanza negli anni 90, può continuare a riempire i social con i suoi annunci di discesa in campo con tanto di formazione di nuovo partito.

La procura di Firenze aveva fatto ricorso contro il diniego all’arresto deciso dal giudice per le indagini preliminari, ma si dovrà aspettare per conoscere il verdetto. Baiardo di mestiere faceva il gelataio, il secondo lavoro è da sempre quello di indovino. Fin dagli anni 90, quando era a conoscenza, in anticipo, della collaborazione di Balduccio Di Maggio, uomo chiave per arrivare all’arresto di Totò Riina, abbandonato al suo destino proprio dai Graviano.

Sempre lui aveva previsto l’arresto di Matteo Messina Denaro durante la trasmissione Non è l’Arena su La7, poi chiusa a metà aprile. Una vicenda, la cancellazione del programma, che è all’interno del più ampio fascicolo sui mandanti esterni alle stragi che vede indagato Marcello Dell’Utri e, fino alla morte, anche Silvio Berlusconi. I pubblici ministeri vogliono sapere se la chiusura è stata una scelta aziendale, come sostiene la proprietà, l’editore Urbano Cairo, oppure un piacere al vecchio amico Berlusconi che non ne poteva più delle trasmissioni di Massimo Giletti. 

L’ex gelataio, amico e portavoce degli stragisti Graviano, è indagato per favoreggiamento a Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Con le sue dichiarazioni reticenti e menzognere li avrebbe favoriti nell’indagine che vede l’ex senatore azzurro, iscritto per il reato di concorso in strage e, di recente, anche per intestazione fittizia di beni.

Inizialmente i pubblici ministeri fiorentini lo avevano ascoltato per quattro volte sui suoi presunti rapporti, anche economici, tra i Graviano e l’ex primo ministro. Ma da testimone credibile era presto passato sul banco degli accusati quando ha negato, smentito dalle intercettazioni telefoniche, l’esistenza di una foto compromettente che ritrarrebbe Berlusconi, Graviano e il generale Francesco Delfino.

L’avrebbe mostrata a Massimo Giletti, il conduttore che lo aveva più volte ospitato e che aveva raccolto la rivelazione sull’arresto di Messina Denaro. I pubblici ministeri Luca Tescaroli e Luca Turco hanno depositato un’informativa di 1.500 pagine e altri documenti durante la precedente udienza. Baiardo avrebbe calunniato Giletti per la storia della foto, negandone l’esistenza, ma anche alcuni collaboratori di giustizia, tra questi Gaspare Spatuzza.

© Riproduzione riservata