«L’evento più seguito fino ad ora», lo hanno definito i volontari presenti nel tendone montato a Castel Sant’Angelo a Roma per ospitare Atreju, la convention romana di Fratelli d’Italia. In effetti, quella che ha accolto il panel sulla giustizia era una platea gremitissima: due folte file in piedi ai lati della sala che hanno fatto esplodere un applauso scrosciante quando sul palco è comparso il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. «Delmastro uno di noi», si è alzato fortissimo il coro dei giovani volontari in felpa azzurra, per far arrivare fortissimo il sostegno del suo partito al dirigente piemontese oggi imputato per rivelazione di segreto nel caso Cospito. L’accoglienza trionfale ha superato quella al vero titolare del dicastero e sempre in quota Fratelli d’Italia, il ministro Carlo Nordio, reduce da un tour de force in America e da un altro incontro in mattinata al Congresso nazionale forense degli avvocati, dove ha rilanciato la necessità della separazione delle carriere dei magistrati.

Il vero mattatore dell’incontro, infatti, è stato il sottosegretario, in un botta e risposta tra il serio e il faceto con Matteo Renzi, chiamato in quota opposizioni a sparigliare le carte nel panel insieme anche ai due presidenti delle commissioni Giustizia Giulia Bongiorno della Lega e Ciro Maschio di FdI.

Delmastro disfa

Il tenore dell’incontro, cominciato con tutte le formalità grazie alla presenza del ministro, si è subito acceso quando la parola è stata data proprio al vulcanico sottosegretario. Se questa fase delicata di rapporti tra politica e magistratura suggerirebbero quantomeno di pesare le parole, Delmastro ha scelto di alzare i toni con una serie di attacchi diretti e di slogan gridati tra gli applausi a scena aperta della platea.

Ha esordito con il caso Cospito e le notizie coperte da segreto passate al collega Giovanni Donzelli. «Lo sappiamo tutti che Donzelli non sa tenersi un cecio», scherza Renzi, ma Delmastro non ci sta: «Perché se lo sarebbe dovuto tenere? Tutti auspicano la trasparenza, qui non c'è un segreto e noi l'avremmo dovuto secretare? E perché, perché quelli con cui tu hai governato fino a poco fa fanno le cose e non vogliono che si sappia? Io non vado a trovare Cospito in galera», ha detto riferendosi al fatto che Donzelli, durante il suo intervento alla Camera, aveva detto che alcuni parlamentari del Pd erano andati in carcere a trovare l’anarchico. In realtà, le notizie coperte da segreto e rivelate sarebbero quelle relative ai dialoghi che Cospito ha avuto in carcere con altri detenuti mafiosi al 41 bis e trascritte dagli agenti della penitenziaria in un atto del Dap coperto da segreto amministrativo. Tuttavia, la conclusione di Delmastro è che «Rifaremmo tutto quello che abbiamo fatto per difendere il carcere duro», ha detto rivendicando le scelte personali e politiche fatte dal governo.

Poi, probabilmente galvanizzato dal profluvio di applausi, ha continuato: «In carcere ci finiamo solo io e Renzi forse, perchè siamo normopeso». Entrando nel merito di due vicende giudiziarie separate, quella di Cospito e di un condannato per omicidio, ha infatti spiegato che «questo ometto – ha detto riferendosi a Cospito e al suo sciopero della fame - si è messo all’ingrasso, ha preso 35 kg, poi si e messo a dieta e per questo ha preteso che gli venisse revocato il carcere duro mentre mandava pizzini alla galassia anarchica in cui diceva di attaccare uomini dello stato. Bene se governa la destra un terrorista non può continuare a fare il terrorista», ha concluso. Poi però ha aggiunto altro un attacco diretto a un’altra decisione della magistratura di sorveglianza: «Cospito avrebbe dovuto uscire perchè dimagriva, ora abbiamo scoperto che Fricano, che ha ucciso Erica Pretti a coltellate, è fuori perchè è ingrassato in carcere. Ma che magistratura è che dice che può stare in carcere solo chi è normopeso? Noi vogliamo dare giustizia alla famiglia che vede l’assassino fuori perchè ha preso 200 kg perchè mangiava le merendine, ammesso che lo possa dire e non sia anche questo segreto di stato», ha concluso.

Tra una battuta e l’altra, con il ministro Nordio e la presidente Bongiorno visibilmente imbarazzati e che hanno riportato il dibattito ad un tenore più tecnico, il panel ha visto anche il passaggio in sala dell’ex compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno. Per due volte il giornalista Mediaset è entrato e uscito dalla sala, con anche una rapida stretta di mano ad Arianna Meloni, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Crosetto ricuce

Per un Delmastro che disfa, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scelto invece di ricucire con la magistratura. Ieri ha incontrato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia per chiudere con lo scontro che si era aperto con le sue dichiarazioni che ipotizzava l’esistenza di una «opposizione giudiziaria», ribadita anche in un intervento alla Camera in cui ha confermato di riferirsi ad alcuni convegni di magistrati in cui si commentavano gli interventi legislativi del governo. Un colloquio «cordiale» e chiarificatore, secondo fonti interne, che però prelude un nuovo intervento in aula del ministro, che il 19 dicembre ritornerà con una nuova informativa sulla magistratura. In quella sede presenterà «più elementi, sempre pubblici, che però magari non sono conosciuti in Parlamento, la stessa cosa che ho fatto in procura». Crosetto, infatti, è stato sentito dal procuratore capo di Roma proprio dopo le sue dichiarazioni. Certo è che FdI continua a puntare la magistratura, alternando tentativi abbassare i toni con nuove fiammate, che accendono la platea di Atreju ma non semplificano il lavoro di Nordio in via Arenula.

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