La prima classifica di settembre è comandata dal piglio marziale del generale parà Roberto Vannacci con il suo Il mondo al contrario, autopubblicato e distribuito da Amazon. Saldo, e impavido, al primo posto. Doppiando Tre ciotole di Michela Murgia, Mondadori, al secondo e La portalettere di Francesca Giannone, Nord, in terza posizione.

È divertente notare che Vannacci, da vero incursore, sia l’unico maschio, eterossessuale, bianco, e per di più generale, paracadutato in una top ten dominata per contrappasso da firme femminili fino al nono posto. Secondo costume patrio anche la classifica dei libri si fa un po’ commedia all’italiana. Ricordate Ugo Tognazzi, col basco amaranto, nel meraviglioso Vogliamo i colonnelli di Mario Monicelli?

Il generale ha un curriculum di tutto rispetto che rubrica missioni internazionali in teatri di guerra tra Africa, Balcani e Medioriente; pare tre lauree e un’esperienza personale - dice lui – insolita e affascinante, dice sempre lui, maturata in luoghi lontani ed abbandonati e in circostanze dove i millisecondi per prendere decisioni, spesso drastiche, fanno la differenza. Ancora Tognazzi.

E allora è un peccato che non ce l’abbia raccontata tale maschia esperienza. Di contro al racconto di un mondo al contrario che si è immaginato lui: dominato dagli immigrati, le femministe, gli omosessuali, i neri che non hanno sembiante italiano, gli ambientalisti ecotalebani.

Contro i diritti che, secondo il militare, hanno rovesciato il mondo e l’hanno reso al contrario. Di che? Di quando era normale. Prolissa nostalgia canaglia contro il moderno, zeppa di refusi e di pensieri reazionari. Che il generale veicola soprattutto nei talk di Rete 4. Bassa scolarità, target anziano e telemorente. Che magari non sa usare Amazon o non ha la carta di credito.

Dicono i librai di avere molte richieste di un libro che non possono vendere, perché non distribuito loro, in un paese dove i libri non li legge nessuno. E allora l’ha trovata l’esperto generale la soluzione logistica per la libreria? La logistica, lo sanno sia l’arte della guerra sia i maghi della distribuzione di Amazon, è il presupposto strutturale di ogni vittoria e di ogni successo commerciale.

Ecco, questa è la notizia: il libro a metà settembre sarà distribuito dal piccolissimo editore Il cerchio, scovato a Rimini, in un’edizione ripulita dai refusi e griffata da una prefazione di Francesco Borgonovo che siamo curiosi di leggere. Il libro finora solo su Amazon ha fatto due settimane da primato, vedremo cosa aggiungerà la libreria.

Il mondo reale

Siccome il mondo reale non è tanto al contrario ma piuttosto diviso in due, segnalerei la importante presenza di letteratura femminista e femminile che struttura il resto della classifica. Resa preziosa da due titoli di Michela Murgia, dopo l’ultimo romanzo Tre ciotole, il suo capolavoro narrativo Accabadora, che nel 2009 uscì per Einaudi, e vinse il Campiello, sta al quinto posto.

E Come d’aria di Ada d’Adamo, Eliott, che ha vinto lo Strega al quarto. Al sesto un manuale psicologico, best seller in tutto il mondo, con un titolo che piacerà al generale: Donne che pensano troppo di Susan Nolen-Hoeksema, per Libreria Pienogiorno.

Dopo la storia di Anna, la postina pugliese di Francesca Giannone, quella di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, dagli anni Trenta fino agli anni Cinquanta, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe, ecco anche la saga siciliana di Aurora Tamigio, Il cognome delle donne, Feltrinelli, «Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio».

Nella saggistica tre titoli di Murgia. Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, God Save the Queer. Catechismo femminista, Istruzioni per diventare fascisti, tutti Einaudi. E il vero antidoto alle pulsioni del generale.

© Riproduzione riservata