Nell’ora a metà strada fra la colazione e l’aperitivo, a 12 minuti dalla fine della partita con la Serbia, l’Italia aveva un piede sull’aereo per tornare a casa, sotto di 16 punti, con 11 palloni persi e una serie di occasioni sciupate.

Stamattina invece è a ventiquattr’ore di distanza da uno scontro diretto con Porto Rico (domani, ore 10) che può valere la qualificazione ai quarti di finale, un posto fra le prime otto al mondo che manca dal 1998, con l’ulteriore chance di arrivarci da primi del girone, se contemporaneamente la Serbia dovesse battere la Repubblica Dominicana.

Non è un dettaglio trascurabile: permetterebbe di evitare l’accoppiamento con l’oriundo Paolo Banchero e con gli Stati Uniti, ieri messi in difficoltà a lungo dal Montenegro, ma comunque favoriti per la medaglia d’oro.

Tra il baratro di metà partita e la nuova prospettiva, c’è stato il risveglio guidato dalle triple di Luigi Datome e dai 30 punti personali di Simone Fontecchio, la stella NBA di questa nazionale. Una risalita maturata un passo alla volta, un tiro alla volta, quando la rimonta era ormai assimilabile a un’impresa folle. Poteva farcela solo una squadra folle altrettanto, dai molti volti in sole quattro partite, e la faccia migliore tra tutte quando contava, quando aveva le spalle al muro.

Melli è stato il gigante della difesa, Datome la scarica di adrenalina, Fontecchio la classe e la personalità, con 9 tiri su 11 da due, 2 su 4 da tre e 6 su 8 ai liberi, aggiungendo 7 rimbalzi, 3 assist, una palla recuperata, una stoppata. La sua partita perfetta, alla quale si è sovrapposto il coraggio di Severini nei soli 15 minuti giocati. Non doveva sbagliare, l’Italia. Non ha sbagliato.

Energie ritrovate

Nel girone iniziale era data per favorita, tanto più dopo le scintillanti prove mostrate nel percorso di preparazione, sette amichevoli vinte su sette. La sconfitta contro la Repubblica Dominicana della star NBA dei Minnesota Timberwolves, Karl-Anthony Towns, aveva scompaginato i piani.

Una nuova sconfitta sarebbe stata fatale. Invece il ct Pozzecco ha ritrovato le energie che avevano permesso all’Italia di battere la Serbia negli ultimi due scontri diretti, il primo al preolimpico per andare ai Giochi di Tokyo 2021, il secondo negli ottavi di finale degli Europei di un anno fa.

«Abbiamo scioccato il mondo», ha detto Gianmarco Pozzecco alla fine. Anche lui aveva scioccato tutti qualche giorno fa, dicendo che dopo la sconfitta con i dominicani aveva pensato di gettarsi dal 37esimo piano del grattacielo in cui si trova l’hotel della nazionale.

«Sono un uomo fortunato perché fidarsi di questi ragazzi, dai giocatori allo staff, al presidente, è facilissimo. Non abbiamo rimpianti – ha detto Pozzecco - nella vita la perfezione non esiste. Puoi guardarti indietro e dire che abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Viviamo per le emozioni e oggi ne hanno regalate tante».

Fontecchio ha detto di essere andato a cercare dentro di sé motivazioni sepolte. «Quando ne metti 1, 2, 3 poi il canestro si allarga. La vittoria parte sempre dalla difesa, da lì si prende energia e fiducia. Oggi più di così era difficile fare, siamo contenti della vittoria, battiamo Porto Rico poi vediamo che succede».

 

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