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Il termine “antropocene” è ormai entrato nel linguaggio comune. È stato coniato nel 2000 dall’olandese Paul Crutzen e voleva indicare una nuova èra geologica. Quella, cioè, in cui l’intero globo viene modificato dall’azione dell’uomo.
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La letteratura, in questi anni, ha assorbito questa consapevolezza in diversi modi. Tramite la nostra azione sul mondo, abbiamo iniziato a vedere tutto ciò che uomo non è. E abbiamo iniziato, lentamente, ad assumerne il punto di vista.
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Smarrimento e Capannone n°8 sono libri diversi. Ma con il trasporto di chi è padre da poco: credo che Smarrimento sia, a oggi, il più importante romanzo sull’essere genitori nell’epoca del cambiamento climatico.
Il termine “antropocene” è ormai entrato nel linguaggio comune. È stato coniato nel 2000 dall’olandese Paul Crutzen – premio Nobel per la chimica – e voleva indicare una nuova èra geologica, la nostra. Quella, cioè, in cui l’intero globo viene modificato dall’azione dell’uomo, in cui l’ambiente viene alterato dalla presenza umana nelle sue condizioni chimiche, fisiche, biologiche. È una parola che tenta di racchiudere dentro di sé l’enormità della nostra specie animale, l’unica a essere così



