«La nota di stamattina del ministero della Difesa è di una gravità inaudita. Chi ha firmato quella nota? La segreteria del ministro o gli uffici del ministero? Che il ministero della Difesa (chi?, ribadiamo) mandi alle agenzie di stampa una nota con la quale esalta quanto nelle sue attività lavorative private abbia Crosetto abbia perseguito gli interessi pubblici e rafforzato le imprese produttrici di armi, conferma la sconvenienza della nomina a ministro dello stesso». Così il segretario dei Verdi Angelo Bonelli, che torna sulla nota inviata questa mattina dal ministero della Difesa per scagionare il neoministro Guido Crosetto dall’accusa di conflitto d’interessi sollevata dopo gli articoli di Domani.

Comunicato contraddittorio

«Dal comunicato si evince che il ruolo di ministro della Difesa non possa essere assunto da chi non abbia lavorato nelle industrie delle armi o che non ne abbia curato gli interessi. Esattamente il contrario del buon senso e fuori dai dettami costituzionali» continua Bonelli, che ricorda anche come in interviste precedenti al voto, Crosetto sosteneva che non avrebbe mai fatto il ministro in un potenziale governo Meloni.

«L’attuale ministro in un’intervista del 18 agosto 2022 a domanda chiara del cronista di Tpi: “Ho capito, lei farà il ministro della Difesa?”, aveva risposto “Io sono l’ultimo dei problemi. Mi sembrerebbe inopportuno, dato il mio lavoro”».

Il segretario dei Verdi annuncia battaglia sul conflitto d’interessi di Crosetto. «Alla nota del ministero della Difesa rispondo che sappiamo che a norma di legge non esiste un conflitto d’interessi ed è per questa ragione che abbiamo presentato un emendamento per modificare la legge Frattini. Secondo noi chi ha fatto il lobbista per le industrie delle armi e guadagnando in questo modo milioni di euro non può fare ministro della Difesa, e due mesi fa anche lo stesso Crosetto era d’accordo con noi».

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