Nessun «azzeramento» della giunta pugliese, a Bari il presidente Michele Emiliano minimizza lo scossone politico – conseguenza di quello giudiziario – scoppiato tutto intorno al suo esecutivo, e in un’intervista all’Huffington Post annuncia che cambierà «solo due assessori»: Anita Maurodinoia, che si è dimessa perché indagata per voto di scambio (il marito, Sandro Cataldo, è ai domiciliari nell’ambito della stessa inchiesta); e Rosa Barone, la grillina che ha lasciato dopo la decisione del Movimento di uscire dalla giunta. Emiliano la fa facile: «Dobbiamo solo completare i buchi» e «continuare a lavorare con grande serenità».

È l’esatto opposto di quello che il giorno prima gli ha chiesto Elly Schlein. Che privatamente ha parlato di «azzeramento». Nella prosa sorvegliata del comunicato del partito è diventato la richiesta di «un netto cambio di fase in Puglia». Anche perché per la legge regionale pugliese, «azzeramento» di fatto significherebbe mandare a casa Emiliano: dunque provocare il voto anticipato, e magari spostare il sindaco di Bari Antonio Decaro dalla ruota delle europee (è secondo alla Circoscrizione Sud, dopo Lucia Annunziata) a quella delle regionali. È un suggerimento che la segretaria ha ricevuto.

Ma la linea dei più ascoltati consiglieri in fatto di Puglia è «i problemi di Bari li risolvono a Bari». E a Bari ogni ipotesi di autoaffondamento viene respinta. Emiliano sostiene che la sua giunta «non è toccata in alcun modo dalle indagini in corso». Per di più ha la ragionevole speranza, che però sembra tanto una certezza, che presto i Cinque stelle torneranno in maggioranza.

Del resto dal movimento nazionale viene confermato che è vero che Giuseppe Conte in conferenza stampa ha chiesto di fare «tabula rasa», ma questo non significava necessariamente la richiesta di asfaltare la giunta. Il presidente M5s ha proposto l’introduzione di un assessorato alla legalità. Emiliano ammette che una figura del genere sia «un simbolo», e dà l’idea di non cedere: «Noi abbiamo sempre pensato che l’intera giunta sia una giunta alla legalità. E ancora lo pensiamo». Ma alla fine cederà.

Né azzerare né commissariare

Quanto al Pd pugliese, Emiliano esclude il commissariamento. Lunedì si riunisce la direzione: la segretaria ha chiesto di sospendere dal partito i dirigenti e militanti «attinti» dalle inchieste – sono tre –, il segretario regionale Domenico De Santis ha risposto che c’è una procedura nel partito, e i provvedimenti arriveranno solo all’esito di un’istruttoria.

Risultato: il Pd regionale prende tempo. E la segretaria nazionale si trova per tutto il giorno stretta fra due fuochi. Da una parte le minimizzazioni pugliesi; fra le quali però si gonfia un’ala minoritaria ma oltranzista di osservanza schleiniana, delusa dall’immobilismo locale, che incita Schlein «a fare Schlein» cioè a prendere provvedimenti. Dall’altra le aree della sua stessa maggioranza, quella più movimentista e quella della sinistra interna, che le chiedono di essere conseguente alla promessa di «lotta ai cacicchi» su cui ha vinto le primarie. Per non apparire «vasi di coccio» fra Conte che fa il tiro al piccione sul Pd e si appropria della questione morale e della battaglia contro il trasformismo (un paradosso per chi è stato premier di destra e di sinistra, con la Lega e con il Pd), potentati locali che si blindano; e la destra.

«Non condivido la minimizzazione di un fenomeno come quello del trasformismo, che non riguarda solo la Puglia e che non riguarda solo il Pd», attacca ancora una volta Andrea Orlando, «Penso che in Puglia e chi segue dal nazionale la vicenda abbiano più chiare di me le idee su quali siano gli interventi specifici da fare». «Credo che i democratici pugliesi debbano essere i primi a dare un segnale di rinnovamento al proprio interno», dice Marco Furfaro, che è vicinissimo alla segretaria. «Quando Conte ha rotto il patto delle primarie, la segretaria è corsa a Bari a sostenere la comunità democratica cittadina: un segnale chiaro e forte che l’attacco delle destre, del governo e dello stesso Movimento Cinque stelle non venivano valutati una questione locale».

Questione locale non è certo, quella barese e pugliese, per il Pd. La partita che tentano il M5s e le destre è chiara: provare a sfilare al centrosinistra la guida della città e di una delle due regioni chiave del consenso che il partito ha al Sud. Ma senza una reazione decisa, c’è chi riferisce che qualche candidato attirato dalla lotta alla legalità, più o meno famoso, potrebbe tirarsi indietro dalle liste europee: c’è il giornalista antimafia Sandro Ruotolo, vicino alla segretaria, ma anche altri esponenti civici che ora dicono: «Io devo venire a candidarmi e devo prendermi gli insulti perché voi non fate pulizia?»Anche la minoranza riformista è preoccupata: «Emiliano è una persona per bene», dice Stefano Bonaccini, «Ma serve un fatto nuovo per ripartire e dare ordine alla conclusione della legislatura».

«Emiliano proceda»

Tutte questioni sulle quali Schlein medita per tutto il giorno. Medita anche di rallentare la chiusura delle liste europee, per non aprire altri fronti interni. Ma tutto questo lo medita «chiusa nel suo bunker», lamentano in molti. Confrontandosi solo con la guardia scelta degli strettissimi. Ai quali promette che se il partito pugliese non prenderà subito provvedimenti incisivi, lo farà lei. A sera lo fa.

Un comunicato, ma stavolta parla lei, in prima persona: «Ho chiesto al presidente Emiliano di dare seguito a quello che ho detto venerdì scorso a Bari: tenere lontani trasformisti, transfughi dal centrodestra e persone sul cui rigore morale vi sia la minima ombra. Nel Pd che stiamo ricostruendo, gli interessi sbagliati e le modalità opache devono trovare porte chiuse e sigillate».

Quasi un avviso: «Mi aspetto che proceda dunque a un netto cambio di fase che non può tradursi in una mera sostituzione di chi è uscito, ma solo in un concreto rinnovamento degli assetti di governo regionale che sancisca un nuovo inizio, su basi diverse. Su questa linea confido che il presidente Emiliano operi in tempi brevi e con risultati tangibili».

A stretto giro Emiliano risponde obbedisco: «Darò seguito alle indicazioni della segretaria» con la quale condivice «la necessità di voler dare il segno a un netto cambio di fase che dia il senso di una storia dedicata al presidio di legalità e alla lotta a ogni forma di criminalità anche attraverso l’attività politica quotidiana». 

© Riproduzione riservata