Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha parlato alla Conferenza della famiglia, evento organizzato dal ministero per le Pari opportunità e la famiglia. Draghi ha esaltato il ruolo della famiglia e ha elencato commendevoli iniziative per il suo sostegno, ma non ha mai messo in discussione il presupposto su cui si regge l’intera iniziativa: di quale famiglia parla il governo quando parla di famiglia? In breve: di quella tradizionale.

L’osservatorio di esperti a cui si rivolge la ministra per le Pari opportunità e la famiglia per consultarsi e stendere il nuovo Piano nazionale per la famiglia tiene in considerazione soprattutto il parere di un collettore di associazioni di ispirazione cattolica che rappresenta la famiglia eterogenitoriale, il Forum delle famiglie.

Quando Draghi quindi si è rivolto alla platea della quarta edizione della Conferenza il rischio è che la ministra del suo governo, Elena Bonetti, elabori tutele adatte soltanto ai nuclei tradizionali.

La conferenza che si conclude oggi prende spunto dal lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, creato dodici anni fa e ricostituito proprio dalla ministra a febbraio 2020. Bonetti ha affidato la guida del Comitato tecnico scientifico a Chiara Giaccardi, ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’università Cattolica.

La ministra inizialmente aveva commentato in maniera entusiastica la decisione: «La ricostituzione dell’osservatorio si inserisce a pieno titolo nella progettualità per le famiglie che stiamo costruendo con il Family Act, cui il comitato potrà dare un contributo importante. Ci attende anche la stesura del Piano nazionale sulla famiglia, che definirà le modalità per l’indizione e lo svolgimento della Quarta Conferenza Nazionale sulla famiglia».

La composizione

Le grandi aspettative pesano però anche sugli altri membri dell’osservatorio, individuati dalla legge che lo istituisce: la norma risale a marzo 2009 e porta la firma dell’allora sottosegretario con delega alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi.

Giovanardi ha previsto che dell’osservatorio facciano parte, oltre a una lunga serie di tecnici, anche tre componenti che rappresentino i sindacati, tre delegati delle associazioni dei datori di lavoro e da altri tre «designati dalle associazioni familiari a carattere nazionale».

Tradotto: sono sempre inclusi tre rappresentanti del Forum famiglie, che dal 1992 raccoglie movimenti e associazioni del mondo cattolico «che hanno nei loro interessi statutari la difesa della famiglia».

Nel decreto che ha istituito il nuovo osservatorio nel 2020, la ministra ha voluto fare un passo in più: tra gli esperti «scelti tra soggetti di elevata e comprovata professionalità nel campo delle politiche sociali e familiari», che compongono il Cts, ha inserito anche Gianluigi De Palo, assessore della giunta Alemanno dal 2011 al 2013 e dal 2015 presidente proprio del Forum famiglie.

Oltre a lui, del comitato fanno parte anche Paola Profeta, economista esperta in studi di genere, la statistica Linda Laura Sabbadini e l’ordinario di demografia Alessandro Rosina, e Andrea Simoncini ordinario di diritto costituzionale molto vicino alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e volto noto nel movimento di Comunione e liberazione.

Ai lavori preliminari dell’osservatorio, che sono stati gestiti da quattro gruppi di lavoro in mano ai membri del Cts, hanno dunque partecipato in pianta stabile gli esperti del Forum: erano presenti con relatori in ciascuno dei quattro seminari in cui si è discusso dei temi da affrontare nel Piano nazionale per la famiglia.

Per le altre associazioni di rappresentanza, l’unico strumento per partecipare alla stesura del piano è stato quello della consultazione indetta dal dipartimento competente del ministero da metà luglio a novembre.

Dal report conclusivo dell’iniziativa emerge che sono state presentate 59 proposte, ma la gestione dei lavori, in cui il Forum mantiene una posizione di rilievo considerata da altre associazioni eccessiva.

«Non abbiamo presentato nessuna proposta», dice la presidente dell’associazione Famiglie arcobaleno Alessia Crocini. «Bonetti non si è mai interessata di noi, non ha nemmeno preso posizione sul Ddl Zan se non per sposare la linea del suo partito. Restano ancora troppe questioni aperte che fanno sì che lo stato non ci riconosca come famiglia, l’idea di famiglia della ministra è assolutamente chiara».

 

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