Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione in commissione Trasporti alla Camera su Ita Airways, la compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia, ha fatto sapere che il governo punta a vendere all’inizio dell’estate: «Contiamo di avere le richieste (per la cessione, ndr) entro il 23 maggio e quindi entro giugno arrivare ad una soluzione, salvo incidenti o sviluppi. Il nostro piano è chiudere a giugno», ha detto.

Il breve 2021 di Ita Airways, ha raccontato il Fatto Quotidiano (la compagnia è operativa dal 15 ottobre scorso), si è chiuso con una perdita di oltre 1,9 milioni di euro al giorno, al punto che Ita ha archiviato l’anno con un rosso di 148 milioni di euro, dato ufficializzato all’inizio di maggio, in occasione dell’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci.

Nonostante le perdite, l’aumento di capitale di Ita «verrà erogato quest’anno, non ora perché ora non c’è un problema di cassa», ha assicurato il ministro. L’azienda aveva 4-500 milioni in cassa prima delle perdite e «quando ci sarà bisogno procederemo rapidamente ad erogare». 

La dismissione

Il ministro dell’Economia ha spiegato ai parlamentari che con l'assistenza degli advisor selezionati a marzo ha immediatamente avviato l’attuazione operativa del processo di dismissione. Rispetto alla modalità di vendita, si è optato per la trattativa privata «strumento che appare più efficace per conseguire gli obiettivi industriali e occupazionali fissati dal dpcm». La prima fase.

Nella seconda fase, che si è chiusa alla fine del mese scorso, è stata condotta un’indagine di mercato per la ricerca di operatori del settore o di investitori potenzialmente interessati. Sono state individuate 15 possibili controparti, alle quali è stata inviata una lettera di richiesta», ha detto il ministro. Alla scadenza prevista sono pervenute tre manifestazioni di interesse: «Rispettivamente da Msc/Lufthansa, dal raggruppamento composto da Certares-Air France/Klm-Delta, e da Indigo Partners».

Questi soggetti sono stati ammessi alla “data room”, cioè alla valutazione da parte dei tre potenziali acquirenti dello stato, delle prospettive di Ita sulla base dei dati e delle informazioni resi disponibili dalla società. Si è avviata così la terza fase del processo. I tre potenziali acquirenti potranno anche interloquire con il management di Ita per avere valutazioni e informazioni.

Ai soggetti interessati è stato chiesto di presentare entro il 23 maggio un’offerta vincolante. «È importante che il 51 per cento del soggetto - ha specificato il ministro - sia detenuto da soggetti europei».

La quarta e ultima fase, che inizierà il 23 maggio, prevede l'esame delle offerte vincolanti che saranno ricevute, sotto il profilo finanziario, legale, industriale e occupazionale. Verrà selezionata la controparte che avrà presentato l'offerta complessivamente migliore.

Attualmente non è stata presa una decisione: «Vedremo le tre offerte -ha detto Franco -, sperando che siano tre, in modo trasparente. Non ci saranno segreti», l’obiettivo è quello di «avere un’azienda che stia in piedi e che sia parte di un grande gruppo internazionale».

Il caso Covisian

La situazione della società continua ad essere ingarbugliata e il ministro Franco ha bacchettato il presidente Altavilla. Su Ita Airways nelle settimane scorse era scoppiata la bufera dopo che la compagnia non si è  presentata al ministero del Lavoro per il tavolo Covisian, la società che gestiva il call center della newco e che ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 221 addetti. Il tavolo si è chiuso con un nulla di fatto ed anche Almaviva Contact, presente all'incontro, alla fine ha annunciato la procedura di licenziamento collettivo per 308 lavoratori di call center.

Il ministro dell’Economia ha risposto alle critiche dei parlamentari nei confronti del presidente di Ita, Alfredo Altavilla, anche per non aver partecipato ai tavoli istituzionali ai quali era chiamato. Franco sottolinea che formalmente «non esistono elementi di illegittimità». Ma ha rimarcato  che è «opportuno richiamare tutti a mantenere sempre un profilo istituzionale, comportamenti improntati alla sobrietà» e questo «è un bene anche per la gestione aziendale oltre che sotto un profilo etico».

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