Un faro «sull’efficacia della campagna vaccinale» e le conseguenti «indagini relative agli acquisti delle dosi di vaccino destinate all’Italia». Ma anche la necessità di investigare «sugli eventi avversi e sindromi post vacciniche denunciati». Le premesse sono chiare: con la commissione di inchiesta sul Covid, il governo è pronto a mettere sotto processo le opposizioni, circoscrivendo i lavori dell’organismo alla gestione nazionale dei contagi. Non c’è infatti alcuna riferimento alle scelte compiute dalle regioni durante le ondate pandemiche. Ed è difficile non pensare alla Lombardia a guida leghista.

Stato di accusa

La relatrice del testo, la deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri, non ha nascosto l’obiettivo finale: «Questa è una commissione di inchiesta politica, che serve per accertare le responsabilità politiche del governo sulla gestione della pandemia».

Un «tribunale d’inquisizione», secondo la definizione data dal capogruppo del Movimento 5 stella alla Camera, Francesco Silvestri. La sentenza di colpevolezza è già scritta nella proposta stessa: le forze di maggioranza sfruttano lo strumento di indagine con lo scopo di colpire chi era al governo durante le prime ondate di pandemia. Su tutti Giuseppe Conte e, a seguire, il Partito democratico, in particolare nella figura di Roberto Speranza, in quei mesi ministro della Salute. Addirittura, nel testo base della legge, si chiede di indagare sull’acquisto dei «banchi a rotelle», che rappresentano una parentesi nell’enormità del dramma Covid, ma anche un’ossessione per la destra in asse con Matteo Renzi.

Solo che il governo di allora è all’opposizione e non ha i numeri per contrastare l’operato dell’attuale maggioranza. Un cortocircuito istituzionale, che trova il sostegno di Renzi, a la quale non pare vero di poter colpire il leader del Movimento 5 stelle. Del resto tra le proposte di legge iniziali c’era quella a firma del suo fedelissimo, il deputato Davide Faraone.

E così il leader di Italia viva si è mostrato molto sensibile all’iniziativa della maggioranza: ha dato ordine al Terzo polo di votare con il centrodestra, accettando anche derive antiscientifiche. Ciò nonostante non mancano dubbi e perplessità tra i suoi. L’ex ministra Elena Bonetti, ad esempio, non è convinta di questa battaglia. Poco male, il leader di Iv vede in questo strumento un taxi per avvicinarsi al centrodestra. Sognando per il suo partito la presidenza della commissione.

Covid e riforme

Le conseguenze politiche rischiano di estendersi. «Prima si chiede collaborazione sulle riforme, poi la maggioranza cerca di annientare le opposizioni con una commissione pensata per mettere sotto accusa gli avversari politici. È difficile immaginare un confronto sereno», dice il deputato del Movimento 5 stelle Andrea Quartini.

Conte ha specificato di non essere contrario a prescindere all’istituzione di una commissione di inchiesta sul Covid. L’intenzione era tuttavia di favorire un dialogo con le forze parlamentari «per acquisire materiale utile ad affrontare eventualmente nuove pandemie», spiegano dal Movimento. Il testo base approdato in aula alla Camera lascia poco spazio al dialogo: è un atto d’accusa nei confronti della gestione del Covid.

E, tra i tanti compiti assegnati all’organismo, c’è quello di indagare sulla gestione commissariale di Domenico Arcuri, in particolare sugli «hub vaccinali tra cui i centri temporanei di vaccinazione denominati “primule”». Come se non bastasse, poi, la commissione dovrà anche occuparsi del funzionamento «dell’applicazione Immuni e della piattaforma unica nazionale per la gestione del sistema di allerta per i contagi da Sars CoV-2» e «la gestione della fase iniziale della campagna di vaccinazione».

Regioni assolte

Si chiede poi di verificare «la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe». E spunta addirittura il compito di fare luce «sull’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza», con tratti grotteschi dato che in materia di decreti il governo Meloni è in linea con quanto fatto dal Conte bis. Le regioni sono citate solo come interlocutori del governo, nessun cenno su eventuali indagini per capire cosa sia accaduto in Lombardia. Sarebbe un chiaro dispetto alla Lega.

Il passaggio in assemblea alla Camera non ha sorpreso: durante l’iter in commissione Affari sociali, il centrodestra ha fatto muro contro qualsiasi ipotesi di modifica. «Uno strumento del genere necessiterebbe di uno spirito unitario, senza intenti punitivi, visto che è in corso l’inchiesta della procura di Bergamo a cui il parlamento si sovrappone», osserva Gianni Girelli, deputato del Pd, che ha seguito i lavori sul testo. «L’obiettivo è invece di usare strumentalmente la commissione – aggiunge il parlamentare dem – che ha seguito un percorso forzato, facendo la sponda ad alcune posizioni No-vax». Non sfugge, infatti, che tra i compiti della commissione c’è quello di valutare gli «effetti avversi» dei vaccini con uno sconfinamento della politica nel campo scientifico.

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