Era solo questione di tempo: l’Antitrust ha avviato un’istruttoria sul sottosegretario del ministero della Cultura Vittorio Sgarbi. Le presentazioni, gli eventi, le lezioni a pagamento fatte emergere dal Fatto Quotidiano e segnalate dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano adesso saranno approfondite dal garante.

Nel testo si legge che l’indagine è d’obbligo visto che «dalle prime evidenze emergono elementi dai quali si evince che le attività sopra richiamate siano state effettivamente prestate» e considerato «che le attività oggetto di segnalazione, se confermate, appaiono connesse con la carica di governo, nonché svolte in maniera né marginale, né occasionale», sarebbero in contrasto con la legge. E così il garante della Concorrenza e del mercato, Roberto Rustichelli, ha firmato l’avvio della procedura.

L’attesa

Il ministro, a quanto ricostruito da Thomas Mackinson, avrebbe guadagnato circa 300 mila euro in nove mesi. Per quanto riguarda le richieste, si va dalla lectio magistralis su Caravaggio da 200 euro al minuto, alla mostra su Andy Warhol a Polesella a 6.100 euro e 35 mila euro per curare la “Vergine delle Rocce” in corso ad Agrigento. Il sottosegretario, che non ha mai risposto nel dettaglio, ha confermato di avere partecipato ad eventi a pagamento. Per Sgarbi tutto lecito visto che le sue deleghe riguardano, come si legge sul decreto di dicembre scorso, filoni specifici:

  1. musei, aree e parchi archeologici statali, ad eccezione degli istituti dotati di autonomia speciale;
  2. arte e architettura contemporanea;
  3. sicurezza del patrimonio culturale.

Tuttavia, il sottosegretario può svolgere le iniziative di supporto al ministro con riferimento alla partecipazione agli organi dell’Unione europea e al Consiglio di Europa nelle materie delegate, e può firmare i relativi atti e provvedimenti, inclusi accordi e protocolli di intesa con Regioni ed enti locali.

Al sottosegretario Sgarbi, possono poi essere delegati ulteriori atti specifici tra quelli di competenza di Sangiuliano. Praticamente carta bianca a discrezione ministeriale. La legge a cui fa riferimento l’Antitrust, la legge Frattini, prevede che ciascun titolare di carica di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse, di qualunque natura, addirittura anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati.

Il ministro Sangiuliano, appresa la notizia ha detto di non aver apprezzato la cosa: «Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose». Lui stesso, dopo aver ricevuto la segnalazione degli affari di Sgarbi venerdì 20 ottobre, si è mosso: «Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro». L’allarme all’Antitrust è partito direttamente dal ministero della Cultura.

Per Sgarbi è «diritto d’autore»: «Son felice perché si è già pronunciato a mio favore anche Stefano Passigli, autore di una proposta di legge sulla incompatibilità assoluta e quindi molto più rigida rispetto alla legge Frattini», dice il sottosegretario che aggiunge: «Anche lui sostiene che è regolare un qualsiasi mio intervento riconducibile al diritto d'autore». Chiama in causa «l’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di espressione».

Il sottosegretario fa appello al cosiddetto «diritto secondario», che viene dopo il diritto primario che riguarda la stampa del libro, e in particolare il diritto “theatrical”, vale a dire il diritto di mettere in scena una propria opera o di cedere ad altri il diritto di farlo. Secondo i legali di Sgarbi tutte le presentazioni da lui fatte nell’ultimo anno, da quando cioè è stato incaricato nel governo, sono tratte da suoi libri. «E scrivere libri non è vietato, l’ha fatto pure Sangiuliano». Se si può scrivere, dice, si può mettere in scena. Fa poi ironia sulla richiesta di 10mila euro per presiedere Miss Italia, ruolo sfumato dopo che è esploso il caso.

Sgarbi ha scritto ancora sui social: «Sfido chiunque a trovare un atto da me firmato, anche solo una lettera, con la quale io abbia potuto agevolare miei interessi».

Adesso potrà inviare una sua memoria difensiva. Il procedimento, si legge nella delibera Antitrust, dovrà concludersi entro il 15 febbraio 2024. A quel punto l’Autorità dichiarerà se la sua attività è incompatibile o no, e se il sottosegretario è in conflitto di interesse.

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