A meno di un mese dalle prossime elezioni regionali in Basilicata, la premier Giorgia Meloni è arrivata in terra lucana per sottoscrivere gli accordi tra governo e regione e sbloccare i fondi per lo sviluppo e la coesione: uno stanziamento da 945 milioni, al quale si aggiungeranno anche ulteriori fondi europei destinati a colmare il divario Nord-Sud. L’evento era certamente programmato – come ha specificato il centrodestra – ma il fatto che la firma avvenga in piena campagna elettorale non è apparso casuale e ha immediatamente provocato reazioni da parte del centrosinistra: «Come Achille Lauro, sblocca risorse prima del voto e usa soldi pubblici come comizio per le Regionali. Propaganda governativa senza ritegno», ha commentato il deputato dem Enzo Amendola. Gli accordi di coesione, infatti, sono finanziati da fondi europei vengono firmati dopo che governo e regione hanno trovato un accordo di condivisione sulle proposte di interventi da finanziare.

Del resto, una mossa analoga era stata fatta anche prima del voto in Abruzzo. A pochi giorni dal voto, il governo aveva tirato fuori dal cilindro del fondo di sviluppo e coesione un finanziamento per il raddoppio tratta ferroviaria Roma-Pescara da 720 milioni di euro, pur in arrivo in varie tranche, la più consistente delle quali – da 622 milioni – nel 2027. Anche in quel caso la mossa aveva fatto scalpore, sia perché quella stessa opera era già stata finanziata con il Pnrr ma il progetto era poi stato espunto con la rimodulazione del piano promossa dal ministro Raffaele Fitto, sia perché l’annuncio di Meloni aveva bruciato sul tempo quello del ministero competente, il Mit guidato dal leghista Matteo Salvini.

La pioggia di denaro

Le firme di accordo con Basilicata e Abruzzo, però, non sono le uniche. Sempre sfruttando il fondo di sviluppo e coesione, infatti, Meloni ha sottoscritto ieri un impegno anche con la regione Molise, in questo caso per circa 445 milioni di euro.

Sono ormai mesi che la premier ha iniziato il suo tour per le regioni, con annessa distribuzione di risorse. Due settimane fa, lo stesso è accaduto in Toscana, dove si potrebbe presto andare al voto nel caso in cui il governatore attuale, Eugenio Giani, venisse eletto eurodeputato in giugno. Per la Toscana si parla di 531 milioni di euro – tra risorse nazionali ed europee – che si aggiungono ai 151 già assegnati in anticipazione nel 2021 e nel 2023, per un totale di oltre 680.

Negli stessi giorni, un patto analogo coi fondi di coesione è stato siglato anche con la regione Friuli Venezia Giulia, guidata dal leghista Massimiliano Fedriga. L'accordo in questo caso è da 190 milioni di euro, destinati per la maggior parte a interventi di messa in sicurezza del territorio per il cambiamento climatico. Anche in questo caso la firma è stata un evento molto mediatico, ma soprattutto l’occasione per Meloni di incontrare uno dei possibili contendenti la leadership della Lega a Salvini nel prossimo futuro.

Un mese fa, invece, era toccato alla Calabria di Roberto Occhiuto, dove il patto siglato è decisamente ricco: 2,86 miliardi di euro - di cui 633 milioni già programmati con delibera Cipess e 300 milioni per il Ponte sullo Stretto – che verranno spesi soprattutto per migliorare il sistema dei trasporti in regione.

Tanto quanto Salvini sta girando in lungo e in largo l’Italia per inaugurare cantieri appannaggio del suo ministero, così anche Meloni sta sfruttando le sue prerogative di presidente del Consiglio per toccare più territori possibili, coniugando impegni istituzionali – di grande impatto sia economico che mediatico – e campagna elettorale.

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