«Difficile fare i cosacchi padani con il colbacco in testa a Mosca e contestualmente fare gli alleati dei nazionalisti polacchi». È un passaggio, duro e ironico, del documento firmato dall’ufficio studi di Fratelli d’Italia al Senato: «Adesione di Fratelli d’Italia al gruppo europeo Ecr. Documento di posizionamento», è il titolo delle 16 pagine, in sé non clamorose se non fosse per il capitolo “L’avvicinamento di Salvini al Pis polacco”.

La data è del 16 gennaio 2019, il contesto è quello delle elezioni europee. Mancava solo un mese e mezzo alla diffusione delle notizie sul caso Metropol e il tentativo russo di finanziare la Lega. La questione analizzata dal partito di Giorgia Meloni è l’alleanze europea, cioè in che gruppo finire una volta a Bruxelles.

Nel manifesto di adesione di Fratelli d’Italia ai conservatori europei, il gruppo Ecr, gli autori si concentrano molto anche sulla Lega, che all’epoca governava il paese con i 5Stelle. Lega e Fratelli d’Italia hanno moltissimi punti del programma simili, dall’immigrazione al negazionismo climatico. Tuttavia sul posizionamento europeo la strategia scelta è stata differente, anche se, ora si scopre, che persino Salvini aveva tentato l’approccio con i conservatori di Ecr.

Troppo putiniano

«L'asse conservatore creato da Giorgia Meloni, attrae anche Matteo Salvini, il quale ha incontrato il 9 gennaio (2019 ndr) il leader del partito di governo polacco, Diritto e giustizia (PiS), Jaroslaw Kaczynski, e il ministro dell'Interno polacco, Joachim Brudzinsk, con cui è stato discusso il tema degli immigrati», è scritto nel documento. Quel 9 gennaio Salvini volò a Varsavia da ministro dell’Interno e vicepremier, non mancarono le contestazioni: alcuni video ricordano gli slogan contro di lui per la vicinanza a Putin.

Il leader della Lega mirava a convincere il Pis a creare una grande alleanza in vista delle Europee del 2019. Ma i polacchi gli restituirono un bel due di picche: loro erano già dentro l’Ecr, terzo gruppo all’europarlamento, «in sostanza, non è stato raggiunto l'obiettivo di lavorare per un gruppo unico al Parlamento europeo formato da Ecr ed Enf(così si chiamava il gruppo Lega, Le Pen prima di diventare Identità e democrazia ndr)».

In pratica, è scritto nel documento di Fdi, «L’Ecr non ha alcuna intenzione di sciogliersi dopo l'uscita dei conservatori inglesi dal gruppo, anche perché ha già siglato alcuni accordi in grado di sostituire la quota inglese, tra cui Fratelli d'Italia». Il motivo che rende impossibile la missione di Salvini è però soprattutto un altro: «Tra i principali ostacoli ad un'alleanza tra Lega e Pis, vi è la vicinanza di Salvini a Putin, amicizia non gradita dalla Polonia per evidenti motivi storici. A tal riguardo, è da considerare che la Lega di Salvini ha formalmente siglato un patto nel 2018 con il partito di Putin "Russia unita", rappresentando quindi un'adesione anche programmatica con il partito di Putin. Questo fa della Lega, a tutti gli effetti, un movimento in teoria filo-russo e filo-putiniano.

Situazione molto diversa quella di FdI, che ha in tutte le sedi sempre ribadito di difendere solo l'interesse italiano e di non essere né filo-americano né filo-russo.Le recenti posizioni assunte contro le sanzioni economiche alla Russia e a favore dell'intervento russo in Siria, erano dovute ad una convergenza di interessi italiani e russi, e non da un'ipotetica simpatia di FdI verso Putin e la Russia. Questa chiarezza ha favorito l'adesione di Fratelli d'Italia all'Ecr, e che oggi mette in difficoltà la Lega per la sua politica ambigua». Per i meloniani la linea di Salvini è troppo ambigua, non degna, dunque, dell’Ecr.

Ai polacchi, scrive Fdi, il leghista ha proposto «di farsi garante per il governo italiano affinché la Polonia non venga isolata in Europa, per ottenere in cambio il pieno sostengo nella battaglia contro le istituzioni europee sul tema dell'immigrazione, budget europeo (specialmente riguardo i tagli all'agricoltura) e riforma della governance...Salvini ha offerto a Kaczynski un Patto per l'Europa (sul modello grillo-leghista) in dieci punti, da siglare con tutti quei partiti che "vogliono ridare un senso al sogno europeo", con l'obiettivo di costituire “un'Internazionale sovranista”.

La sua speranza infatti, è quella di mettere fine al duopolio tra popolari e socialisti, facendo diventare i sovranisti la prima forza del Parlamento europeo». È la questione che da qui alle elezioni del 2024 terrà banco: la contrapposizione Lega e Fdi, con la prima che sogna un blocco sovranista con i più estremisti d’Europa, e la premier che aspira a governare l’Europa con un patto conservatori- popolari. Un braccio di ferro che il solo fine del potere. Perché le idee, in fondo, sono sovrapponibili.

© Riproduzione riservata