Il successore di Carlo Fuortes non è ancora nominato, ma lo schema della Rai targata Giorgia Meloni è già ben chiara nella testa dei vertici della maggioranza. Tanto che sulla direzione del Tg1 Meloni si è già esposta personalmente con Gian Marco Chiocci, direttore dell’agenzia AdnKronos. I nuovi posti chiave del servizio pubblico usciranno con ogni probabilità dal Consiglio dei ministri di domani, ma viene ormai dato per certo l’incarico di amministratore delegato per Roberto Sergio e quello di direttore generale per Giampaolo Rossi, l’uomo di riferimento della premier.

Il tandem andrà avanti per un anno, fino alla scadenza originaria di Fuortes: a quel punto Rossi dovrebbe iniziare il suo primo mandato da ad. Dall’appuntamento di giovedì discenderà tutto il resto degli incastri del tetris che è oggi il servizio pubblico, su cui sono ancora in corso le ultime trattative. Che Chiocci prenderà la guida del Tg1 sembra ormai cosa fatta: Meloni gli ha promesso il ruolo mesi fa. Dopo quella conversazione il discorso per entrambi è stato considerato chiuso. Per mantenere la sua fama di interlocutrice affidabile, Meloni si dovrà esporre: preferire un esterno come Chiocchi a un nome come quello di Nicola Rao, a lungo vicedirettore al Tg1 e poi successore del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al Tg2, ha un costo altissimo.

Anche perché, pure all’interno di Fratelli d’Italia, Chiocci non incontra i gusti di tutti. Insomma, Meloni ha preso un impegno che rischia di metterla in difficoltà con gli alleati e con il resto del suo partito. Ma anche lo stesso Chiocci non avrà vita semplice: dovrà prendere confidenza con il video, lasciando il mondo delle agenzie, ed entrare in azienda da esterno. La redazione politica, poi, è tutta da ricostruire: manca un caporedattore, dopo che Natalia Augias è passata alla sede Rai di Londra e il suo vice Francesco Cristino di recente si è occupato più di cultura che di politica.

Resta da vedere anche chi possa diventare il nuovo vicedirettore vicario, la figura di fiducia che tutti i direttori si affiancano. Unico problema: per prassi il vicario è una figura interna all’azienda e, almeno per il momento, non è chiaro chi possa voler coprire le spalle a Chiocci.

Gli altri posti caldi

Per trasformare in realtà i suoi piani per il Tg1, Meloni deve trovare un accordo con la Lega sul destino di Rao. Nel momento in cui Chiocci prende il posto originariamente destinato al direttore del Tg2, Fratelli d’Italia ha bisogno di ottenere dal Carroccio il via libera a tenerlo dov’è: ma Rao è uomo di Rossi e Meloni, quindi FdI si aggiudicherebbe il controllo di due telegiornali. In cambio, però, la Lega potrebbe ottenere la direzione degli approfondimenti: Antonio Di Bella scade a metà mese e a prendere il suo posto potrebbe essere Paolo Corsini, attualmente suo numero due. Corsini è benvisto, oltre che dalla Lega, anche da Rossi e dal ministro Sangiuliano.

Corsini si è anche guadagnato la stima di una figura storica della Rai come Bruno Vespa. Il partito di Matteo Salvini potrebbe ambire anche a guidare Radiorai, dove andrebbe Angela Mariella, attuale direttrice di Isoradio, oltre alla direzione dell’offerta informativa – dove oggi siede Giuseppina Paterniti – che potrebbe finire a Francesco Giorgino, il quale aveva lasciato il Tg1 in polemica con la direttrice Monica Maggioni. Peccato che la stessa Maggioni abbia puntato proprio quell’incarico. La Lega rischia di trovare una sponda anche nella nuova direzione del prime time, oggi in mano a Stefano Coletta, che finirebbe a Marcello Ciannamea.

Tra le ambizioni del Carroccio continua a esserci quella di unificare prime time e day time, creando una superdirezione che rischierebbe però di fare concorrenza a Rossi stesso. Uno sviluppo improbabile, anche perché significherebbe perdere una poltrona da assegnare alla bisogna: nel caso attuale ad Angelo Mellone, vicinissimo al futuro direttore generale. Mellone in realtà vorrebbe la direzione di RaiCultura o delle fiction, ma per adesso non sembra possibile trovare l’incastro giusto per accontentarlo. Poco male, potrebbe sostituire la sua attuale capa Simona Sala al daytime, dove ha già la delega ai programmi che riguardano i territori. Per lui si parla anche di un incarico alla nuova biennale del Mediterraneo che dovrebbe concretizzarsi a breve a Taranto.

L’altro uomo di fiducia di Rossi, Paolo Petrecca, che attualmente dirige Rainews, avrebbe invece già trovato l’accordo per spostarsi a Raisport: al suo posto dovrebbe finire Antonio Preziosi, berlusconiano della prima ora. Sembra ormai sfumata l’ipotesi di portare Preziosi al Tg2 come vorrebbero gli azzurri. Dovrebbe invece mantenere la sua poltrona al Tg3 Mario Orfeo, che ha sempre mantenuto un rapporto di reciproco rispetto con Rossi. Difficile però che all’opposizione sia concesso molto altro: «Non esisteranno più “riserve indiane”» avverte chi è addentro alle vicende del servizio pubblico. Il riferimento è al palinsesto dei programmi considerati “ostili”, per cui si parla già di addii di peso.

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