Tagli alle politiche per i minori e agli adolescenti, una mannaia sugli incentivi per i giovani e per lo sport. Fino ad arrivare a una riduzione di risorse per le adozioni. Il bilancio di previsione del 2024 di palazzo Chigi smonta lo storytelling del governo. A cominciare dalle politiche per le famiglie. Fin dall’insediamento, la premier Giorgia Meloni va ripetendo che la famiglia «è una priorità assoluta». Nelle intenzioni, almeno. I numeri dicono altro.

Famiglie tagliate

Il definanziamento sulle politiche per la famiglia, guidate dall’ultracattolica Eugenia Roccella, ammonta a 15 milioni di euro (-9,14 per cento). Sul dato incide certo il «trasferimento delle risorse stanziate, destinate all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, operato direttamente dal Ministero dell’economia e delle finanze», si legge nella nota preliminare del bilancio preventivo. Ma le risorse girate all’Autorità dell’infanzia sono in totale 4,4 milioni di euro. Resta, insomma, una riduzione di almeno 10 milioni.La scure meloniana si abbatte infatti sul fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, che cala di 1,4 milioni di euro attestandosi a 27,3 milioni. Diminuisce, poi, di 1,8 milioni la dotazione per le adozioni internazionali e viene quasi dimezzato (-2,2 milioni di euro) il trasferimento destinato all’Istituto degli innocenti di Firenze, struttura pubblica dedicata all’accoglienza dei bambini. Il colpo più duro è comunque assestato al fondo per le politiche della famiglia: le risorse scendono di 5,2 milioni di euro.

A palazzo Chigi anche il ministro dello Sport e dei giovani, Andrea Abodi, è stato bistrattato nell’assegnazione delle risorse. Un taglio corposo riguarda la somma assegnata alle politiche di incentivazione e sostegno alla gioventù, con -13 milioni di euro. Ancora peggio va sullo sport, che pure Meloni dice di avere a cuore. Il trasferimento al settore cala di quasi 21 milioni di euro. Vengono ridotti i fondi per le società dilettantistiche (-634mila euro) e per la promozione dello sport di base (-232mila euro). Addirittura è stata azzerata la dotazione di 500mila euro per la promozione del turismo attraverso le manifestazioni sportive, pensata per spingere due distinti settori con un unico stanziamento.

Nel giro di allocazione di risorse, il dipartimento di Abodi perde ulteriori 10 milioni di euro: i 60 milioni di euro per la realizzazione delle opere relative all’Olimpiade Milano-Cortina (ovviamente non rifinanziati) sono stati solo rimpiazzati con 50 milioni di euro elargiti all’istituto di credito sportivo.

Periferie e digitale

E sul digitale va anche peggio: il bilancio diminuisce nel complesso 8,4 milioni di euro dell’agenda digitale italiana. Colpisce la riduzione di singole voci: sono 16 milioni di euro in meno, infatti, i soldi per il fondo Pnrr dedicato ai servizi digitali e cittadinanza digitale. Altro capitolo definanziato è relativo alle «politiche per le situazioni di disagio, in particolare, per quelle a favore delle persone con disabilità», riferisce l’allegato. In questo caso il governo ha deciso di tagliare qualcosa come 59 milioni di euro (il 20 per cento della fetta complessiva), «dovuta prevalentemente – spiegano i tecnici – al mancato rifinanziamento del Fondo per le periferie inclusive che nel 2023 ammontava a euro 10.000.000 e del Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità che nel 2023 ammontava a euro 50.000.000».

Ma non è finita qui. Il governo pare non essere intenzionato neanche a onorare particolarmente le ricorrenze nazionali. Quest’anno, tra le tante celebrazioni, spiccano i quarant’anni dalla scomparsa del segretario del Pci Enrico Berlinguer e lo sbarco in Normandia avvenuto ottanta anni fa che pose fine all’egemonia nazifascista in Europa. Ma le somme destinate «alle celebrazioni a carattere nazionale» sono state praticamente azzerate, dato che sono passate dai 43,2 milioni del 2023 a solo 400mila euro da impiegare per il centenario dell'assassinio di Giacomo Matteotti. Un taglio del 99 per cento. Le mani di forbice di palazzo Chigi non hanno risparmiato l’editoria, affidata al sottosegretario, Alberto Barachini, che perde 119 milioni di euro totali anche a causa dell’azzeramento del fondo straordinario.

Uno dei dipartimenti che vivrà veri e propri momenti di gloria, quantomeno economica, sarà quello delle Riforme istituzionali dell’ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati. In questo caso la dotazione passa dai 105mila euro del 2023 a qualcosa come 1,7 milioni di euro. La speranza, a quanto pare, è che si arrivi davvero a una proposta di legge di riforma costituzionale. Il dubbio, però, è capire se questo accadrà. Perché il grosso delle spese riguarda solo il personale. Insomma, altri soldi a pioggia per rimpolpare staff e dirigenze: 985mila euro saranno destinate alla «struttura di missione per la semplificazione normativa» (non istituita fino all’anno scorso) e altri 680mila euro per la «retribuzione del personale» in servizio proprio in quella struttura.

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