Opposizioni d’amore e d’accordo, ma fino a un certo punto. L’estate militante sta portando bene alla segretaria del Pd Elly Schlein, pronta a capeggiare la raccolta di firme per il salario minimo a 9 euro l’ora, tra consenso online e banchetti alle feste dell’Unità.

A scapito però degli altri partiti, pensa qualche leader, che si stanno attrezzando per reagire. La battaglia, formalmente unitaria, ha trovato gli alleati in posizioni diverse, e adesso è un brulichio di riunioni per far partire le iniziative. Il rischio è che la partita sul salario minimo, che per la prima volta ha unito le opposizioni contro il governo, possa trasformarsi presto in una competizione interna. Con danni per il centrosinistra.

Giuseppe Conte qualche giorno fa ha rivendicato che questa è «la nostra battaglia storica» (e per «nostra» intendeva del suo partito). Vito Crimi fa parte del comitato promotore della petizione, e anticipa a Domani che prossimamente i Cinquestelle sono pronti a partire con gli eventi “fisici”: «In questi giorni abbiamo già fissato alcune riunioni organizzative con tutti i nostri coordinatori locali, faremo delle riunioni formative, perché è importante anche che chi raccoglie le firme sia perfettamente formato, su tutte le obiezioni e tutte tutte le risposte, e cominceremo subito data dalla prossima settimana i banchetti alle feste».

Gli uomini macchina

I più attivi attorno alla raccolta firme non sono ovviamente i segretari, già firmatari della proposta di legge. Per il Pd fa parte del gruppo Marta Bonafoni, consigliera in Lazio e coordinatrice della segreteria rigorosamente in quota Schlein.

Con lei Giovanni Gaspare Righi, definito dalla neo segretaria, dopo le Regionali del 2020, «partner in joy and in pain». Assistente di Schlein da più di 10 anni e ombra di ogni suo passo, oggi è capo segreteria.

Per il Movimento 5 stelle invece si segnala il grande ritorno di Crimi, appunto, l’ex reggente del Movimento che adesso nominano tutti: «Mi ha chiamato il presidente Conte», spiega lui «anche se attualmente non ho ruoli nel partito». Alla battaglia sul salario minimo partecipa l’ex ministra del Lavoro del governo giallorosso, Nunzia Catalfo, nonché inventrice del Reddito di cittadinanza.

Europa verde segue il dossier attraverso Gianfranco Mascia, esperto di movimenti e storico ambientalista. Nonostante il leader Angelo Bonelli sia stato negli ultimi giorni in Amazzonia, non ha fatto mancare video e comunicati. Ev ha intenzione di lanciare un tour carretto-bicicletta in Umbria, dove, fanno sapere, «ci sono 40 mila persone che avrebbero bisogno del salario minimo». Nei prossimi giorni sono pronti a farsi vedere anche sulle spiagge.

Sinistra italiana è in prima linea con Nico Bavaro, «interista, leninista, e responsabile comunicazione di Sinistra italiana», si legge sul suo profilo Instagram. La sinistra radicale ha organizzato la festa nazionale Proxima che coinvolgerà più città, e sarà a settembre. «Abbiamo deciso di mappare i luoghi di lavoro interessati dalla misura per portare lì i fogli per la firma», spiegano.

Non è escluso che alla fine su questo punto saranno coinvolti anche gli altri partiti. Anche PiùEuropa non fa mancare il supporto pubblico, ma si è sfilata dagli adempimenti legali. Al momento ha in cantiere anche la campagna sulla concorrenza e sui balneari, in valutazione anche un’iniziativa al Twiga che ha come obiettivo la ministra del Turismo Daniela Santanché.

Una manifestazione che vuole segnalare l’inopportunità che l’amica di Ignazio La Russa resti al suo posto, nonostante il caso Visibilia e le inchieste giudiziarie e giornalistiche abbiano da settimane evidenziato gli enormi conflitti d’interesse dalla ministra.

I vertici del partito di Emma Bonino hanno preferito non fare parte formalmente del comitato promotore della petizione e dell’associazione. Per non dover lanciare la piattaforma «con i Cinquestelle», dicono a mezza bocca.

Anche Azione si è tenuta alla lontana dall’associazione nata per gestire la raccolta firme per il salario minimo, ma non per motivi politici come sussurra qualcuno. «Solo questioni tecniche e burocratiche, aiuteremo la raccolta in tutti i modi», dicono dall’entourage di Carlo Calenda.

Mentre gli altri ancora pianificano, la macchina del Pd parte avvantaggiata. Le feste dell’Unità sono già in corso, e i banchetti per la raccolta funzionano a pieno ritmo. Magari anche per aumentare gli iscritti: i dem hanno intenzione di distribuire, insieme ai foglietti della petizione senza i loghi di partito, anche un modulo con il simbolo del Pd per chiedere i dati di chi firma.

L’avvio della campagna

Il sito salariominimosubito.it risulta registrato il 4 agosto, il lancio avrebbe dovuto prendere diverse settimane, ma la convocazione di Giorgia Meloni, spiegano fonti parlamentari, ha sparigliato le carte e accelerato l’operazione salario minimo.

La convocazione dell’11 agosto ha così reso necessario mettere sul campo la campagna. Anche se non tutti erano pronti con le penne, c’è la massima soddisfazione per i click. I partiti raccontano che le firme online hanno superato le 200mila unità, nonostante i problemi tecnici delle prime 24 ore (che di tanto in tanto vanno ripetendosi).

Crimi ha spiegato già nei giorni scorsi che «le piattaforme sono tarate su mille accessi contemporanei». Le verifiche, assicurano, saranno rigorose, e il numero sarà affiancato a quello della petizione che verrà depositata alla Camera a settembre insieme alle firme raccolte su carta.

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