I tassi di cambio del mercato libero delle valute a Teheran (non quello ufficiale) stanno mostrando da giorni sensibili ribassi per dollaro, euro e sterlina, segno inequivocabile che il mercato ritiene che il peggio sia passato, e che un attacco contro l’Iran da parte americana sia improbabile nonostante alcuni esponenti conservatori tra cui lo speaker repubblicano alla Camera, Mike Johnson, spingano il commander in chief, Joe Biden, a colpire Teheran nel proprio territorio.

Proprio per evitare l’escalation il segretario di Stato, Antony Blinken è atterrato a Riad, in Arabia Saudita, per la quinta missione di quella shuttle diplomacy iniziata dopo il 7 ottobre che lo porterà anche in Qatar, Egitto, Israele e Cisgiordania. Il segretario americano ha avuto un faccia a faccia con il principe ereditario del regno, Mohammed bin Salman, prima di incontrare il suo omologo saudita, il ministro degli Esteri, il principe Faisal bin Farhan al Saud. Una priorità chiave del viaggio è che il segretario «invii un messaggio direttamente ai paesi della regione che gli Stati Uniti non vogliono vedere il conflitto intensificarsi e che da parte loro non intensificheranno il conflitto», secondo la Reuters che riporta un alto funzionario americano che ha informato i giornalisti in viaggio verso Riad: «È importante presentarsi e dirlo faccia a facia».

L’Iran finora ha evitato qualsiasi ruolo diretto nel conflitto, anche se sostiene questi gruppi di milizie. Media iraniani hanno parlato di circa 50 morti nei raid americani in Siria e Iraq in risposta all’attacco alla Tower 22 in Giordania che ha provocato la morte di 3 soldati americani e il ferimento di altri 40. L’amministrazione Biden ha apertamente affermato di non volere la guerra con l’Iran, nonostante le critiche dei repubblicani al Congresso, alcuni dei quali hanno sostenuto attacchi all’interno dell’Iran. Il Pentagono ha affermato di non credere che neanche Teheran voglia la guerra. Anche il mondo del business americano è stanco del conflitto: secondo la Cnbc, McDonald’s e Starbucks incolpano la guerra tra Israele e Hamas per il rallentamento delle loro vendite.

L’altro obiettivo di Blinken è ottenere un cessate il fuoco a Gaza e un accordo sugli ostaggi ma un'emittente affiliata ad Hamas ha detto che il gruppo sta ancora valutando la proposta elaborata con l’aiuto del Qatar ed Egitto. La dirigenza di Hamas che vive nel Qatar ha alzato la posta e vorrebbe un cessate il fuoco permanente in cambio del rilascio degli ostaggi mentre la dirigenza del gruppo miliziano a Gaza sarebbe pronto ad accettare anche una tregua a termine. Ma Il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua contrarietà alla tregua permanente legata alla volontà di eliminare Hamas da Gaza, mentre ci sono voci, raccolte dalla stampa israeliana, che Hamas stia tornando anche al Nord della Striscia dove si è assistito al parziale ritiro delle forze israeliane.

I cavi tlc

Ma c’è di più. Nel Mar Rosso transita molto commercio navale fisico ma anche internet, cioè dati e informazioni preziosi attraverso un fitto reticolo di cavi sottomarini per le telecomunicazioni. Ben il 17% del traffico mondiale Internet passa sotto il Mar Rosso e questa preziosa risorsa tecnologica potrebbe essere il nuovo obiettivo dei ribelli filo-iraniani Houthi, mentre questi ultimi continuano ad attaccare e navi al largo dello Yemen. Una esclation Internet, dunque? In un messaggio su un canale Telegram vicino ai miliziani del gruppo filoiraniano è apparsa una mappa delle reti nel Mediterraneo, nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo Persico seguita da un messaggio che non ha lasciato tranquilli gli analisti geopolitici: «Pare che lo Yemen si trovi in una posizione strategica, dal momento che linee internet che connettono interi continenti, non solo Paesi, passino qui sotto». Una precisazione che apre una nuova possibile aerea del conflitto. Secondo The Guardian la Yemen Telecom ha affermato di aver compiuto sforzi sia diplomatici che legali negli ultimi anni per persuadere le alleanze internazionali di telecomunicazioni a non avere alcun rapporto con gli Houthi poiché ciò fornirebbe a un gruppo terroristico la conoscenza di come funzionano i cavi sottomarini.

L’Onu nomina Colonna

Le Nazioni Unite hanno nominato una commissione indipendente per valutare la neutralità dell'Unrwa, nell'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre. L'agenzia che si occupa dei profughi palestinesi è nel mirino dopo l'inchiesta che ha fatto emergere che 12 suoi dipendenti, poi diventati 6 su 30mila complessivi, avrebbero partecipato in varie forme ai massacri del 7 ottobre. Il gruppo di lavoro investigativo sarà guidato dall'ex ministro degli Esteri francese ed ex ambasciatrice in Italia, Catherine Colonna.

Bufera alla Cnn

Lo staff della rete americana all news di Atlanta protesta per la presunta copertura distorta del conflitto a Gaza. «Rigurgiti di propaganda sionista» e «censura della prospettiva palestinese» sarebbero alcune delle accuse mosse dalla redazione che parla di «malpractice giornalistica» nel modo in cui la guerra tra Israele e Hamas verrebbe presentata al mondo.

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