L'esercito israeliano mercoledì ha occupato l’ospedale al Shifa di Gaza, che da giorni è al centro delle operazioni militari. Le forze israeliane hanno giustificano l’azione come parte di «un’operazione mirata contro Hamas». Il ministero degli Esteri palestinese ha condannato l’attacco e ha richiesto un intervento urgente da parte della comunità internazionale. Si tratta di «una violazione palese del diritto internazionale, del diritto internazionale umanitario e della Convenzione di Ginevra», ha detto il ministro.

Israele continua la sua avanzata anche a sud intimando alla popolazione a lasciare l’area. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che «non c'è un posto a Gaza dove noi non possiamo arrivare». L’escalation preoccupa l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha dichiarato mercoledì mattina di aver perso i contatti con il personale sanitario all'interno dell'ospedale.

Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha condannato l’accaduto: «Gli ospedali non sono campi di battaglia. Siamo estremamente preoccupati per la sicurezza del personale e dei pazienti. Proteggerli è di massima importanza».

Richiesta di aiuti

Per la prima volta dall’inizio del conflitto il 7 ottobre, l’Egitto ha inviato un autocisterna di carburante. Come riportato da una fonte egiziana, il carburante diretto verso la Striscia di Gaza è stato consegnato all’Onu per «facilitare la consegna degli aiuti». Thomas White, il direttore dell’Agenzia per il soccorso e l’occupazione delle Nazioni Unite (Unrwa) ha detto: «Questo è solo il 9 per cento di ciò di cui abbiamo bisogno quotidianamente per sostenere le attività salva vita». Il carburante è alla base della fornitura di tutti i servizi umanitari a Gaza, che sono vicini al collasso.

Guerra senza confini

Continuano anche gli scontri con il Libano. A seguito dei lanci di alcuni missili provenienti dal nord, Israele ha deciso di rispondere. L’esercito israeliano ha confermato che «l’artiglieria sta colpendo le fonti del fuoco in Libano». Finora sono state colpite le città di Odaisseh, Balat, Labouneh, Marwahin e Serda ma non sono state riportate vittime.

Mediazione internazionale

Dopo il colloquio telefonico con il presidente americano, Joe Biden, il Qatar sta mediando un accordo tra Hamas e Israele per il rilascio di 50 ostaggi a Gaza in cambio di un periodo di tregua di 3 giorni. La notizia è stata segnalata dal giornale israeliano Haaretz.

Sul fronte turco, invece, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con la presidente del consiglio italiana, Giorgia Meloni. I due hanno confermato la volontà di promuovere la sicurezza e la stabilità nelle zone colpite dal conflitto. L’Italia ha sottolineato il ruolo cruciale che riveste la Turchia per la mitigazione della tensione.

A seguito dell’appello, il ministro della Sanità turco ha annunciato che 26 pazienti della Striscia di Gaza verranno trasferiti in Turchia per proseguire le cure. Un passo in avanti proviene anche dall’Organizzazione delle Nazioni unite. Martin Griffths, il capo degli Affari umanitari dell’Onu, ha proposto un piano in dieci punti, non solo per i protagonisti, ma diretto a «tutti quelli che hanno influenza su di loro».
 

© Riproduzione riservata