La Bbc ha citato un alto funzionario della difesa ucraino secondo cui Mosca si trova in una fase di «difesa attiva nella regione di Zaporizhzhia», regione cruciale per le forze ucraine perché passaggio obbligato per far saltare in aria il ponte di terra che collega la Crimea alla terraferma e riappropriarsi dell’accesso al Mar d’Azov.

Riconquistarlo permetterebbe a Kiev di tagliare a metà la fascia orientale di territorio ucraino occupato, creando due blocchi russi separati in modo da isolare le forze russe dalla Crimea.

Funzionari russi hanno, infatti, riferito di pesanti combattimenti nella notte a Orikhiv e Tokmak, a sud di Zaporizhzhia, anche se il think tank statunitense sullo studio della guerra (Isw) riporta che che gli attacchi della notte non abbiano portato a nessun avanzamento. Mentre secondo alcuni blogger russi, Kiev sarebbe riuscita durante la mattinata a conquistare le posizioni occupate da tre reggimenti del Cremlino. Secondo gli esperti militari Tokmak è la città più importante della regione per raggiungere il mare.

Mosca è ben cosciente dell’importanza strategica di Zaporizhzhia, per questo sta costruendo fortificazioni da mesi, costruendo difese elaborate e piazzando mine. Parlando a Radio 4's Today, Jack Watling, ricercatore presso il Royal United Services Institute, afferma che «ci vorranno mesi e molte vittime prima che Kiev riesca a spostare i russi dalle loro posizioni difensive».

Le forze ucraine non hanno attaccato solo il distretto di Zaporizhzhia. Secondo l’Isw ci sono state almeno altri due tentativi di sfondamento e con esiti diversi in tutto l’arco est dell’Ucraina: a Bakhmut e nel Donetsk occidentale. Nella prima, Kiev sta guadagnando tra i 200 metri e i due chilometri di territorio, più limitati invece i guadagni nell’area di Donetsk.

Nel suo ultimo video il presidente Volodymyr Zelensky ha elogiato le forze armate ucraine per i guadagni nei pesanti combattimenti nella regione di Donetsk e ha aggiunto che «c'è un risultato, e sono grato a tutti coloro che garantiscono questo risultato! Bakhmut».

APN

Nel frattempo in Russia un attacco di droni ha colpito la città di Voronezh, a nord-est di Belgord a circa 200 km dal confine ucraino. Si contano due feriti. Mentre in tutta l’Ucraina gli allarmi aerei suonano da mezzanotte. Lo stato maggiore di Kiev ha detto che nella capitale sono stati abbattuti quattro missili da crociera sui sei lanciati dai russi e dieci dei 16 droni.

L’incognita della Diga

Il servizio di sicurezza interna ucraino (Sbu) afferma di aver intercettato una telefonata tra due ufficiali russi.

Nell’audio condiviso su Telegram dall’intelligence ucraina i due uomini dicono che a «far saltare la diga è stato un gruppo di sabotatori russi e che il disastro provocato è stato maggiore di quanto si aspettassero». I due stati si stanno accusando a vicenda di bombardare i soccorsi e i punti di evacuazione.

Paura per la centrale di Zaphorizhzhia

Il reattore della centrale nucleare è attualmente in fase di arresto, ma ha bisogno di continuità nella sua fase di raffreddamento. Questa operazione necessità d’acqua, per questo motivo le centrali sorgono spesso in prossimità di sorgenti idriche. 

La centrale nucleare di Zaporizhzhia utilizza in particolare l’acqua di un invaso che si trova a monte della diga esplosa martedì e l’eventuale abbassamento del suo livello potrebbe portare il sito in una situazione di emergenza. 

È escluso che si verifichi un’esplosione incontrollata come accadde per la centrale di Chernobyl ma si potrebbe comunque creare un “core meltdown”, ossia la parziale fusione del nocciolo con il conseguente rischio di rilasciare elevate dosi di radioattività nell’ambiente esterno.

La Crimea nella controffensiva

Un ex-generale britannico Richard Dannat, ha riferito alla Bbc che dopo lo straripamento del fiume Dnipro a seguito della distruzione della diga Kakhova non c’è alcuna possibilità che Kiev avanzi passando per Kherson verso la Crimea.

Tuttavia dato lo stato delle truppe russe – scarsamente equipaggiate e allenate – è probabile che uno sfondamento ben riuscito dell’ucraina possa «fiaccare il morale delle truppe di Mosca».

Secondo la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, i russi starebbero valutando una ritirata verso l’interno della penisola occupata. La viceministra ha evidenziato come Mosca stia equipaggiando linee difensive lontane dall’attuale linea di contatto tra i due eserciti con i cosiddetti “denti di drago”, ossia barricate in cemento a forma di piramide.

Sui canali Telegram la viceministra ha anche aggiunto che «è probabile che i soldati russi in prima linea, dietro i quali vengono allestite le linee difensive, vengano uccisi», concludendo che «in queste circostanze, l’unico modo per fuggire è arrendersi».

Il coinvolgimento di altre nazioni europee e la Nato

Aerei militari del Regno Unito e Svezia si sono levati in volo ieri sera per intercettare due aerei da ricognizione russi, un Su-27 e un Il-20, mentre volavano nei pressi dello spazio aereo Nato e svedese.

In un comunicato della Royal air force si legge che «gli aerei russi non hanno rispettato le norme internazionali ma sono rimasti nello spazio aereo internazionale e hanno volato in modo corretto». Il comunicato si conclude però con la rassicurazione che si tratta di «un’operazione di routine».

Associated Press/LaPresse

La Svezia ha fatto domanda per entrare nell’ Alleanza atlantica dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ma la sua richiesta si è scontrata con l’ostilità della Turchia del presidente Erdogan.

Nel frattempo il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha dichiarato che consentirà a truppe e armamenti Nato di basarsi su territorio svedese.

Il governo ha deciso che le forze armate svedesi potrebbero addestrarsi insieme alla Nato e organizzare operazioni congiunte future. La decisione è stata presa dal governo per «inviare un chiaro segnale alla Russia e rafforzare la difesa della Svezia».

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha scritto su Twitter che «l’Alleanza è ansiosa di accogliere la Svezia come alleato a pieno titolo il prima possibile»

Armi nucleari in Bielorussia

«La Russia inizierà a schierare armi nucleari tattiche in Bielorussia tra il 7 e l’8 luglio» queste le parole del presidente russo, Vladimir Putin, al termine dell’incontro con il suo omologo bielorusso, Alexander Lukashenko, a Sochi in Russia, dove si sta tenendo un vertice economico con alcune repubbliche ex-sovietiche. I missili nucleari tattici sono le testate meno potenti di un arsenale nucleare. Queste possono essere usate in maniera tattica appunto colpendo gli obiettivi in scala ridotta senza distruggere un ampio territorio. I due presidenti avevano già precedentemente concordato il dispiegamento di missili nucleari a corto raggio nel territorio bielorusso, ma oggi è stato specificato che questo avverrà alla fine dei lavori di costruzione delle installazioni necessarie.

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