Numerosi droni sono stati abbattuti nella notte da entrambi gli eserciti. Le forze di difesa aerea di Kiev hanno abbattuto tredici droni nelle regioni di Odessa e Mykolaiv, altri tre sono stati neutralizzati questa mattina nella regione di Kharkiv.

Nella notte sono proseguiti anche i bombardamenti, specialmente da parte dell’esercito russo. Un attacco russo nella regione di Dnipropetrovsk ha causato un morto e sette feriti. Le bombe hanno causato anche rilevanti danni a infrastrutture civili come case e scuole. Le forze russe hanno bombardato anche Nikopol e la comunità di Marhanets, con artiglieria pesante. Un uomo di 63 anni è stato ricoverato in ospedale per le ferite causate dall'esplosione di una mina. Anche la regione ucraina di Kupiansk è stata attaccata in modo massiccio: un civile di 55 anni è rimasto ferito nei bombardamenti ed è deceduto in ospedale. 

La controffensiva

La controffensiva dell’esercito ucraino prosegue. I vertici militari hanno mostrato la loro soddisfazione in merito all’operazione bellica avvenuta ieri, che ha permesso all’esercito di riconquistare il villaggio di Urozhaine. Inoltre, nella notte l’esercito è riuscito a proseguire l’avanzamento nei territori occupati, consolidando le posizioni sul campo di guerra.  

«Le forze di difesa ucraine continuano a condurre operazioni offensive nelle direzioni Bakhmut, Melitopol e Berdiansk. Nella direzione sud di Urozhayne hanno avuto successo, colpendo con l’artiglieria gli obiettivi nemici e attuando misure di controbatteria»: ha spiegato il portavoce dello Stato maggiore dell’esercito ucraino, Andriy Kovalev.

Le forze armate ucraine hanno anche eseguito massicci bombardamenti nella regione di Kherson causando danni alle infrastrutture. a è uno dei territori occupati dai russi, circa il 75 per cento della regione è ancora in mano alle forze di Mosca. 

Insomma, sono giorni positivi per le forze armate di Kiev che ora possono proseguire i combattimenti con più speranza. Vanno in questa direzione le parole del ministro degli esteri Dmytro Kuleba: «Il nostro obiettivo è la vittoria, la vittoria sotto forma di liberazione dei nostri territori. Finché il popolo ucraino condividerà questo obiettivo, il governo si muoverà mano nella mano con il proprio popolo».

Un altro fatto positivo è avvenuto ieri: la partenza di una nave cargo carica di prodotti cerealicoli dal porto di Odessa. Ma ancora più significativo è il fatto che, nonostante le ripetute minacce, i russi non abbiano in alcun modo ostacolato la navigazione della nave. Infatti, a seguito della sospensione dell’accordo sul grano, il presidente Vladimir Putin ha più volte avvertito del fatto che se una nave fosse partita dai porti ucraini, l’esercito russo non avrebbe esitato a considerarla come una nave da guerra.

Dunque, i combattimenti proseguono senza sosta e il presidente Volodymyr Zelensky ha, proprio oggi, prorogato la legge marziale fino al 15 novembre.

Le questioni aperte con gli alleati

Nonostante gli alleati dell’Ucraina si siano fin da subito resi disponibili nell’aiutare l’esercito, fornendo armamenti e aprendo la strada all’adesione dell’Ucraina nella Nato, continuano ad esserci delle questioni aperte. Innanzitutto, l’esercito ucraino ha un bisogno costante di nuovi equipaggiamenti militari, che gli stati alleati non stanno facendo mancare, ma che l’Ucraina vorrebbe ricevere in quantità maggiori e con più celerità. 

Il presidente Zelensky ha lanciato tantissimi appelli ai suoi alleati e oggi anche il ministro Kuleba torna sull’argomento dicendo: «L'Ucraina avrà bisogno delle armi dell’occidente finché non avrà vinto la guerra».

Gli alleati nutrono però dei timori sull’uso degli armamenti dati a Kyev. Infatti, molti paesi hanno paura che le loro armi vegano utilizzate fuori dal territorio ucraino, un fatto che potrebbe dare a Putin l’occasione per prendersela con gli stati occidentali, primi fra tutti gli Usa. Ma Kuleba tenta di tranquillizzare l’occidente fornendo garanzie sul fatto che le armi di paesi esteri non verranno mai impiegate per operazioni militari fuori dai confini ucraini: «Se inostri partner ci chiedono di garantire che tale arma sarà usata solo sul territorio ucraino, noi diamo questa garanzia e la manteniamo».

Fra i principali armamenti arrivati a Kiev ci sono i caccia F-16, per poter pilotare questi sofisticati aerei da combattimento però i piloti ucraini necessitano di un addestramento specifico. 

«Nel prossimo inverno, l'Ucraina non sarà in grado di proteggere i suoi cieli con i caccia F-16. Tuttavia, i piloti ucraini inizieranno presto l'addestramento nei paesi membri della coalizione dell'aviazione. C'erano grandi speranze per gli aerei F-16 poiché dovevano diventare parte della difesa aerea per proteggere l'Ucraina dal terrorismo russo di missili e droni. Tuttavia, la questione dell'addestramento di piloti , ingegneri e altro personale è andata avanti. I nostri piloti saranno presto addestrati nei paesi membri della coalizione dell'aviazione»: ha spiegato oggi Yuriy Ignat, portavoce dell'Aeronautica militare delle forze armate dell’Ucraina.

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