Finisce in anticipo il Jamboree 2023, il raduno mondiale degli scout a cui hanno preso parte 43mila giovani provenienti da 150 paesi diversi. Dopo le numerose difficoltà incontrate già nei primi giorni dell’evento, il comitato organizzatore e il governo sudcoreano hanno dovuto gestire una situazione ancora più complessa: l’arrivo di un tifone che dovrebbe abbattersi sulle coste coreane, proprio dove era stato allestito il campo. Il governo coreano, in accordo con le associazioni, ha deciso di evacuare il sito dove si stava svolgendo il Jamboree e trasferire i diversi contingenti in zone sicure.

AP

«L’evacuazione fa parte di una risposta di emergenza. Sono stati messi a disposizione dormitori universitari, centri governativi e alberghi» ha detto il ministro dell'Interno, Lee Sang-min.

In questi giorni il Jamboree prosegue ma con una forma diversa, sicuramente lontana dai principi che hanno da sempre ispirato tutte le edizioni del Jamboree: la conoscenza reciproca che consente la costruzione di una fratellanza mondiale. Infatti, il fondatore dello scoutismo, Robert Baden Powell, aveva immaginato il Jamboree come un’opportunità per educare alla fratellanza in un’ottica di pace fra i diversi popoli. Valori che quest’anno assumono ancora più rilevanza. Infatti, l’edizione del 2023 è la prima dall’epidemia da Covid-19, che ha isolato paesi, popoli e persone, e la prima dallo scoppio del conflitto fra Russia e Ucraina. L'esperienza del Jamboree, quindi, è fortemente legata alla condivisione, al dare quanto al ricevere, alla conoscenza del mondo, vivendo insieme in un unico luogo. Un’esperienza che quest’anno viene vissuta a metà: sarà infatti complesso, se non impossibile, sperimentare la conoscenza di nuove culture dal momento in cui i diversi contingenti sono ormai sparsi per tutto il paese. 

I problemi nell’organizzazione

I primi giorni del raduno si sono svolti all’insegna delle ondate di caldo che hanno fatto star male centinaia di ragazzi.

Ma il motto degli scout è «Estote parati», siate pronti, quindi le varie associazioni si sono messe a lavoro per garantire lo svolgimento delle attività. 

Il governo di Seul, invece, non sembra essersi fatto trovare pronto. Infatti, i medici e le attrezzature fornite inizialmente non sono affatto bastati. Così, in ritardo, il governo di Seul si è attivato e ha mandato altri medici, infermieri e attrezzature agli oltre 40mila scout.

Questo però non è stato sufficiente, infatti, già la scorsa settimana, il contingente americano e quello inglese hanno lasciato il sito dell’evento.

Il luogo dove si sono svolti i primi giorni del Jamboree si è fin da subito rivelato inospitale: il caldo e l’umidità hanno creato un habitat ottimale per molti insetti. Inoltre, vaste aree del campo erano sommerse da acqua fangosa costringendo i ragazzi a montare le tende su delle piccole strutture rialzate: un rimedio non ideale. Molti genitori hanno segnalato sui social le scarse condizioni igieniche dei servizi sanitari. Il luogo scelto dal comitato organizzatore, formato da funzionari coreani senza alcuna esperienza scout, è un’area costiera da poco bonificata, senza alberi per dare riparo dal caldo. 

Non vi è stata alcuna lungimiranza da parte del comitato organizzatore, che avrebbe potuto prevede senza particolari difficoltà i disagi che si sono riscontrati. 

Negli anni in cui i cambiamenti climatici sconvolgono molte zone del mondo sarebbe stato necessario mettere in conto la possibilità che le temperature sarebbero state ancora più alte del solito e che il rischio di eventi climatici estremi, come i tifoni, è sempre più grave: non una grande idea quella di tenere il Jamboree in un luogo privo di vegetazione e vicino alla costa dell’oceano.

Una vergogna nazionale

Alla vigilia della decisione di evacuare il sito del Jamboreee, numerosi media locali hanno avanzato preoccupazioni circa le ripercussioni sulla reputazione della Corea del Sud nel gestire i grandi eventi, definendo la gestione del Jamboree una «vergogna nazionale». Infatti, numerosi politici hanno sottolineato come l’esperienza del Jamboree abbia sollevato dubbi sull’idoneità della Corea a ospitare l’Expo 2023 a Buan. Inoltre, la Corea del Sud è stata scelta per ospitare la Giornata mondiale della gioventù nel 2027: un evento che porterà numerosi giovani provenienti da tutto il mondo. 

Le mancanze organizzative del Jamboree diventano ancora più gravi dal momento in cui, come riferito dai media locali, politici e gruppi civici avevano lanciato avvertimenti sulla necessità di preparativi approfonditi. Un esponente del Partito democratico, Lee Won-taeg, lo scorso anno, aveva esortato il ministro Kim Hyun-sook a preparare misure dettagliate per contrastare potenziali problemi, tra cui condizioni meteorologiche estreme e controllo dei parassiti: «Se non ci prepariamo a fondo, il Jamboree potrebbe incontrare seri problemi».

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