Un sofisticato attacco a sorpresa dal cielo e da terra: pick-up penetrati in Israele sparando e facendo prigionieri civili e militari, deltaplani per superare le barriere, motociclette passate nei varchi delle reti e una pioggia di migliaia di missili.

Un raid a sorpresa di sabato, giorno di festa ebraica, che non avveniva dalla Guerra del Kippur cinquanta anni fa e che manifesta un deficit dei servizi di intelligence. Un ottobre nero per Israele. Così Hamas, che controlla la striscia di Gaza dal 2007 e si oppone all’Anp palestinese di Abu Mazen, forte a Ramallah, ha colto di sorpresa Israele in un attacco che ha provocato almeno 150 morti in Israele, oltre mille feriti e la cattura di decine ostaggi: questo il drammatico bilancio provvisorio degli attacchi condotti da Hamas, secondo media locali.

Secondo Haaretz, israeliani sono tenuti in ostaggio nei kibbutz di Beeri e Ofakim e ci sarebbero in corso negoziati per il loro rilascio. La rappresaglia condotta dagli aerei israeliani su Gaza avrebbe provocato almeno 200 morti e 1600 feriti, bilancio provvisorio con l’escalation ancora in corso.

Le parole di Netanyahu

«Siamo in guerra», ha affermato il premier Benjamin Netanyahu aggiungendo di aver dato l'ordine all'esercito di richiamare i riservisti e di «rispondere alla guerra con irruenza e un'ampiezza che il nemico non ha conosciuto finora». «Il nemico - ha sottolineato - pagherà un prezzo che non ha mai dovuto pagare. Vinceremo». I riservisti, alcuni dei quali si erano rifiutati di prestare servizio per protesta contro la riforma del governo contro il potere giudiziario, hanno sospeso l’agitazione in un momento così drammatico.

«Un certo numero di terroristi sono penetrati in territorio israeliano da Gaza», ha reso noto un portavoce militare israeliano. Sul web si sono intanto diffuse immagini - la cui autenticità non è confermata - che mostrano miliziani palestinesi in volo con deltaplani da Gaza verso Israele. Un portavoce delle forze di difesa israeliane ha confermato che civili e soldati israeliani sono tenuti in ostaggio a Gaza.

La risposta di Israele

L'esercito israeliano ha reagito dando inizio alla Operazione Spade di ferro. L'esercito ha confermato il lancio di almeno 2200 razzi da Gaza ma Hamas parla di 5 mila. «Sono in corso combattimenti in sette località di Israele», ha aggiornato la emittente pubblica statale israeliana.

Il mondo reagisce all'attacco sferrato contro Israele. Il presidente americano Joe Biden ha telefonato a Netanyahu per assicurare che gli Stati Uniti sono al fianco di Israele e sostengono il suo diritto alla difesa.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito in un messaggio al Presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog «la più ferma e convinta condanna» del «proditorio attacco, che attenta alla sicurezza di Israele e allontana la prospettiva di una pace duratura tra israeliani e palestinesi». Oltre all'Italia, anche l’Unione europea e altri Paesi occidentali si sono schierati a favore del diritto di Israele a difendersi, esprimendo condanna per gli attacchi di Hamas, mentre l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha definito «terribili» le notizie di civili presi in ostaggio nelle loro case o a Gaza, chiedendone la liberazione. Mosca - attraverso Mikhail Bogdanov, vice ministro degli Esteri russo - si è detta «sorpresa» degli attacchi e ha chiesto un cessate il fuoco.

Le reazioni saudite

Senza nominare Hamas, il ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita ha chiesto l'immediata cessazione dell'escalation tra le fazioni israeliane e palestinesi.

In un comunicato si legge di aver ripetutamente avvertito che la continua occupazione di Gaza da parte di Israele potrebbe favorire ulteriori violenze. Molti analisti credono che l'Operazione Tempesta al Aqsa abbia come vero obiettivo politico Riad. Non sembra un caso che il massiccio attacco lanciato dai fondamentalisti islamici di Hamas avvenga mentre sono in corso i negoziati per un accordo fra Israele e Arabia Saudita che metterebbe in un angolo Hamas favorendo la più moderata Anp. Altri sottolineano la forte presa di posizione di Doha a favore di Hamas. Il ministero degli Esteri del Qatar ha rilasciato una dichiarazione affermando che «solo Israele è responsabile dell’attuale escalation di violenza contro il popolo palestinese».

Ha invitato le parti a dar prova della massima moderazione e ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché impedisca a Israele di utilizzare questi eventi come scusa per lanciare una guerra sproporzionata contro i civili palestinesi a Gaza. Le parole «solo Israele», sono una presa di posizione molto netta a sostegno di Hamas. Mahjoob Zweiri, professore all’Università del Qatar, ha affermato che gli eventi delle ultime ore hanno «cambiato le regole del gioco per la politica della regione».

Mohammed Deif, capo dell'ala militare di Hamas, ha precisato che l'operazione rappresenta una reazione «alla profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme» e al rifiuto da parte di Israele di «liberare i nostri prigionieri». Misure di sicurezza sono state approntate lungo la linea di demarcazione con la Cisgiordania e nelle città di Israele a popolazione mista di ebrei ed arabi.

Hamas «ha commesso un grave errore lanciando una guerra contro lo Stato di Israele», ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant. «Lo Stato di Israele - ha concluso - vincerà questa guerra». L’importante è non cadere nella trappola dei fondamentalisti reagendo oltre misura.

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