Ennesima fumata nera a Kabul. I Talebani, più abili con le armi che con i giochi politici, hanno posticipato ancora una volta l’annuncio del nuovo esecutivo, previsto inizialmente per la giornata di venerdì. Due fonti talebane hanno infatti riferito all’Afp che non ci sarà alcun annuncio a breve sul futuro governo che dopo vent’anni dalla loro cacciata vede di nuovo i Talebani guidare il paese asiatico dopo il ritiro degli occidentali.

Gli studenti coranici potrebbero aver deciso di rimandare gli annunci per la volatile e caotica situazione nella valle del Panjshir, (che significa valle dei cinque leoni) dove l’ultima sacca di resistenza, guidata da Ahmad Massoud, sembra aver arrestato l’avanzata dei Talebani.

La valle è la «indistruttibile roccaforte della difesa», dice su Twitter Fahim Dashti, portavoce di Massoud, figlio 32enne del comandante Ahmad Shah Massoud, il celebre “Leone del Panshir”, ucciso due giorni prima l’attentato dell’11 settembre nel 2001 da i terroristi di al Qaida.

Su Twitter Dashti parla di '«scontri con i Talebani che hanno raggiunto le alture di Darband e poi sono fuggiti». Di tutt’altro tenore i comunicati dei Talebani, che parlano di resistenza sconfitta e conquista della valle del Panjshir.

Se dunque per i Talebani la presa della valle è cosa imminente, al punto da aspettarla per annunciare il nuovo governo, i miliziani di Massoud sembrano puntare a resistere fino all’arrivo dell’inverno.

Un altro leader della resistenza, Amrullah Saleh, ha negato la sconfitta ma ha ammesso che le condizioni sono dure. I fondamentalisti islamici hanno oscurato internet e tagliato le linee telefoniche ed elettriche. L’unica notizia certa l’ha fornita Emergency: nella loro avanzata i Talebani hanno raggiunto il villaggio di Anabah dove l’ong italiana gestisce un centro chirurgico e pediatrico e un centro di maternità.

La valle del Panjshir si trova a nord della capitale Kabul ed è una delle province più piccole del paese, nascosta e sovrastata da montagne.È una tradizionale roccaforte anti talebana e vi abitano 200mila abitanti.

La proposta politica

Secondo Massoud i Talebani avrebbero offerto al Fronte nazionale della resistenza due posti di ministro nel nuovo esecutivo così da accondiscendere a una delle richieste delle potenze occidentali, che premono per un esecutivo inclusivo a Kabul, oltre che sul rispetto dei diritti umani e delle donne.

Ma, ha spiegato Massoud, l’offerta è stata rifiutata. Intanto, nella capitale, dove è stato riaperto l’aeroporto grazie anche al contributo del Qatar e della Turchia, è arrivato il capo dell’intelligence pakistana, Faiz Hameed, per un confronto con i Talebani.

Il Pakistan ha legami stretti con loro e proprio a Peshwar, citta pachistana, è nata la prima scuola coranica dei Talebani.

La diplomazia di Salvini

Intanto si arricchisce di nuovi dettagli l’attività diplomatica parallela di Matteo Salvini. Venerdì sera si è tenuto un incontro nell’ambasciata dell’Afghanistan a Roma tra il leader della Lega e gli ambasciatori e i rappresentanti di alcuni Paesi dell’Ue (tra cui Germania, Francia, Olanda. Polonia, Austria, Svezia, Danimarca, Bulgaria, Estonia, Slovenia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Romania) oltre a Canada, Australia, Nuova Zelanda e Islanda. Lo comunica la Lega.

La riunione si è svolta «per discutere del futuro di Kabul: da un lato è stata sollecitata un’azione condivisa e unitaria dei paesi dell’Ue, Russia, Uk, Cina, Pakistan, paesi della regione e dell’intera comunità internazionale, dall’altro è emersa la necessità di sostenere il governo di resistenza nazionale dell’Afghanistan presieduto dal vicepresidente Amrullah Saleh che ha assunto la presidenza del paese ad interim».

Presenti all’incontro anche il viceministro degli Esteri dell’Afghanistan, Mirwais Nab, giunto in Italia proprio per incontrare Salvini, e l’ambasciatore dell’Afghanistan in Italia, Khaled Ahmad Zakriya.

Salvini ha ribadito che nessun riconoscimento, né legale, né di fatto, deve essere concesso al governo dei Talebani. E anzi è necessario sostenere la resistenza nazionale del Panjshir. Il segretario della Lega ha sottolineato che i «Talebani potrebbero essere riconosciuti solo in caso di vittoria di elezioni libere e democratiche – si spiega – anche questi temi saranno proposti da Salvini al presidente del Consiglio Italiano in vista del prossimo G20».

© Riproduzione riservata