Sono almeno settanta gli accordi annunciati da Giappone e Stati Uniti nel corso della visita ufficiale del primo ministro giapponese, Fumio Kishida, a Washington, dove ha incontrato il presidente americano Joe Biden. I due hanno cenato martedì sera insieme alle rispettive mogli, Yuko Kishida e Jill Biden, mentre nella giornata di ieri si è svolto il trilaterale con il presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr. anche detto “Bongbong”.

Al centro del vertice il rafforzamento della difesa comune nell’Indo-Pacifico in chiave anticinese: è prevista, infatti, una ristrutturazione delle forze militari americane di stanza in Giappone.

Se fino a questo momento gli eserciti avevano sempre risposto a due catene di comando separate, nella nuova struttura che prenderà forma entro il prossimo marzo verrà istituito un comando congiunto dal nome Japan Joint Operations Command (J-Joc).

Verrà formato, inoltre, un “consiglio industriale militare” che avrà il compito di valutare i siti in Giappone dove le due parti possono sviluppare e produrre armi congiuntamente. «È innegabile che, alla sua conclusione, il vertice verrà considerato storico e dai risultati straordinari», ha dichiarato un funzionario statunitense a Nikkei Asia. La visita di Kishida a Washington coincide con il 920° giorno di premierato. Dal 1945, solo sette primi ministri sono riusciti a valicare la soglia dei mille giorni, e Kishida sembra determinato a diventare l’ottavo. In una recente intervista Kishida aveva dichiarato che l’eredità che vorrà lasciare al Giappone è il rafforzamento dell’economia e l’uscita da decenni di stagnazione.

Tuttavia, è molto più probabile che ciò per cui verrà ricordato sarà la politica di difesa.

«Partner globale»

Da quando si è insediato nell’ottobre del 2021, Kishida ha messo la difesa al primo posto dell’agenda politica sancendo un importante cambio di passo per il paese che, secondo l’articolo 9 della Costituzione, non può dotarsi di un vero e proprio esercito autonomo ma solo di Forze di autodifesa. Le nuove misure di sicurezza, varate nel 2022, prevedono un aumento della spesa militare che raggiungerà il tetto del 2 per cento rispetto al prodotto interno lordo entro il 2027.

La nuova strategia mira a presentare il Giappone come “partner globale” degli Stati Uniti da un lato, dall’altro a lavorare sul fronte diplomatico con Corea del Sud e Filippine per rinsaldare i rapporti nella regione.

Kishida è riuscito ad allineare gli interessi del Giappone a quelli degli Stati Uniti in un modo in cui neppure Shinzo Abe, ex primo ministro ucciso in un attentato nel luglio 2022 e fautore della politica estera del Giappone degli ultimi dieci anni, era riuscito a fare.

L’approccio deciso di Kishida è stato accolto con favore a Washington, sorprendendo molti funzionari che mai si sarebbero aspettati che il primo ministro che ha trascorso tre anni della sua infanzia nel Queens, a New York potesse intraprendere il percorso già avviato da Abe, persino accelerandolo.

«I due anni appena trascorsi sono stati per il Giappone i più importanti a partire dalla Seconda guerra mondiale: Kishida ha sovvertito politiche vigenti da settant’anni rispetto alle limitazioni alle esportazioni di armi e alla spesa militare», ha dichiarato l’ambasciatore americano a Tokyo Rahm Emanuel al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan.

Emanuel è molto noto anche a Pechino per le sue posizioni fortemente anticinesi.

Sicurezza

Per il primo ministro Kishida l’invasione russa dell’Ucraina, la guerra a Gaza e le politiche sempre più assertive della Cina nell’area del mar Cinese meridionale stanno mettendo in discussione la sicurezza internazionale, per questo motivo è necessario «adottare un atteggiamento più responsabile all’interno della comunità internazionale».

Questo vuol dire fornire più opzioni anche ai paesi del Sud-Est asiatico, i primi a fronteggiare le pressioni economiche e diplomatiche da parte della Cina: «Di fronte alla crescente influenza cinese nella regione, il Giappone deve diventare una potente alternativa sia sul piano della sicurezza che su quello economico-politico», ha aggiunto Kishida in un’intervista con Nikkei Asia.

«In generale, il principio fondamentale che sembra guidare la politica estera di Kishida è che la minaccia dell’ordine internazionale appaia molto più preponderante rispetto a quando era al potere Shinzo Abe, di conseguenza sono cambiate le priorità», ha spiegato l’analista politico Tobias Harris.

Una preoccupazione accentuata anche dalla possibilità di una rielezione il prossimo novembre di Donald Trump che, già nello scorso mandato, ha dimostrato di avere una politica estera assolutamente imprevedibile. Uno degli obiettivi di Biden, hanno spiegato dei funzionari al New York Times, è quello di creare quanta più stabilità possibile nelle relazioni con il Giappone prima delle elezioni. Il presidente ha aggiunto: «Solo poche generazioni fa, le nostre due nazioni erano coinvolte in un conflitto devastante. Sarebbe stato facile dire che saremmo rimasti avversari. Invece, abbiamo fatto una scelta decisamente migliore: siamo diventati gli amici più stretti».

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